Colangiocarcinoma: Fda approva pemigatinib


L’Fda ha approvato il farmaco antitumorale pemigatinib per il trattamento del colangiocarcinoma non resecabile localmente avanzato o metastatico con FGFR2

L'Fda ha approvato il farmaco antitumorale pemigatinib per il trattamento del colangiocarcinoma non resecabile localmente avanzato o metastatico con FGFR2

L’Fda ha approvato il nuovo farmaco antitumorale pemigatinib per il trattamento di adulti con colangiocarcinoma non resecabile localmente avanzato o metastatico con fusione del recettore 2 del fattore di crescita dei fibroblasti (FGFR2) o altro riordinamento, recidivante o refrattario dopo almeno una linea di terapia sistemica.

Hervé Hoppenot, l’amministratore delegato di Incyte, lazienda che ha sviluppato il farmaco, ha osservato che l’azienda renderà “immediatamente disponibile” l’inibitore della chinasi, che è la prima opzione terapeutica mirata approvata dalla Fda per il colangiocarcinoma.

I recettori del fattore di crescita dei fibroblasti (FGFR) rivestono un ruolo importante nella proliferazione, sopravvivenza e migrazione delle cellule tumorali, oltre che nell’angiogenesi (la formazione di nuovi vasi sanguigni). Fusioni, riarrangiamenti, traslocazioni e amplificazioni geniche attivanti a carico degli FGFR sono strettamente correlate con lo sviluppo di vari tumori.

Pemigatinib è un potente e selettivo inibitore orale delle isoforme di FGFR 1, 2 e 3 che, negli studi preclinici, ha dimostrato attività farmacologica selettiva contro le cellule tumorali che presentano alterazioni di FGFR.

Il farmaco ha ricevuto un’approvazione accelerata basata sul tasso di risposta complessivo e sulla durata della risposta (DOR). In particolare, la Fda ha approvato la terapia sulla base dei dati dello studio di Fase II FIGHT-202, che ha arruolato 107 pazienti con colangiocarcinoma localmente avanzato o metastatico con fusione o riarrangiamento FGFR2 che avevano ricevuto un trattamento precedente.

Nei pazienti con fusioni o riarrangiamenti di FGFR2, la monoterapia di pemigatinib ha portato ad un tasso di risposta complessivo del 36%, che è stato l’endpoint primario, con il 2,8% dei pazienti che hanno avuto una risposta completa e il 33% una risposta parziale. Il DOR mediano è stato di 9,1 mesi, che è stato l’endpoint secondario.

L’Fda ha osservato che il 63% dei 38 pazienti che hanno avuto una risposta ne ha avuta una della durata di sei mesi o più, mentre il 18% ha avuto una risposta della durata di 12 mesi o più. Incyte ha osservato che la continuazione dell’approvazione può dipendere dalla verifica e dalla descrizione del beneficio clinico negli studi di conferma.

Richard Pazdur, direttore del Centro di Eccellenza Oncologica dell’Fda, ha dichiarato “abbiamo ritenuto che i risultati di efficacia osservati fossero clinicamente significativi e che la valutazione del rischio complessivo di beneficio per i pazienti con tumori che ospitano fusioni del gene FGFR2 e altri riarrangiamenti fosse favorevole, in particolare quando abbiamo considerato che questi pazienti non hanno altre buone opzioni dopo il trattamento di prima linea con chemioterapia”.

L’Fda ha concesso a pemigatinib la denominazione di “breakthrough” per il trattamento di pazienti con colangiocarcinoma traslocato FGFR2 avanzato/metastatico o non resecabile precedentemente trattato, insieme alla denominazione di farmaco orfano per il trattamento del colangiocarcinoma. La nuova domanda di farmaco per pemigatinib è stata esaminata nell’ambito del programma di revisione prioritaria del regolatore.

A giugno, Incyte ha dichiarato di aver iniziato l’arruolamento dei pazienti nello studio di Fase III FIGHT-302 che valuta pemigatinib rispetto alla chemioterapia come trattamento di prima linea per i pazienti con colangiocarcinoma metastatico o non resecabile chirurgicamente e che attiva i riarrangiamenti FGFR2.

Colangiocarcinoma

Il colangiocarcinoma è un tumore raro che si forma nel dotto biliare. Viene classificato in base alla sua origine: il colangiocarcinoma intraepatico (iCCA) si manifesta nel dotto biliare all’interno del fegato, mentre il colangiocarcinoma extraepatico si manifesta nel dotto biliare al di fuori del fegato. I pazienti con questa patologia oncologica spesso ricevono la diagnosi in una fase tardiva o avanzata quando la prognosi è sfavorevole.

L’incidenza del colangiocarcinoma varia a livello regionale, ma in Europa è compresa tra 0,4 e 1,8 per 100.000 abitanti. Fusioni o riarrangiamenti di FGFR2 si verificano quasi esclusivamente nell’iCCA, dove si osservano nel 10-16% dei pazienti.