Vaccini Astrazeneca, Pfizer, Moderna e Johnson&Johnson: le differenze


I vaccini contro il Covid prodotti da Astrazeneca, Pfizer, Moderna e Johnson&Johnson, sono diversi fra loro: ecco le differenze e l’efficacia

Una scatola con fiale di vaccini anti Covid di Astrazeneca

In Italia sono quattro i vaccini autorizzati: Astrazeneca, Johnson e Johnson, Pfizer e Moderna. Quali sono le differenze? Lo spiega l’agenzia di stampa Dire (www.dire.it).

Astrazeneca, prodotto in Svezia e Uk, è un vaccino a vettore virale che sfrutta una versione indebolita dell’adenovirus degli scimpanzè per inserire materiale genetico della proteina spike nelle cellule umane per la produzione di anticorpi. Indicato per la fascia d’età over 60, si conserva fra i 2 e gli 8 gradi e ha bisogno di due dosi per raggiungere l’80% di efficacia.

Pfizer, di produzione statunitense e tedesca, usa la tecnica dell’Rna messaggero. Il codice genetico correlato alla produzione della proteina Spike viene portato alla cellula in modo che questa abbia le informazioni per individuare e distruggere il virus. Indicato per la fascia d’età 16 – over 75 anni, deve essere conservato a -70 gradi e ha bisogno di due inoculazioni per raggiungere il 90% di efficacia.

Moderna, di produzione statunitense, ha la stessa tecnologia del vaccino Pfizer con l’Rna messaggero; l’Italia ne sta ricevendo quantitativi ridotti perchè molte delle dosi sono riservate per il mercato Usa. Indicato per gli over 18, va conservato fra i -25 e i -15 gradi, ha bisogno di due dosi intervallate da 4 settimane per raggiungere un’efficacia del 95%.

Johnson e Johnson è un vaccino a vettore virale, la stessa tecnica utilizzata per produrre il vaccino contro l’ebola. Da pochi giorni è stato ritirato dal mercato americano. Indicato per la fascia d’età over 18, si conserva fra i 2 e gli 8 gradi, è l’unico vaccino monodose ed è efficace al 72% nel prevenire tutti i casi di Covid 19 all’86% nel prevenire forme acute della malattia.