Un satellite ESA per salvare l’acqua in Sudafrica


In Sudafrica un satellite dell’ESA per l’oro blu: monitorerà disponibilità, impiego, evapotraspirazione e potenziali sprechi di acqua in una vasta area

Il satellite ESA per salvare l'acqua in Sudafrica

L’oro blu lo salva il satellite: è la promessa di un progetto sostenuto dall’Agenzia spaziale europea (Esa), che in Sudafrica ha permesso in una fase pilota di monitorare disponibilità, impiego, evapotraspirazione e potenziali sprechi di acqua su una superficie estesa come i Paesi Bassi. L’iniziativa, si legge in una nota pubblicata dall’Esa nei giorni scorsi, si sta concentrando sugli utilizzi per l’irrigazione. Grazie al supporto di due società olandesi, Hydrologic e Eleaf, è stato condotto un primo monitoraggio su circa 40.000 chilometri quadrati.

Il Sudafrica è da tempo alle prese con una carenza strutturale di risorse idriche. Da circa 20 anni è in vigore una legge, il National Water Act, tesa a ridurre i consumi agricoli. Secondo Maurits Voogt, esperto di HydroLogic, “monitorare e far rispettare l’utilizzo legale dell’acqua in luoghi dove c’è poco personale qualificato e dove le aree da controllare sono enormi è un compito difficile”. La risposta sarebbe un servizio satellitare, parte di un programma dell’Esa denominato Advanced Research in Telecommunications Systems (Artes), che consente di verificare l’impiego delle risorse senza visitare neanche un campo o un’azienda agricola. “Con una app – sottolinea Voogt – possiamo far rispettare le regole e garantire l’utilizzo sostenibile delle risorse”.

Il progetto, racconta la Dire (www.dire.it), è realizzato in collaborazione con la Inkomati-Usuthu Catchment Management Authority, ente sudafricano responsabile della raccolta e della gestione delle acque nel bacino di Crocodile River. “Insieme con i dati sulle precipitazioni ottenute dai pluviometri e dai satelliti, le stime sull’evapotraspirazione consentono di calcolare quanta acqua è usata per l’irrigazione” riferisce l’Esa. “In automatico l’app compara poi l’utilizzo delle risorse con i dati sulle riserve contenuti nel registro nazionale, che elenca le quote allocate per ciascuna azienda”.