Leishmaniosi cutanea: arriva il primo vaccino


Leishmaniosi cutanea: in Canada un gruppo di ricercatori, combinando leishmanizzazione ed editing genomico, ha realizzato il primo vaccino

Leishmaniosi cutanea: arriva il primo vaccino

Mettere insieme tecnologie vecchie e nuove. È quello che hanno fatto i ricercatori della McGill University di Montreal in Canada, che hanno messo a punto un vaccino in grado di proteggere dalla diffusione del principale parassita della Leishmania, che causa la leishmaniosi cutanea. La strategia si basa su una nuova modalità di leishmanizzazione partendo da parassiti modificati geneticamente con CRISPR. Il vaccino – che gli sviluppatori ora vogliono testare in uno studio clinico di Fase I – potrebbe portare a importanti progressi contro questa malattia negletta che affligge ancora milioni di persone soprattutto nei Paesi più poveri delle aree tropicali e subtropicali. Lo studio, che ne ha dimostrato l’efficacia in modelli animali, è stato pubblicato lo scorso luglio su Nature Communications.

COS’È LA LEISHMANIOSI

La leishmaniosi è una malattia tropicale negletta causata dall’infezione di protozoi del genere Leishmania. Viene trasmessa dalle punture di diverse specie di moscerini flebotomi (detti anche pappataci) infetti che trasportano il parassita che, a seconda del tipo, può causare forme cutanee localizzate di leishmaniosi o una malattia sistemica fatale chiamata leishmaniosi viscerale. Si stima che in tutto il mondo sia circa 1 miliardo il numero di persone a rischio di infezione, soprattutto nei Paesi tropicali e subtropicali, dove si verificano fino a 1,7 milioni di nuovi casi ogni anno. Le opzioni di trattamento sono limitate e la sorveglianza è scarsa nei Paesi più endemici. Un vaccino sarebbe un intervento efficace per la protezione contro questa malattia, riducendo la trasmissione e supportando l’eliminazione della leishmaniosi a livello globale. Un passaggio necessario anche considerando che in seguito al cambiamento climatico la malattia si sta diffondendo dalle zone tropicali e subtropicali a nazioni sviluppate in Europa o negli Stati Uniti.

INNOVARE LE VECCHIE STRATEGIE

Come riportano gli autori del lavoro, per un certo periodo in diversi Paesi del Medio Oriente e dell’ex Unione Sovietica è stata messa in pratica la vaccinazione tramite leishmanizzazione, tecnica che prevedeva l’infezione volontaria con basse dosi di Leishmania major, parassita che veniva inoculato vivo sulla pelle per creare una piccola infezione che una volta guarita, era in grado di dare un’immunità per tutta la vita (si preferiva il Leishmania major al Leishmania donovani poiché rimane nella pelle senza causare malattia viscerale). Una tecnica che ricorda la messa a punto del vaccino per il vaiolo da parte di Edward Jenner oltre due secoli fa. Nonostante fornisse una protezione superiore al 90%, la leishmanizzazione è stata abbandonata perché causava lesioni cutanee occasionali nel sito di inoculazione che potevano durare anche mesi. Da qui l’idea di innovare questo vecchio trattamento e renderlo più sicuro, fornendo una risposta immunitaria protettiva contro la leishmaniosi cutanea senza causare lesioni, sfruttando la tecnica di editing genomico. “Abbiamo perfezionato il concetto utilizzando una tecnologia moderna e creando un parassita che non provoca malattie cliniche ma consente l’induzione dell’immunità”, ha precisato Abhay Satoskar, co-autore del lavoro e professore di patologia e microbiologia presso la Ohio State University negli Stati Uniti.

IL VACCINO CONTRO LA LEISHMANIOSI

Per sviluppare il vaccino il team della McGill University ha utilizzato la tecnologia CRISPR per modificare il genoma del parassita Leishmania major in modo da renderlo innocuo. In particolare i ricercatori hanno eliminato il gene di una proteina – la cetrina – che supporta la struttura fisica del parassita. In questo modo, come emerge dai dati dello studio condotto su modelli murini immunodepressi, il parassita mutante privo della centrina era in grado di entrare nelle cellule ospiti e replicarsi, ma solo per un breve periodo. Per causare l’infezione i parassiti di Leishmania sfruttano infatti le cellule immunitarie che usano per replicarsi indefinitamente, ma, come ha spiegato Satoskar, così modificati “i parassiti non erano in grado di proliferare, quindi morivano ma persistevano nell’organismo ospitante per otto o nove mesi: un tempo sufficiente per generare l’immunità acquisita”.

BUONE PREMESSE PER LO STUDIO DI FASE I

topi immunizzati con la nuova tecnica di leishmanizzazione non hanno sviluppato lesioni visibili in seguito alla stimolazione con i flebotomi infettati da Leishmania major, mentre negli animali non immunizzati si sono verificate ampie lesioni con un carico parassitario due volte superiore. I dati dimostrano che l’immunizzazione tramite la nuova modalità di leishmanizzazione con parassiti modificati geneticamente con CRISPR produce una protezione e una risposta immunitaria paragonabili alla leishmanizzazione tradizionale. Con il vantaggio però di essere più sicura poiché non causa malattie nei topi immunocompromessi, induce una robusta protezione dell’ospite contro i flebotomi infetti e non contiene geni di resistenza agli antibiotici, un prerequisito essenziale per l’approvazione da parte delle agenzie regolatorie. Tutti elementi che ne garantiscono la sicurezza per una futura sperimentazione clinica per stabilire se la vaccinazione è sicura e protettiva per l’uomo.

UN VACCINO ANCHE PER LA LEISHMANIOSI VISCERALE

Il vaccino, secondo quanto riferito da Satoskar costerà appena 5 dollari a dose. Molto meno rispetto l’attuale trattamento standard dei casi gravi di leishmaniosi che può arrivare fino a 200 dollari a dose e richiede più iniezioni giornaliere di farmaci che possono causare spiacevoli effetti collaterali. Inoltre sembra essere sicuro per l’ambiente, perché aggiunge Satoskar: “i molteplici test sugli animali hanno anche assicurato che il genoma del parassita non è tornato alla normalità. Abbiamo scoperto che se un flebotomo dovesse pungere nel sito del vaccino e trasportare in natura i parassiti mutati, questi non potrebbero sopravvivere”. Il team di ricercatori però sta già guardando al futuro e, oltre a prepararsi per il trial di Fase I di questo vaccino, sta progettando di modificare anche il genoma del ceppo di Leishmania donovani – usando sempre CRISPR – per sviluppare un vaccino sicuro per prevenire la leishmaniosi viscerale, potenzialmente fatale.