Cooperazione: leggi antiterrorismo nel mirino di Staderini


Cooperazione internazionale, Staderini (Msf): “Leggi antiterrorismo legano le mani, servono esenzioni per garantire aiuti alle comunità”

Cooperazione: leggi antiterrorismo nel mirino di Staderini

“La legislazione sull’antiterrorismo nei Paesi colpiti da guerre e conflitti sempre più spesso costituisce un limite per portare aiuti umanitari alle popolazioni. Le organizzazioni lavorano nel quadro delle norme, ma queste leggi ci lasciano in un limbo giuridico. Dato che, in quei contesti, l’azione è già complessa e rischiosa, se vengono posti ulteriori paletti diventa impossibile”.

Così Duccio Staderini, capomissione di Medici senza frontiere (Msf), durante il webinar ‘Il costo della sicurezza, primo appuntamento del ciclo di incontri ‘Dialoghi Umanitari’, organizzati dall’ong. Staderini evidenzia che “la neutralità e l’imparzialità dell’azione umanitaria, nell’epoca della lotta al terrorismo, sono state rimesse in discussione e in alcuni Paesi viene addirittura criminalizzata, perché interpretata come un fattore indiretto di sostegno ai gruppi armati oppure strumento di destabilizzazione manovrato da Paesi esterni”.

Una situazione, spiega la Dire (www.dire.it), che si verifica ad esempio in Mozambico, dove il governo ha deciso di sospendere l’emissione dei visti umanitari nella regione di Cabo Delgado, ostaggio di un’insurrezione che sta generando centinaia di migliaia di sfollati. Poi c’è lo Yemen, dove il blocco ai conti bancari non consente alle ong di acquistare i beni necessari per una delle popolazioni più povere del mondo. Nel nord della Siria, Paese in guerra da ormai un decennio, in linea teorica le organizzazioni umanitarie non sono autorizzate a intervenire.

“Spesso ci troviamo costretti a chiederci se intervenire comunque, nonostante queste leggi” continua il capomissione di Msf, che chiarisce: “Noi vogliamo e dobbiamo lavorare nella legalità, come sempre Msf e gli altri enti fanno. Non solo Medici senza frontiere ma tutti gli attori presenti sul campo cercano di dialogare con i governi per ottenere garanzie ed eccezioni nel quadro normativo stabilito”. Marco Sassoli, docente di Diritto internazionale dell’Università di Ginevra, puntualizza che in ogni caso le organizzazioni umanitarie non lavorano nell’illegalità. “Il diritto internazionale prevale sul diritto nazionale” sottolinea.

“Inoltre la Convenzione di Ginevra stabilisce che ‘un ente umanitario imparziale potrà offrire i suoi servizi alle parti belligeranti‘, compresi i gruppi armati nonché quelli etichettati come terroristi”. Sassoli continua: “Sono le misure antiterrorismo che non prevedono esenzioni per il diritto umanitario a violare le leggi del diritto internazionale”. Una posizione, evidenzia il professore, ribadita negli ultimi anni anche dal Consiglio di sicurezza dell’Onu. Sassoli conclude: “Sessanta milioni di persone nel mondo vivono sotto il controllo dei gruppi armati che sono quasi sempre definiti terroristi, anche se lo trovo opinabile; dato che però non si può fare un intervento umanitario su un territorio senza coordinarsi con chi lo controlla, i governi devono garantire un’esenzione per le organizzazioni umanitarie”.