Il Consorzio del Conegliano Valdobbiadene rinnova il CdA


A metà marzo si rinnova il Consiglio di Amministrazione del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco

Il Consorzio del Conegliano Valdobbiadene rinnova il CdA

I soci del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco saranno chiamati, possibilmente in presenza, il prossimo 15 marzo all’assemblea per l’elezione del nuovo Consiglio di amministrazione “sulla base delle deliberazioni assunte a maggioranza dall’attuale Cda”.

La decisione è stata presa all’unanimità e mette fine a tutte le polemiche che hanno caratterizzato l’autunno scorso. Come è noto, ricorda Garantitaly, il problema di fondo è quello di garantire un giusto equilibrio di rappresentanza delle diverse categorie che operano attorno al mondo del prosecco, questione sollevata dalle Cantine sociali, che costituiscono la maggioranza dei soci della denominazione e che chiedono di veder garantita la propria rappresentanza anche nella governance del Consorzio.

Dopo la serie di pareri incrociati espressi dai giuristi, ora un equilibrio dovrebbe essere stato trovato e la fissazione della data per l’assemblea lo conferma. Per quanto riguarda invece l’elezione del nuovo presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco si dovrà ancora aspettare visto che verrà nominato in un momento successivo all’insediamento del nuovo Consiglio.

Luca Zaia, Presidente della Regione Veneto, ha affermato: “Abbiamo la grave responsabilità di non far saltare il Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco. È una grave responsabilità in prospettiva economica, ma anche sociale. Non vogliamo neanche immaginare quali potrebbero essere le conseguenze di una spaccatura, per tutto ciò che rappresenta questa Denominazione, in termini di valore per la comunità coinvolta, ma anche per tutto il mondo del Prosecco che, non dimentichiamolo, è la più importante denominazione al mondo con le sue 500 milioni di bottiglie certificate nel 2020. Le sorti del Prosecco, a qualsiasi titolo, devono restare in mano ai produttori. I quali, lo ripeto, devono sentire la responsabilità non solo economica, ma anche sociale di ciò che rappresentano”.