Colangiocarcinoma pretrattato: dopo l’approvazione della statunitense Fda arriva il parere europeo positivo per pemigatinib
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Il Chmp ha rilasciato un parere positivo all’immissione in commercio condizionale di pemigatinib per il trattamento di adulti con colangiocarcinoma trattato, non resecabile, localmente avanzato o metastatico con fusione o riarrangiamento del recettore 2 del fattore di crescita dei fibroblasti (FGFR2).
Una volta approvato, come accaduto negli USA, pemigatinib sarà il primo trattamento mirato nell’UE indicato per i pazienti con questa patologia. Sviluppato dalla biotech americana Incyte, sarà commercializzato con il marchio Pemazyre.
Pemigatinib è un potente e selettivo inibitore orale delle isoforme di FGFR 1, 2 e 3 che, negli studi preclinici, ha dimostrato attività farmacologica selettiva contro le cellule tumorali che presentano alterazioni di FGFR.
Come agisce pemigatinib
I recettori del fattore di crescita dei fibroblasti (FGFR) rivestono un ruolo importante nella proliferazione, sopravvivenza e migrazione delle cellule tumorali, oltre che nell’angiogenesi (la formazione di nuovi vasi sanguigni). Fusioni, riarrangiamenti, traslocazioni e amplificazioni geniche attivanti a carico dei geni degli FGFR sono strettamente correlate con lo sviluppo di vari tumori.
Pemigatinib è un potente e selettivo inibitore orale delle isoforme 1, 2 e 3 dell’FGFR che ha dimostrato, negli studi preclinici, un’attività farmacologica selettiva contro le cellule tumorali che presentano alterazioni degli FGFR.
Lo studio FIGHT-202 che ha portato alla registrazione
FIGHT-202 è uno studio multicentrico internazionale a braccio singolo, in aperto e multicoorte, condotto negli Stati Uniti, in Europa, Medio Oriente e Asia. Fra il 17 gennaio e 2017 e il 22 marzo 2019, il trial ha arruolato 146 pazienti con colangiocarcinoma localmente avanzato o metastatico che erano già stati sottoposti ad almeno una linea di terapia e avevano un’adeguata funzionalità renale.
I pazienti sono stati stratificati in tre coorti: quelli con fusioni o riarrangiamenti del gene FGFR2 (coorte A; 107 pazienti), quelli con altre alterazioni genetiche dei geni FGF/FGFR (coorte B; 20 pazienti) e quelli senza alcuna alterazione FGF/FGFR (coorte C; 18 pazienti). I pazienti in ciascuna delle 3 coorti sono stati trattati con pemigatinib orale 13,5 mg utilizzando uno schema di 2 settimane di trattamento e una settimana di riposo.
Lo studio non era progettato per effettuare confronti statistici fra le tre coorti. L’endpoint primario era l’ORR confermato nella coorte A da un comitato di revisori indipendenti centralizzato.
L’età mediana dei partecipanti era di 59 anni; tuttavia, il 77% dei pazienti nella coorte A aveva meno di 65 anni contro 50% nella coorte B e il 39% nella coorte C. Complessivamente, il 58% dei partecipanti erano donne (61% nella coorte A) e il 61% è stato arruolato in Nord America, il 24% nell’Europa occidentale e il 15% in altre aree geografiche.
Nella coorte A si è registrato un 2,8% di risposte complete, un 32,7% di risposte parziali e il 46,7% di stabilizzazioni della malattia, con un tasso di controllo della malattia dell’82%.
I dati di ORR sono risultati coerenti nei diversi sottogruppi, anche quando gli autori hanno stratificato i pazienti in base al numero di precedenti linee di terapia e al gene partner nel riarrangiamento di FGFR2.
La sopravvivenza libera da progressione (PFS) mediana è risultata di 6,9 mesi nella coorte A, 2,1 mesi nella coorte B e 1,7 mesi nella coorte C.
I dati di sopravvivenza globale (OS) non erano ancora maturi al momento del cut-off dei dati, il 22 marzo 2019. Tuttavia, con una durata mediana di follow-up di 15,4 mesi e una durata mediana del trattamento di 7,2 mesi, l’OS mediana è risultata di 21,1 mesi nella coorte A, contro 6,7 mesi nella coorte B dopo un follow-up mediano di 19,9 mesi, e solo 4,0 mesi nella coorte C dopo un follow-up mediano di 24,2 mesi.
Colangiocarcinoma
Il colangiocarcinoma è un tumore raro che si forma nel dotto biliare. Viene classificato in base alla sua origine: il colangiocarcinoma intraepatico (iCCA) si manifesta nel dotto biliare all’interno del fegato, mentre il colangiocarcinoma extraepatico si manifesta nel dotto biliare al di fuori del fegato. I pazienti con questa patologia oncologica spesso ricevono la diagnosi in una fase tardiva o avanzata quando la prognosi è sfavorevole.
L’incidenza del colangiocarcinoma varia a livello regionale, ma in Europa è compresa tra 0,4 e 1,8 per 100.000 abitanti. Fusioni o riarrangiamenti di FGFR2 si verificano quasi esclusivamente nell’iCCA, dove si osservano nel 10-16% dei pazienti.