Secondo un nuovo studio l’apnea ostruttiva del sonno nei pazienti giovani induce variazioni patofisiologiche associate con l’invecchiamento
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L’apnea ostruttiva del sonno nei pazienti giovani induce variazioni patofisiologiche associate con l’invecchiamento. Questo il responso di uno studio recentemente pubblicato su the Annals of the American Thoracic Society.
Razionale e disegno dello studio
In letteratura esistono già studi pubblicati che hanno mostrato come l’apnea ostruttiva del sonno possa indurre variazioni cellulari e molecolari che sono associate con i processi alla base dell’invecchiamento unano. Inoltre, queste variazioni potrebbero essere più significative nei pazienti più giovani rispetto a quelli più “attempati”.
Fino ad ora, però, non esistevano studi che avessero ben caratterizzato i meccanismi alla base di queste associazioni. Di qui il nuovo lavoro, , uno studio osservazionale prospettico e multicentrico che si è proposto di valutare alcuni indicatori specifici di invecchiamento e la loro associazione con l’apnea ostruttiva del sonno e di vedere se questi cambiamenti fossero consistenti nei pazienti a seconda del range di età considerato.
A tal scopo, sono stati reclutati 599 pazienti con sospetto di apnea ostruttiva del sonno, visitati presso 4 Unità di Medicina del sonno in altrettante strutture ospedaliere.
Tutti i pazienti sono stati sottoposti ad esame polisomnografico. Per stabilire la relazione tra i tratti caratteristici dell’invecchiamento e l’apnea ostruttiva del sonno, è stata studiata la relazione dose-risposta di vari parametri legati a questa particolare apnea. Tra questi vi erano l’indice apnea-ipopnea (AHI: definito come il numero di eventi di apnea e ipopnea per ora di sonno), l’indice di arousal (microrisvegli) e il tempo trascorso in saturazione di ossigeno inferiore al 90%.
Per studiare l’associazione dell’apnea ostruttiva del sonno e l’invecchiamento in relazione alle diverse fasce d’età, i pazienti sono stati raggruppati in 4 categorie in base all’indice AHI e all’età (mediana età: 50 anni).
Gli effetti di questa apnea sui processi di invecchiamento sono stati valutati mediante 5 marker precedentemente identificati:
– Alterazione della comunicazione cellulare, misurata in base ai livelli di CRP
– Alterazione della sensitività ai nutrienti, misurata grazie all’insulino-resistenza
– Logoramento telomeri, misurato mediante lunghezza telomerica
– Disfunzione mitocondriale misurata in base al contenuto di DNA mitocondriale leucociti
– Instabilità genomica, misurata in base alle concentrazioni urinarie di 8-idrossi-2-desossiguanosina (8-OHdG)
Risultati principali
Su 599 pazienti reclutati, 150 erano stati categorizzato come non affetti da apnea ostruttiva del sonno e 449 come affetti da questa condizione. I pazienti erano in prevalenza di sesso maschile, di media età e in sovrappeso/obesi.
I ricercatori hanno analizzato la relazione lineare tra la severità dell’apnea ostruttiva del sonno e e i tratti peculiari dell’invecchiamento.
Dall’analisi dei dati è emersa l’esistenza di un’associazione tra tutti i parametri legati all’apnea ostruttiva del sonno e la comunicazione cellulare, l’alterazione della sensitività ai nutrienti e la disfunzione mitocondriale.
E’ stata rilevata l’esistenza di un’associazione tra l’AHI e l’indice di arousal e l’instabilità genomica dopo aggiustamento dei risultati per la presenza di fattori confondenti. Non è stata confermata l’esistenza di una associazione, invece, tra l’apnea notturna e il logoramento dei telomeri.
L’associazione tra l’apnea notturna del sonno e i tratti tipici dell’invecchiamento è stata valutata anche in base al range di età.
Nei pazienti di età inferiore ai 50 anni, dopo aggiustamento dei dati per la presenza di fattori confondenti, è stata confermata l’esistenza di una associazione tra l’apnea e le alterazioni della comunicazione cellulare, l’alterazione della sensibilità ai nutrienti e l’instabilità genomica. Non è stata rilevata, invece, l’esistenza di una associazione significativa tra l’apnea notturna e i tratti caratteristici dell’invecchiamento nei pazienti in età più avanzata.
Limiti e implicazioni dello studio
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno ammesso alcuni limiti dello studio, quali il fatto che non tutte le fasce d’età erano equamente rappresentate nello studio, che non erano disponibili i dati sull’insorgenza di apnea notturna, che il numero di pazienti di ciascun gruppo non era omogeneo e che non erano stati presi in considerazione tutti i marker di invecchiamento attualmente conosciuti.
Ciò detto, nel complesso I risultati dello studio suggeriscono la necessità di effettuare diagnosi ed intervento precoci per prevenire l’accelerazione dei processi di invecchiamento e le sue conseguenze. Queste scoperte sono sovrapponibili a quelle degli altri studi già condotti sulla relazione tra apnea ostruttiva del sonno e invecchiamento.
Tuttavia, sono necessari ulteriori approfondimenti per distinguere la natura dell’associazione (casuale o causale) anche al fine di porre in atto le opportune contromisure.
Bibliografia
Pinilla L et al; on behalf of the Spanish Sleep Network. Association of obstructive sleep apnea with the aging process. Ann Am Thorac Soc. Published online March 4, 2021 doi:10.1513/AnnalsATS.202007-7710C.