Diabete: inibitori SGLT2 sicuri per i reni


Nei pazienti con diabete di tipo 2 minor rischio di danno renale acuto con gli inibitori SGLT2 rispetto ad altri ipoglicemizzanti

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Nei pazienti con diabete di tipo 2, tra i vari ipoglicemizzanti utilizzati gli SGLT2 hanno conferito un minor rischio di sviluppare un danno renale acuto rispetto all’uso dei GLP-1 agonisti o ai DPP-4 inibitori. Sono le conclusioni di una metanalisi di studi clinici pubblicata di recente sul Clinical Journal of the American Society of Nephrology.

«È di fondamentale importanza che i medici acquisiscano una solida comprensione delle differenze nel rischio di danno renale acuto (AKI, Acute Kidney Injury) tra le varie classi di farmaci antidiabetici, in modo da migliorare l’accuratezza prescrittiva» hanno sostenuto il primo autore dello studio Min Zhao e colleghi della school of public health alla Guangxi Medical University in Cina.

«Tuttavia la conoscenza degli effetti comparativi di queste tre classi di farmaci ipoglicemizzanti sul rischio di AKI è limitata, per via dei pochi studi diretti effettuati», hanno scritto i ricercatori. «A differenza della meta-analisi a coppie standard (in cui si confrontano direttamente due trattamenti), una meta-analisi di rete ci consente di confrontare più interventi simultaneamente in una singola analisi, combinando sia studi diretti testa a testa che il confronto indiretto tra gli interventi, attraverso una rete di studi. Questo ci permette di stimare gli effetti comparativi degli inibitori DPP4, GLP-1 agonisti e SGLT2 inibitori sul rischio di AKI, in assenza di prove testa a testa, in modo da individuare la terapia più sicura».

Danno renale nel diabete
Il diabete può danneggiare i vasi sanguigni dei reni e il primo sintomo di questo deterioramento è rappresentato dalla presenza di albumina nelle urine. Se sui pazienti affetti da diabete viene condotto un esame dell’urina sufficientemente accurato da rilevare basse quantità di albumina (microalbuminuria), un tale deterioramento può già essere individuato quando ancora in stadio iniziale. In quelli più avanzati la funzionalità renale può ridursi e deve essere monitorata controllando i valori del tasso di filtrazione glomerulare. Se i reni sono danneggiati e non riescono a filtrare adeguatamente il sangue si verifica un accumulo di scorie nel sangue, con un’eccessiva ritenzione di acqua e sale che può causare un aumento del peso corporeo e gonfiore alle caviglie.

La nefropatia diabetica è la causa più frequente di sindrome nefrotica negli adulti. La nefropatia diabetica è anche la causa più frequente di malattia renale terminale negli Stati Uniti, essendo responsabile fino all’80% dei casi. La prevalenza di insufficienza renale è di circa il 40% tra i pazienti con diabete di tipo 1 e del 20-30% in quelli con diabete di tipo 2, ma questa percentuale è probabilmente sottostimata.

SGLT2 inibitori più sicuri nei pazienti a rischio di danno renale acuto
La metanalisi ha incluso 18 trial clinici studi per un totale di oltre 2000 eventi AKI su quasi 157mila pazienti con diabete di tipo 2.

I risultati hanno mostrato che gli inibitori SGLT2 erano associati a un minor rischio di danno renale cronico rispetto al placebo (OR = 0,76), mentre sia gli inibitori DPP-4 che i GLP-1 agonisti avevano effetti neutri. I primi erano anche associati a un minor rischio di AKI rispetto agli inibitori GLP-1 (OR = 0,79) e DPP-4 (OR = 0,68).

Ulteriori risultati hanno indicato che gli inibitori SGLT2 avevano la probabilità più alta (84%) di essere la terapia più sicura, mentre le altre due classi avevano rispettivamente una probabilità dell’1% e dello 0%.

«Gli inibitori SGLT2 sono la scelta migliore per ridurre il rischio di AKI», hanno concluso Zhao e colleghi. «Questi risultati consentono ai medici di selezionare il miglior farmaco ipoglicemizzante per i pazienti ad alto rischio di AKI».

Bibliografia

Zhao M et al. Network Meta-Analysis of Novel Glucose-Lowering Drugs on Risk of Acute Kidney Injury. Clin J Am Soc Nephrol. 2020 Dec 31;16(1):70-78. 

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