Psoriasi: arrivano gli inibitori della tirosina chinasi 2


Psoriasi: in studio una nuova classe di farmaci, gli inibitori della tirosina chinasi 2. Dati positivi dallo studio registrativo di fase III POETYK PSO-2

Psoriasi: ottimi risultati con deucravacitinib

Nella psoriasi a placche da moderata a grave, l’inibitore della tirosina chinasi 2 deucravacitinib ha dimostrato una maggiore efficacia rispetto a placebo e apremilast, abbinata a un buon profilo di sicurezza. I dati positivi dello studio registrativo di fase III POETYK PSO-2 sono stati annunciati da Bristol Myers Squibb, che sta sviluppando il prodotto, in attesa di essere discussi con le autorità regolatorie.

La psoriasi è una malattia immuno-mediata sistemica cronica. Colpisce almeno 100 milioni di persone in tutto il mondo. Circa il 90% dei pazienti ha la psoriasi volgare, chiamata anche psoriasi a placche, caratterizzata da placche rotonde o ovali solitamente ricoperte da scaglie biancastre. È associata a diverse comorbidità, come le malattie cardiovascolari, la sindrome metabolica, l’obesità, il diabete, le malattie infiammatorie intestinali, la depressione e i tumori maligni.

Una nuova classe di molecole
Deucravacitinib è il primo inibitore selettivo della tirosina chinasi 2 (TYK2), da somministrare una sola volta al giorno per via orale. La sua selettività è guidata da un meccanismo d’azione unico distinto da quello degli altri inibitori delle chinasi, che ne limita i tipici effetti fuori target. La TYK2 presiede ai meccanismi di trasduzione dei segnali intracellulari di alcune citochine (interleuchine IL-23 e IL-12, Interferone di tipo 1) coinvolte nella risposta infiammatoria e in quelle immunitarie.

Si lega al dominio regolatorio della TYK2, che è strutturalmente distinto da quello delle Janus chinasi (JAK) 1, 2 e 3, sulle quali non ha azione inibitoria a concentrazioni clinicamente rilevanti. Il farmaco è in fase di studio in un ampio spettro di malattie immuno-mediate, tra cui psoriasi, artrite psoriasica, lupus e malattie infiammatorie intestinali e attualmente non è approvato per alcun uso in nessun paese.

«Sono entusiasta di vedere che i risultati di questo secondo studio registrativo supportano ulteriormente il promettente profilo di efficacia e sicurezza di deucravacitinib» ha affermato Bruce Strober, professore clinico di dermatologia presso la Yale University School of Medicine e il Central Connecticut Dermatology. «Questo rappresenta un passo importante per gli oltre 100 milioni di persone che convivono con la psoriasi in tutto il mondo, molte delle quali sono sottotrattate e hanno bisogno di nuove terapie orali efficaci».

Il trial POETYK PSO-2
POETYK PSO-2 è uno studio multicentrico, randomizzato e in doppio cieco che ha arruolato 1.020 pazienti con psoriasi a placche da moderata a grave per valutare efficacia e sicurezza di deucravacitinib (6 mg una volta al giorno) rispetto a placebo e apremilast, un inibitore della fosfodiesterasi di tipo-4 (PDE4), alla dose di 30 mg due volte al giorno. La sperimentazione inludeva un ritiro randomizzato e un periodo di ritrattamento dopo la settimana 24. È il secondo di due studi di fase III globali. Entrambi hanno dimostrato la superiorità di deucravacitinib rispetto al placebo e apremilast nella psoriasi a placche. I dati del primo trial, POETYK PSO-1, sono stati annunciati a novembre 2020.

Il trial ha raggiunto entrambi gli endpoint co-primari rispetto al placebo, con un percentuale significativamente maggiore di pazienti che hanno raggiunto lo Psoriasis Area and Severity Index (PASI 75), ossia un miglioramento di almeno il 75% del PASI al basale, e un punteggio nello static Physician’s Global Assessment (sPGA) di 0/1 (pelle libera o quasi libera da lesioni) dopo 16 settimane.

Ha anche raggiunto molteplici endpoint secondari chiave, inclusa la dimostrazione che deucravacitinib alla dose di 6 mg una volta al giorno era superiore ad apremilast nei pazienti che raggiungevano il PASI 75 e l’sPGA 0/1 alla settimana 16.

«La maggiore efficacia che abbiamo osservato nei pazienti con psoriasi da moderata a grave, combinata con un buon profilo di sicurezza, sono coerenti con il meccanismo d’azione di deucravacitinib, una potenziale nuova classe di molecole. I dati incoraggianti che abbiamo visto fino ad oggi suggeriscono che il farmaco potrebbe diventare un’importante opzione di trattamento per via orale per quanti soffrono della malattia» ha dichiarato Sami Hirawat, responsabile medico in BMS. «Non vediamo l’ora di discutere i risultati dei due studi registrativi con le autorità sanitarie».