Da Quassù: un libro racconta la storia di San Sperate


“Da quassù” è l’albo illustrato che racconta la storia del paese di San Sperate e di quei giovani che nel 1968 sono stati protagonisti di una rivoluzione culturale

La cover di Da Quassù, il libro racconta la storia di San Sperate

Un albo da collezionare racconta la straordinaria storia di San Sperate, in Sardegna. Se non la conoscete potete scoprirla grazie a “Da quassù”, il libro illustrato da Flavia Cuddemi con il testo di Cristina Caboni (tradotto in tre lingue) che svela come da piccolo centro contadino sia diventato un posto magico, definito oggi giorno Paese Museo.

IL LIBRO

È primavera e una luce abbagliante rischiara l’atmosfera. Stormi di rondini piroettano nel cielo, dirette verso destinazioni lontane. Due di loro si fermano a osservare il paesaggio dall’alto: è pieno di strade e case colorate, affreschi sui muri, statue di terra e di pietra, fiori ovunque e parole scritte in tante lingue. È un luogo profumato e accogliente, con una storia speciale.

Una storia, si legge nella recensione della Dire Giovani (www.diregiovani.it), che parla di rinascita, creatività, visione comune, spirito di collaborazione. Una storia che risale a molto tempo fa, quando un gruppo di amici ha deciso di rendere unico e bello il proprio paese. Una delle rondinelle conosce la felice serie di circostanze che ha reso quello spicchio di Sardegna unico e particolare, mutandone il nome e il destino. E ne tramanda la memoria all’altra: muri bianchi che diventano muri colorati, giovani e anziani riuniti a pitturare, disegnare, progettare sculture di terra e pietra, comporre melodie e poesie.

UN ALBO ILLUSTRATO DEDICATO AI GIOVANI PROTAGONISTI DEL CAMBIAMENTO

Da quassù è dedicato a tutti i giovani che nel 1968 sono stati protagonisti della rivoluzione culturale che ha trasformato il piccolo centro di San Sperate in Paese Museo e in particolar modo alla memoria di Pinuccio Sciola (1942-2016), scultore artista di fama internazionale, padre del Paese Museo nonché fondatore e direttore artistico dell’Associazione Noarte. L’albo illustrato esce pochi giorni dopo l’anniversario della nascita dello scultore sardo (15 marzo 1942- 13 maggio 2016), noto in tutto il mondo per i murales di San Sperate e per le sue meravigliose “pietre sonore”.

L’autrice Cristina Caboni

Cristina Caboni, autrice affermata di romanzi pubblicati con successo dall’editore Garzanti, qui al suo primo albo illustrato, ha attinto alle sue memorie familiari per portare ai lettori di ogni età un messaggio universale di inclusione, accoglienza e internazionalità.

«I bambini che abitano in contesti dove l’arte è viva e ritenuta importante sono stimolati di più e hanno un’immaginazione più ricca. La loro curiosità e la loro creatività hanno la possibilità di sbocciare e svilupparsi. San Sperate è un paese che ha tanto da dare, anche a chi vuole partecipare e rendersi conto di persona. Nel libro ho voluto ricordare le persone che, oltre cinquant’anni fa, hanno contribuito a renderlo speciale, portando avanti con coraggio un progetto di cambiamento e rinnovamento. Da qui sono passati molti artisti, scrittori, cantanti, registi… persone che hanno seguito la loro ispirazione e sono riusciti a coltivare il loro talento».

Le illustrazioni di Flavia Cuddemi

Evocativi, raffinati, limpidi, gli acquerelli di Flavia Cuddemi riflettono la luce, i colori e le atmosfere proprie di San Sperate e definiscono con personalità il ritmo della narrazione. Un’opera di esordio che colpisce per la sicurezza del tratto e per la sensibilità con cui vengono rappresentati gli scorci cittadini, le porzioni di cielo, la commistione tra il paesaggio urbano e quello naturale, i corpi in movimento. Un chiaro omaggio alla storia di un luogo unico e all’intreccio di storie che custodisce.

«Ho rinunciato a una carriera da ingegnere per dedicarmi totalmente all’illustrazione e seguire la mia vera vocazione. Ho lavorato al libro con grande entusiasmo e senso di libertà, accompagnando i testi in modo non lineare o didascalico, ma offrendo diversi punti di vista e prospettive. Credo che il significato più profondo che emerga dalla storia sia il coraggio di credere nelle proprie idee e darsi da fare per realizzarle. Io stessa, in fondo, ho cambiato la mia vita per inseguire la bellezza e la felicità. La storia di San Sperate ci dice che, anche partendo da condizioni in apparenza sfavorevoli, si può fare qualcosa per migliorare la propria esistenza e cambiare le sorti del luogo in cui si vive. Se si ha il coraggio di partire e di osare, se si ha una visione condivisa, se si trova la forza di mettere insieme pensieri e azioni positive, si può fare».