Corticosteroidi topici aumentano rischio osteoporosi


Maggior rischio di osteoporosi con corticosteroidi topici ad alto dosaggio secondo i risultati di un nuovo studio pubblicato su Jama

Maggior rischio di osteoporosi con corticosteroidi topici ad alto dosaggio secondo i risultati di un nuovo studio pubblicato su Jama

I pazienti sottoposti a dosi cumulative elevate di corticosteroidi topici potenti hanno un rischio maggiore di sviluppare osteoporosi e fratture osteoporotiche rispetto a quanti utilizzano gli stessi farmaci a dosi più basse. È quanto suggerito dai risultati di un ampio studio di coorte retrospettivo danese pubblicato sulla rivista Jama Dermatology.

Si stima che facciano uso di glucocorticoidi dallo 0,5% all’1,0% degli adulti allo scopo di gestire una serie di condizioni, che spaziano dalle allergie alle malattie infiammatorie e al cancro. Il loro impiego aumenta con l’età, infatti vengono utilizzati da più del 3% degli adulti di età superiore ai 50 anni e dal 5,2% di quelli che superano gli 80. Nonostante la crescente disponibilità di farmaci in grado di modulare la funzione immunitaria e/o l’infiammazione, secondo il Danish National Patient Registry la prevalenza dell’uso di glucocorticoidi è rimasta stabile nel periodo 1999-2016.

Influenza su osteoporosi e fratture
L’analisi ha incluso oltre 720mila adulti che avevano ricevuto una prescrizione di mometasone furoato o altri corticosteroidi topici potenti come il betametasone valerato o il clobetasolo propionato, equivalenti a una dose di almeno 200 g, messi a confronto con pazienti a cui era stato prescritto mometasone a dosi comprese tra 200 e 499 g. In pratica i soggetti erano stati sottoposti al doppio del dosaggio cumulativo di corticosteroidi topici a elevata potenza che viene comunemente utilizzato per controllare la sintomatologia di malattie croniche della pelle come la dermatite atopica e la psoriasi.

Il trattamento ha aumentato del 3% il rischio relativo che si sviluppi osteoporosi, hanno scritto il primo autore Alexander Egeberg e colleghi dell’Università di Copenaghen. L’osteoporosi è stata accertata tramite una diagnosi ospedaliera o ambulatoriale, mentre una frattura osteoporotica maggiore includeva una frattura dell’anca, dell’avambraccio, delle vertebre o dell’omero.

È stato anche rilevato un aumento del 3% del rischio relativo di fratture osteoporotiche associato a ogni raddoppio della dose cumulativa di corticosteroidi topici (HR 1,03), con una relazione dose-dipendente.

Effetto sulle ossa a partire dai 1000 grammi
Non è stata osservata nessuna associazione significativa tra l’esposizione ai corticosteroidi a dosi cumulative di 500-999 grammi e la frattura osteoporotica maggiore (HR 1,01), ma dosi di 1.000 g o superiori sono state tuttavia correlate a un rischio significativamente maggiore di fratture maggiori, dove il rischio più elevato era associato a dosi cumulative superiori a 10mila g in un modello completamente aggiustato:

  • Da 1.000 a 1.999 g: HR 1,05
  • Da 2.000 a 9.999 g: HR 1,10
  • 10.000 g e oltre: HR 1,27

Modelli simili sono stati osservati per il rischio di sviluppare osteoporosi, con il rischio più alto osservato tra i soggetti esposti a dosi cumulative di almeno 10.000 g:

  • Da 500 a 999 g: HR 1,06
  • Da 1.000 a 1.999 g: HR 1,09
  • Da 2.000 a 9.999 g: HR 1,10
  • 10.000 e più g: HR 1,24

I ricercatori hanno determinato che l’esposizione ai corticosteroidi rappresentava circa il 4,3% del rischio di osteoporosi attribuibile alla popolazione e il 2,7% delle fratture osteoporotiche maggiori. Non è tuttavia emerso alcun legame significativo tra fratture vertebrali e esposizione a corticosteroidi topici a qualsiasi dose.

«L’osteoporosi indotta da glucocorticoidi è la causa secondaria più comune di osteoporosi e ben il 30% di tutti i pazienti trattati con glucocorticoidi sistemici per più di 6 mesi svilupperà questa condizione», ha osservato Rebecca Jackson della Ohio State University a Columbus in un editoriale di accompagnamento.

Per mitigare il rischio di osteoporosi, gli autori dello studio hanno suggerito che gli operatori sanitari considerino la possibilità di utilizzare altre opzioni terapeutiche che riducano o eliminino i corticosteroidi nei pazienti che necessitano di un trattamento antinfiammatorio potente su grandi superfici corporee per periodi prolungati.

Jackson ha sottolineato che questo studio non fornisce alcuna evidenza che i corticosteroidi topici a dosi convenzionali, il tipo di prescrizione più frequente, comportino un rischio di frattura. Ha anche osservato che nonostante questo rischio dose-dipendente, i corticosteroidi topici potenti ad alto dosaggio sono ancora ampiamente preferibili ai glucocorticoidi sistemici ad alto dosaggio, sostenendo che «il numero di anni-paziente di corticosteroidi topici necessari perché si verifichi una frattura è quasi 4 volte inferiore a quello riportato per i glucocorticoidi orali ad alto dosaggio (40 mg di prednisolone per almeno 30 giorni)».

«Fino a quando ulteriori dati non potranno fornire una guida basata sull’evidenza sui rischi a lungo termine dell’esposizione ad alte dosi di corticosteroidi topici e la reversibilità del rischio con l’interruzione del loro impiego, questo studio implica che questi farmaci dovrebbero essere sospesi prima di raggiungere le soglie di dose cumulativa che si sono rivelate dannose per la salute delle ossa» ha affermato, suggerendo che i medici prendano in considerazione il passaggio a un trattamento non a base di glucocorticoidi se le dosi cumulative si stanno avvicinando alle soglie più alte.

Bibliografia

Egeberg A et al. Association of Potent and Very Potent Topical Corticosteroids and the Risk of Osteoporosis and Major Osteoporotic Fractures. JAMA Dermatol. 2021 Jan 20.
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Jackson RD. Topical Corticosteroids and Glucocorticoid-Induced Osteoporosis-Cumulative Dose and Duration Matter. JAMA Dermatol. 2021 Jan 20.
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