Sindrome di Sjogren: nuovi dati su tocilizumab


Sindrome di Sjogren: nuovi dati su tocilizumab dimostrano che IL-6 non rappresenta un target terapeutico rilevante nel trattamento della sindrome primaria

Sindrome di Sjogren: nuovi dati su tocilizumab

I risultati di un trial clinico recentemente pubblicato su ARD e condotto in pazienti affetti da sindrome di Sjogren hanno dimostrato che l’impiego di tocilizumab non migliora il coinvolgimento sistemico e la sintomatologia dopo 24 settimane di trattamento rispetto al placebo. Ciò sembra suggerire, pertanto, che IL-6 non rappresenta un target terapeutico rilevante nel trattamento della sindrome primaria.

Cenni sulla sindrome di Sjogren
La sindrome primaria di Sjögren (pSS) è una malattia sistemica ad eziologia autoimmunitaria che interessa lo 0,1% della popolazione generale. Colpisce prevalentemente il sistema esocrino, come le ghiandole salivari e lacrimali.

La presentazione clinica è molto eterogenea: fatigue, xerostomia e dolore sono i tratti caratteristici di questa malattia; i pazienti affetti, in proporzione compresa da 1 a 3 a 1 a 2, presentano coinvolgimento sistemico (coinvolgimento articolare e polmonare, neuropatia periferica, vasculiti), mentre il 5-10% dei pazienti manifesta linfoma del tessuto linfoide associato a mucosa.

Razionale e disegno dello studio
Ad oggi, non esistono farmaci immunomodulanti che si sono dimostrati efficaci contro la sindrome, ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio: “l’idrossiclorochina, prescritta per il sollievo della sintomatologia (fatigue e dolore) da lungo tempo, non si è rivelata efficace, nonostante l’inibizione di interferone alfa. Quanto, invece, ai farmaci originariamente sviluppati per l’artrite reumatoide (AR), come gli anti-TNF o il rituximab, anche in questo caso i risultati sono stati deludenti, eccezion fatta per uno dei 4 trial condotti con rituximab”.

“IL-6 – continuano i ricercatori – è stata oggetto di numerosi studi recenti in ragione del sospetto che tale citochina giochi un ruolo importante nella patogenesi di pSS per le sue implicazioni nell’attivazione delle cellule B e la polarizzazione delle cellule T. Il deficit di questa citochina, infatti, è stato in grado di correggere alcuni tratti caratteristici della sindrome in un modello animale murino di malattia. Inoltre, il profilo di safety degli inibitori recettoriali di IL-6 è stato studiato per 10 anni nell’AR”.

Su questi presupposti è stato disegnato il nuovo studio, che si è proposto di analizzare l’impatto dell’inibizione recettoriale di IL-6 in pazienti con pSS con attività sistemica di malattia di grado moderato o elevato in un trial clinico randomizzato e controllato vs. placebo.

Lo studio, avente un follow-up di 44 settimane, ha coinvolto 17 centri e prevedeva, come criteri di inclusione, il riscontro di pSS in base ai criteri dell’American European Consensus Group e un punteggio ≥5 del’indice EULAR di attività di malattia sindromica Sjogren (ESSDAI, un punteggio indicativo della presenza di complicanze sistemiche).

I pazienti sono stati randomizzati a infusione semestrali di tocilizumab o a trattamento con placebo.

L’endpoint primario era rappresentato dalla risposta al trattamento a 24 settimane.

La risposta al trattamento era definita, rispetto allo stato iniziale, dalla combinazione di queste tre condizioni:
– Una riduzione di almeno 3 punti dell’indice ESSDAI
– L’assenza di attività moderata o severa in ogni nuovo dominio ESSDAI
– Il mancato deterioramento della valutazione globale fatta dal medico su una scala numerica graduata da 1 a 10

Risultati principali
Su 110 pazienti reclutati. 55 sono stati sottoposti a trattamento con tocilizumab  (età media: 50,9 (12,4) anni; donne: 98,2%) e 55 pazienti con placebo (54,8 (10,7) anni; 90,9%).
Dopo 24 settimane, la proporzione di pazienti che ha raggiunto l’endpoint primario è stata pari al 52,7% (29/55) nel gruppo tocilizumab e al 63,6% (35/55) nel gruppo placebo, per una differenza non significativa pari all’11,4%.

Riassumendo
In conclusione, questi risultati negativi per l’outcome clinico, gli esiti riferiti dai pazienti (PRO) e gli outcome immunologici indicano che IL-6 non rappresenta un rilevante target terapeutico nella pSS.
“In ragione dell’ampio numero di trial clinici in corso o di prossima realizzazione, che hanno basato il loro outcome sulla valutazione del punteggio ESSDAI – scrivono i ricercatori nelle conclusioni dello studio – potrebbe rivelarsi utile una rivalutazione dell’impiego di questo punteggio come criterio per la determinazione dell’outcome primario. A questo riguardo, un’iniziativa Europea (NECESSITY) combinerà i dati di questo trial con quello dei trial precedenti per determinare nuovi outcome clinici nella pSS. Al contempo, il gruppo OMERACT sugli outcome clinici nella pSS sta approfondendo questo tema con gli stessi obiettivi”.

Bibliografia
Felten R et al. Interleukin 6 receptor inhibition in primary Sjögren syndrome: a multicentre double-blind randomized placebo-controlled trial. Ann Rheum Dis 2021;80:329–338.
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