Scelti nuovi nomi per crateri e massi di Bennu


Bennu, l’asteroide della missione Osiris-Rex della Nasa, ha ricevuto numerosi nuovi nomi per i crateri e i massi che si trovano sulla sua superficie

Scelti nuovi nomi per crateri e massi di Bennu

In principio, quando fu scoperto tramite il programma Linear (Lincoln Near-Earth Asteroid Research) nell’ormai lontano 11 settembre 1999, Bennu ottenne il nome provvisorio di 1999 RQ36. Molti asteroidi ricevono un nome proprio negli anni successivi alla loro scoperta, ma la maggior parte resta con un codice identificativo di questo tipo, in cui il primo numero è l’anno di scoperta e il codice successivo indica la quindicina (R è la prima di settembre) e l’ordine di scoperta (Q36 è la 36esima volta che si ripete la lettera Q in ordine alfabetico).

Di certo, l’obiettivo di una missione come Osiris-Rex non poteva restare senza un nome proprio e per questa ragione nel 2012, all’avvicinarsi del lancio della sonda, fu indetta la competizione internazionale Name That Asteroid! per la scelta del suo nome. Ne uscì vincitore il nome di Bennu, proposto da un bambino di 9 anni del North Carolina. Bennu, una divinità dalle sembianze di airone, è una figura associata alla creazione e alla rinascita legata a doppio filo a Osiride, il dio egizio della morte a cui il nome della sonda si ispira.

Per ogni corpo del Sistema solare l’Unione astronomica internazionale (Iau) sceglie un tema che vincola la scelta dei nomi per i dettagli successivamente nominati sulla sua superficie. Il tema di Bennu è quindi quello delle figure mitologiche alate e i trentacinque dettagli che hanno ricevuto un nome sulla sua superficie, massi, crateri o intere regioni, seguono questa scelta.

Tra i primi 12 nomi ricevuti il 31 gennaio 2020 c’era per esempio l’uccello della mitologia cherokee Tlanuwa a dare il nome alla Tlanuwa regio, un’ampia regione coperta di massi nell’emisfero sud dell’asteroide. C’erano Huginn e Munin saxum, due massi che portano il nome dei corvi che affiancano la divinità norrena Odino. Strix saxum ha il nome delle strigi, gli uccelli del malaugurio della mitologia romana.

Il secondo giro di nomi c’è stato il 26 marzo 2020, con per esempio Aellopus saxum da Aello, una delle arpie della mitologia greca, e Kongamato saxum da una creatura volante della mitologia zambiana. Sono stati anche introdotti nomi di uccelli non mitologici ma legati al mondo fantastico, come Odette e Odile saxum dal Lago dei Cigni di Čhaikovsij, Dodo saxum da Alice nel Paese delle meraviglie di Carroll, e Thorondor saxum, un masso che prende il nome dal re delle aquile della tolkieniana Terra di Mezzo.

In un tweet dello scorso primo febbraio, il team della missione Osiris-Rex ha reso nota una nuova serie di nomi affidati ai dettagli superficiali di Bennu, pubblicandone la mappa completa e aggiornata.

L’aggiornamento riguarda soprattutto i nomi dei crateri, assenti nelle versioni precedenti. Ci sono ad esempio il Pegasus crater, dal famoso cavallo alato della mitologia greca, l’Alicanto crater, da un uccello della mitologia dell’Atacama, o ancora Wuchowsen crater, dallo spirito uccello in una leggenda degli Abenachi, una tribù di nativi americani.

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