Tumore al seno: tesetaxel efficace con capecitabina


Cancro mammario HR+/HER2- metastatico: tesetaxel aggiunto a capecitabina migliora la sopravvivenza libera da progressione

Tumore al seno: bene tesetaxel aggiunto a capecitabina

I pazienti con cancro mammario metastatico con recettore del fattore di crescita epidermico umano 2-negativo (HER2-) e recettore ormonale positivo (HR+) trattati con tesetaxel e una dose ridotta di capecitabina ottengono un miglioramento della sopravvivenza libera da progressione (PFS) rispetto a quelli trattati con la sola capecitabina alla dose approvata dalla Food and Drug Administration. Lo evidenziano i risultati dello studio di fase 3 CONTESSA, presentati di recente al San Antonio Breast Cancer Symposium (SABCS).

Tesetaxel
Tesetaxel, un taxano orale, è un nuovo farmaco con diverse proprietà uniche, tra cui la somministrazione orale e una significativa attività contro linee cellulari di cancro al seno resistenti alla chemioterapia.

«Tesetaxel è una nuova entità chimica che, a differenza degli altri taxani – paclitaxel e docetaxel – non viene estrusa dalla pompa P-gp” ha spiegato durante la sua relazione Joyce O’Shaughnessy, condirettrice della ricerca sul cancro al seno e direttrice della ricerca sulla prevenzione del cancro al seno al Baylor-Sammons Cancer Center di Dallas. «Di conseguenza, tesetaxel ha la caratteristica unica di essere intrinsecamente biodisponibile oralmente. È anche significativamente più solubile degli altri taxani e ha un’emivita molto più lunga (8 giorni)».

O’Shaughnessy ha aggiunto che tesetaxel, rispetto ad altri trattamenti, richiede anche una somministrazione meno frequente. «Mentre il regime standard con paclitaxel richiede infusioni settimanali, la somministrazione di tesetaxel prevede l’assunzione di 2-5 capsule una volta ogni 3 settimane» ha detto.

Lo studio CONTESSA
Lo studio CONTESSA è un trial multicentrico internazionale di fase 3, randomizzato, in aperto, nel quale si è confrontata la combinazione di tesetaxel più capecitabina con capecitabina da sola in 685 pazienti con tumore al seno metastatico HR+/HER2-, già trattati con non più di un regime chemioterapico per la malattia avanzata e con un taxano nel setting neoadiuvante o adiuvante.

I pazienti assegnati alla combinazione (343; età mediana: 56 anni) sono stati trattati con tesetaxel 27 mg/m2 il primo giorno di un ciclo di 21 giorni, quindi con 1650 mg/m2 al giorno di capecitabina nei giorni da 1 a 14 dello stesso ciclo. Quelli assegnati alla sola capecitabina (342; età mediana: 57 anni) hanno ricevuto la dose approvata dalla FDA (2500 mg/m2 al giorno nei giorni da 1 a 14 di un ciclo di 21 giorni).

Il perché del confronto tra una combinazione e una monoterapia
«La ragione per cui si è confrontata la combinazione rispetto alla monoterapia deriva dal fatto che CONTESSA è stato progettato come studio registrativo, molto simile agli studi iniziali nei quali si sono confrontati docetaxel con o senza capecitabina e paclitaxel con o senza gemcitabina» ha detto O’Shaughnessy illustrando il razionale dello studio.

«Inoltre, lo studio ha permesso di arruolare una popolazione con malattia più aggressiva e non vi era alcuna restrizione di almeno un anno di intervallo libero da malattia successivo alla terapia con taxani, quindi i pazienti potevano arrivare entro un anno dalla fine del trattamento con il taxano» ha aggiunto.

L’endpoint principale del trial era la PFS, valutata da un Comitato di revisione radiologica indipendente (IRC) e lo studio è stato progettato con una potenza del 90% per rilevare un miglioramento di 2,5 mesi nella PFS mediana (HR 0,71). Gli endpoint secondari erano la sopravvivenza globale (OS), il tasso di risposta obiettiva (ORR) e il tasso di controllo della malattia.

Endpoint primario raggiunto
Il follow-up è stato condotto per una mediana di 13,9 mesi.

Lo studio CONTESSA ha raggiunto l’endpoint primario di miglioramento della PFS valutato dall’IRC. Infatti, la PFS mediana è risultata di 9,8 mesi nel braccio trattato con tesetaxel più una dose ridotta di capecitabina, contro 6,9 mesi nel braccio trattato con capecitabina da sola (HR 0,716; IC al 95% 0,573-0,895; P = 0,003). «L’incremento della PFS mediana è certamente simile a quello osservato nello studio su docetaxel con o senza capecitabina» ha affermato O’Shaughnessy.

Inoltre, l’ORR è risultato del 57% per il gruppo trattato con tesetaxel più capecitabina contro il 41% per il gruppo capecitabina da sola (P = 0,0002).

I dati sull’OS, invece, erano ancora immaturi al momento dell’analisi presentata a San Antonio.

Profilo degli eventi avversi gestibile
Coerentemente con gli studi clinici precedenti, la combinazione tesetaxel più capecitabina ha mostrato un profilo degli eventi avversi gestibile.

Alcuni eventi avversi di grado 3 o superiore manifestatisi durante il trattamento, e verificatisi in almeno il 5% dei casi, sono risultati più frequenti nei pazienti assegnati a tesetaxel più capecitabina, rispetto alla sola capecitabina; tra questi, la diarrea (13,4% contro 8,9%), la neutropenia (71,2% contro 8,3%), la fatigue (8,6% contro 4,5%), la neutropenia febbrile (12,8% contro 1,2%), la leucopenia (10,1% contro 0,9%), l’ipopotassiemia (8,6% contro 2,7%) e l’anemia (8% contro 2,1%). Al contrario, nei pazienti ai quali era stata assegnata la sola capecitabina è risultata più frequente l’eritrodisestesia palmo-plantare (6,8% contro 12,2%).

Eventi avversi insorti durante il trattamento che ne hanno comportato l’interruzione si sono verificati in almeno l’1% dei pazienti. Alcuni si sono manifestati più spesso nei pazienti assegnati alla terapia di combinazione, come la neuropatia (3,6% contro 0,3%) e la neutropenia o neutropenia febbrile (4,2% contro 1,5%), mentre altri sono risultati più comuni nei pazienti a cui era stata assegnata la sola capecitabina, tra cui l’eritrodisestesia palmo-plantare (0,6% contro 2,1%) e la diarrea (0,9% contro 1,5%).

I pazienti che hanno dovuto interrompere il trattamento a seguito di qualsiasi evento avverso insorto durante il trattamento stesso sono stati il 23,1% nel gruppo assegnato alla terapia di combinazione rispetto all’11,9% nel gruppo assegnato alla sola capecitabina.

Nel gruppo trattato con la combinazione si sono manifestati anche altri eventi avversi risultati più frequenti rispetto al gruppo di controllo, tra cui l’alopecia di grado 2 (8% contro 0,3%) e la neuropatia di grado 3 o superiore (5,9% contro 0,9%).

In conclusione
«Tesetaxel più una dose ridotta di capecitabina rappresenta una potenziale nuova opzione di trattamento per i pazienti con carcinoma mammario metastatico HR+/HER2-, avendo migliorato significativamente la PFS rispetto alla sola capecitabina» ha concluso O’Shaughnessy.

J. O’Shaughnessy et al. Results from CONTESSA: A phase 3 study of tesetaxel plus a reduced dose of capecitabine versus capecitabine alone in patients with HER2-, hormone receptor + (HR+) metastatic breast cancer (MBC) who have previously received a taxane. SABCS 2020; poster GS4-01.
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