Psoriasi: anticorpo monoclonale bimekizumab efficace


Psoriasi: l’anticorpo monoclonale bimekizumab si dimostra efficace e sicuro secondo due studi di fase III pubblicati su Lancet

Psoriasi: l'anticorpo monoclonale bimekizumab si dimostra efficace e sicuro secondo due studi di fase III pubblicati su Lancet

Negli adulti con psoriasi a placche da moderata a grave, l’anticorpo monoclonale sperimentale bimekizumab ha dimostrato di migliorare le condizioni della cute in misura superiore rispetto sia al placebo che a ustekinumab. I risultati positivi di due trial di fase III, BE VIVID e BE READY, sono stati pubblicati su The Lancet.

Bimekizumab è un anticorpo monoclonale IgG1 umanizzato sperimentale che inibisce selettivamente sia l’interleuchina IL-17A che la IL-17F, due citochine chiave che guidano i processi infiammatori, con un effetto antinfiammatorio maggiore rispetto all’inibizione di una sola interleuchina.

La psoriasi colpisce quasi il 3% della popolazione e ne soffrono circa 125 milioni di persone in tutto. Secondo un sondaggio circa il 30% dei pazienti affetti da psoriasi ritiene che gli obiettivi primari della terapia siano il controllo dei sintomi, la riduzione del prurito e della desquamazione, che non raggiungono con le attuali terapie. La malattia ha un impatto notevole sulla qualità di vita, con potenziali ripercussioni su lavoro, relazioni, attività sessuale, famiglia e vita sociale.

Lo studio BE VIVID 
Si tratta di un trial di fase III, multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo e con un comparatore attivo che ha confrontato l’efficacia e la sicurezza di bimekizumab rispetto a placebo e ustekinumab in pazienti adulti con psoriasi a placche da moderata a grave per 52 settimane.

I pazienti (n=567) sono stati randomizzati in rapporto 4:2:1 a ricevere bimekizumab 320 mg ogni quattro settimane (Q4W), ustekinumab 45/90 mg (in funzione del peso corporeo) alle settimane 0/4, poi ogni 12 settimane (Q12W), o placebo Q4W. Alla settimana 16, i pazienti sottoposti a placebo sono passati a bimekizumab 320 mg ogni 4 settimane.

Gli endpoint co-primari erano le percentuali di pazienti che raggiungevano miglioramento del 90% nello Psoriasis Area and Severity Index (PASI 90) e un punteggio di 0/1 (pelle libera o quasi libera da lesioni) nell’Investigator’s Global Assessment (IGA) alla settimana 16.

Lo studio BE READY
Trial di fase III, multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, che ha valutato efficacia e sicurezza di bimekizumab in pazienti adulti con psoriasi a placche da moderata a grave, gli effetti dell’interruzione del trattamento e due schemi di dosaggio di mantenimento per 56 settimane. I pazienti (n=435) sono stati randomizzati in rapporto 4:1 a ricevere bimekizumab 320 mg o placebo Q4W.

I soggetti trattati con bimekizumab che hanno raggiunto il PASI 90 alla settimana 16 sono stati nuovamente randomizzati in rapporto 1:1:1 a ricevere il farmaco alla dose di 320 mg ogni 4 settimane, 8 settimane o placebo per le settimane 16-56. Gli endpoint co-primari erano le proporzioni di pazienti che raggiungevano il PASI 90 e il punteggio di 0/1 nell’IGA alla settimana 16.

Risultati dei due studi
BE VIVID e BE READY hanno raggiunto i rispettivi endpoint, dimostrando che alla 16a settimana i pazienti trattati con bimekizumab hanno raggiunto livelli di clearance cutanea significativamente superiori (p<0,0001) rispetto a quelli sottoposti a placebo o ustekinumab.

La terapia sperimentale ha raggiunto anche tutti gli endpoint secondari in entrambi gli studi, inclusi PASI 100 alla settimana 16, PASI 75 alla settimana 4, PASI 90 alla settimana 52 (BE VIVID) e PASI 90 alla settimana 56 nei pazienti che hanno raggiunto PASI 90 alla settimana 16 (BE READY). Il profilo di sicurezza di bimekizumab è stato coerente con quanto emerso nei trial clinici precedenti, senza nuovi segnali di sicurezza.

Il farmaco attualmente non è approvato dalle autorità regolatorie in nessun paese, ma la domanda di autorizzazione all’immissione in commercio per il trattamento della psoriasi a placche da moderata a grave negli adulti sono state accettate lo scorso 22 settembre sia dall’Fda che dall’Ema che le stanno attualmente esaminando.