Cirio, Jolly, Yoga e Derby diventano marchi storici


Conserve Italia iscrive Cirio, Jolly, Yoga e Derby nel Registro speciale dei marchi storici, istituito dal Ministero dello Sviluppo Economico

Pier Paolo Rosetti, Conserve Italia

Cirio, Jolly, Yoga e Derby, marchi di proprietà del consorzio cooperativo bolognese Conserve Italia, sono stati iscritti nel Registro speciale dei marchi storici, istituito dal Ministero dello sviluppo economico.

Il marchio in assoluto più longevo di Conserve Italia è Cirio, la cui origine risale addirittura al 1856, prima dell’unità d’Italia: il nome è quello di Francesco Cirio, un vero e proprio pioniere delle conserve e ambasciatore del pomodoro 100% italiano.

Fondato nel 1924 da Giulio Colombani a Portomaggiore, nel Ferrarese, il marchio Jolly oggi ha ‘riconquistato’ il nome del suo fondatore e come Jolly Colombani è presente sul mercato con succhi e bevande di frutta, conserve di pomodoro e legumi.

Nel 1946, a Massa Lombarda in provincia di Ravenna, nasce Yoga che dagli anni Sessanta ha conosciuto una notorietà assoluta tale da diventare quasi un sinonimo stesso per i succhi di frutta e che oggi è leader sia nella Grande Distribuzione sia nei bar per il settore.

Appena un anno dopo, nel 1947, nasce a Bologna Derby, uno dei brand con cui Conserve Italia commercializza succhi e bevande alla frutta soprattutto nel canale Horeca. Conserve Italia è un Gruppo cooperativo con sede a San Lazzaro di Savena, in provincia di Bologna, che associa 14.000 produttori agricoli e lavora 550.000 tonnellate di frutta, pomodoro e vegetali in 12 stabilimenti produttivi, di cui 9 in Italia, 2 in Francia e uno in Spagna. Il fatturato del Gruppo Conserve Italia è di circa 900 milioni di euro.

Come spiega Pier Paolo Rosetti “non appena è stato istituito il Registro speciale dei marchi storici, abbiamo avviato l’iter per il riconoscimento di tutti i marchi di nostra proprietà in possesso del principale requisito richiesto, ovvero quello di esser stati registrati più di 50 anni fa. Siamo una filiera cooperativa tre volte italiana perché lavoriamo prodotto italiano conferito dai nostri soci agricoltori italiani, abbiamo stabilimenti in Italia che danno lavoro a oltre 3000 persone e paghiamo le tasse nel nostro Paese. È quindi per noi un motivo di grande orgoglio veder riconosciuta e riaffermata la storicità e la longevità dei nostri marchi, vero e proprio patrimonio dell’eccellenza agroalimentare italiana. I marchi della cooperazione agroalimentare sono meno esposti al rischio di essere acquisiti da aziende che delocalizzano le produzioni, in quanto sono espressione di filiere composte da migliaia di soci agricoltori italiani, i veri proprietari e protagonisti di questi marchi, di cui si ergono a baluardo e tutela”.