Fibrillazione atriale valvolare: i benefici dei DOAC


Fibrillazione atriale valvolare: i pazienti che utilizzano anticoagulanti orali diretti (DOAC) hanno un rischio inferiore di embolia sistemica o ictus ischemico

Fibrillazione atriale valvolare: i pazienti che utilizzano anticoagulanti orali diretti (DOAC) hanno un rischio inferiore di embolia sistemica o ictus ischemico

Secondo una nuova analisi pubblicata online sugli “Annals of Internal Medicine”, i pazienti con fibrillazione atriale valvolare che di recente hanno iniziato a utilizzare anticoagulanti orali diretti (DOAC) hanno un rischio inferiore di embolia sistemica o ictus ischemico e sanguinamento maggiore rispetto ai nuovi utilizzatori di warfarin.

Più di 5,2 milioni di americani sperimentano fibrillazione atriale (AF) ogni anno, e 158.000 di loro soccombono alla condizione. L’AF aumenta anche il rischio di ictus di un individuo, scrivono gli autori, guidati da  Ghadeer K. Dawwas, del dipartimento di Biostatistica, Epidemiologia e Informatica presso la Perelman School of Medicine dell’Università della Pennsylvania.

I vantaggi dei DOAC
Gli svantaggi segnalati relativi al warfarin- una “pilastro terapeutico” nella prevenzione dell’ictus, secondo i ricercatori includono una «stretta finestra terapeutica, la variabilità dose-risposta e molte interazioni con farmaci e cibo».

Al contrario, i DOAC hanno emivita abbastanza breve, minori interazioni con altri farmaci, nessuna interazione con il cibo, un dosaggio più facile da gestire e non richiedono un monitoraggio di laboratorio routinario, proseguono gli autori.

In precedenti studi clinici randomizzati, l’uso dei DOAC ha dimostrato «effetti antitrombotici simili o superiori al warfarin» nei pazienti con AF, aggiungono Dawwas e colleghi. Tuttavia, sottolineano, questi studi «hanno escluso o sottorappresentato i pazienti con malattie cardiache valvolari».

Analisi di sottopopolazione con pazienti con valvulopatie
«L’attuale analisi basata sulla popolazione facendo uso di ampi dati commerciali negli Stati Uniti si è concentrata su pazienti con AF e anomalie valvolari concomitanti. Questa sottopopolazione di soggetti con AF è a maggior rischio di esiti avversi poiché le valvulopatie aumentano il rischio di ictus indipendente dall’AF» specificano i ricercatori.

In particolare, Dawwas e colleghi hanno condotto uno studio retrospettivo di coorte su nuovi utilizzatori abbinati con punteggio di propensione con dati relativi a 56.336 pazienti con AF valvolare raccolti dal 1° gennaio 2010 al 30 giugno 2019. La maggior parte dei pazienti aveva circa 70 o 80 anni e circa la metà erano uomini.

I ricercatori hanno abbinato gli utilizzatori DOAC con gli utenti warfarin in base ai punteggi di propensione. I pazienti sono stati seguiti fino alla fine dello studio o fino a quando non hanno temporaneamente o permanentemente smesso di ricevere il trattamento, oppure modificato la terapia, o hanno sperimentato uno degli esiti dello studio – che includevano il verificarsi di ictus ischemico, embolia sistemica e/o sanguinamento endocranico o gastrointestinale – o fino alla disiscrizione dallo studio.

Nuovi farmaci superiori in termini di efficacia e sicurezza
Gli autori riferiscono che l’uso dei DOAC, rispetto all’uso di warfarin, era associato a un rischio inferiore di  eventi di sanguinamento maggiore (HR = 0,67; IC al 95% 0,63-0,72) e ictus ischemico o embolia sistemica (HR = 0,64; IC al 95% 0,59-0,7).

I risultati di sicurezza ed efficacia di apixaban (HR = 0,52; IC al 95% 0,47-0,57 e HR = 0,54; IC al 95% 0,47-0,61, rispettivamente) erano strettamente allineati con quelli di rivaroxaban (HR = 0,87; IC al 95% 0,79-0,96 e HR = 0,74; IC al 95% 0,64-0,86, rispettivamente). Sebbene il principale esito di sanguinamento per dabigatran fosse paragonabile al warfarin (HR = 0,81; IC al 95% 0,68-0,97), non ha dimostrato un’efficacia simile (HR = 1,03; IC al 95% 0,81-1,31).

«I risultati sono stati in gran parte coerenti per i diversi DOAC a eccezione di un beneficio di efficacia non significativo per dabigatran rispetto a warfarin» scrivono Dawwas e colleghi. «Tali risultati sono coerenti con quelli di un altro piccolo studio, ma se questo beneficio osservato sia dovuto al piccolo numero di pazienti che hanno ricevuto dabigatran o a una vera differenza di efficacia è incerto».

Gli autori osservano che lo studio aveva la limitazione di un follow-up «relativamente breve». Inoltre la gravità dell’AF valvolare dei pazienti non era nota; tuttavia, precisano, i dati emersi sono ancora importanti.

«I risultati di questa ampia analisi osservazionale supportano l’uso del DOAC nei pazienti con AF valvolare per la prevenzione dell’ictus ischemico o dell’embolia sistemica, senza preoccupazioni riguardo alle complicanze avverse da sanguinamento » concludono gli autori.

Riferimenti

Dawwas GK, Dietrich E, Cuker A, Barnes GD, Leonard CE, Lewis JD. Effectiveness and Safety of Direct Oral Anticoagulants Versus Warfarin in Patients With Valvular Atrial Fibrillation : A Population-Based Cohort Study. Ann Intern Med. 2021 Mar 30. doi: 10.7326/M20-6194. Epub ahead of print.
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