Salvini da Draghi insiste per le riaperture


Il leader della Lega Matteo Salvini incontra il premier Mario Draghi: “Sei regioni potrebbero riaprire oggi, valutare i dati”

Il leader della Lega Matteo Salvini incontra il premier Mario Draghi: "Sei regioni potrebbero riaprire oggi, valutare i dati"

Non ci può essere una zona rossa a vita. Se i dati ci dicono che in una zona si può riaprire, allora si riapra, già dalla seconda metà di aprile, dalla prossima settimana. Se questo venerdì e il prossimo i dati saranno in miglioramento la nostra proposta sarà che si approvi un decreto per tornare alla normalità. Su questo Draghi è d’accordo, condivide il percorso di riaperture. Già oggi, con le vecchie regole, sarebbero sei le regioni in zona gialla, dove poter riaprire bar e ristoranti, dove tornare al lavoro”. Così Matteo Salvini, dopo l’incontro a palazzo Chigi con Mario Draghi, come spiega l’agenzia Dire (www.dire.it).

E Guidesi incalza Speranza

“Mi aspetto ancora qualche apertura per il mese di aprile, continuerò a insistere quotidianamente con il governo su questo”. In un’intervista a tutto campo alla Dire – spaziando dai temi economici a quelli più squisitamente politici fino alle tensioni in giunta regionale e le prossime comunali di Milano – anche l’assessore lombardo allo Sviluppo Economico Guido Guidesi insiste sulle riaperture. In particolare sull’esigenza, per le attività economiche, di tornare a lavorare, specie per quelle che possono farlo in totale sicurezza.

Per il leghista, entrato nella giunta Fontana a gennaio – alter ego di Giancarlo Giorgetti a Palazzo Lombardia – parrucchieri o estetisti sono tra coloro “che potrebbero riaprire già da oggi”, soprattutto se si considera che nelle zone rosse precedenti avevano continuato a svolgere le loro mansioni senza interruzioni: “Se al tempo valeva il protocollo sanitario non vedo perché non possa andare bene anche ora. Iniziamo da loro, poi valuteremo la prossima settimana i nostri dati sui contagi, nella speranza che siano migliori di quelli di oggi e che questa possa essere l’ultima zona rossa per la Lombardia“.

Anche perché, in precedenza erano stati proprio quei protocolli sanitari stilati dal ministero della Salute, “lo stesso che oggi ci dice che non possiamo riaprire nulla”, a permettere, seppur in maniera limitata, il rientro al lavoro per alcune attività.

Quel che è certo per l’assessore lodigiano è che “una situazione del genere non è più gestibile”, sia a livello economico sia programmatico: “Non c’è ristoro che tenga – va avanti Guidesi – un’attività economica sta in piedi se può lavorare. Va ripristinato un po’ di buon senso che troppe volte è mancato, soprattutto da parte del ministero della Salute”.