Tumore al seno: nuovi criteri per decidere la chemio


Tumore al seno HR+/HER2-, nuovi criteri per decidere sulla chemioterapia in base ai dati del trial clinico SWOG S1007 RxPONDER

Tumore al seno HR+/HER2-, nuovi criteri per decidere sulla chemioterapia in base ai dati del trial clinico SWOG S1007 RxPONDER

I dati del trial clinico SWOG S1007 RxPONDER, presentato al San Antonio Breast Cancer Symposium 2020, indicano nuovi criteri per individuare le donne con tumore al seno ormono-positivo (HR+) e HER2-negativo (HER2-) nelle quali ricorrere o meno alla chemioterapia.

Secondo i riscontri del trial, tra le donne con tumore al seno in stadio iniziale con positività linfonodale e un punteggio di recidiva (RS) ≤ 25 trattate con terapia endocrina adiuvante, con o senza chemioterapia, a un follow-up di 5,1 anni quelle in post-menopausa non hanno mostrato alcun beneficio aggiuntivo dal trattamento chemioterapico, mentre quelle in pre-menopausa sottoposte alla chemioterapia hanno mostrato un miglioramento nella sopravvivenza libera da malattia invasiva (IDFS) e un primo segnale di miglioramento della sopravvivenza globale (OS).

Caratteristiche dello studio RxPONDER
Lo studio RxPONDER si proponeva di determinare quali pazienti con carcinoma mammario HR+/HER2- e da uno a tre linfonodi ascellari positivi traggano beneficio dalla chemioterapia e quali potrebbero, invece, evitarla, ottenendo comunque risultati simili con la sola terapia endocrina.

Nello studio, 5083 pazienti con carcinoma mammario in stadio 2-3 e da uno a tre linfonodi ascellari positivi, con RS ≤ 25, sono state assegnate in modo casuale in rapporto 1:1 alla sola terapia endocrina (ET) o alla terapia endocrina più chemioterapia (CET).

Circa due terzi delle pazienti erano in post-menopausa. I dati sono stati stratificati in funzione dell’RS (0-13 versus 14-25), dello stato menopausale e dell’exeresi dei linfonodi ascellari rispetto alla biopsia del nodo sentinella.

L’RS, il cui range varia da 0 a 100, è stato determinato utilizzando un test (Oncotype Dx) che fornisce una valutazione individualizzata del rischio di cancro al seno invasivo in stadio iniziale in base all’analisi di 16 geni tumore-correlati.

Lo studio è stato progettato per valutare nell’analisi primaria se la differenza nella IDFS per le pazienti trattate con chemioterapia, rispetto a nessuna chemioterapia, fosse correlata all’RS anche in funzione dello status menopausale.

I risultati
Nell’analisi primaria, il test di interazione tra beneficio della chemioterapia e valore di RS non era statisticamente significativo (P = 0,30).

«I nostri dati mostrano che le donne in post-menopausa con carcinoma mammario HR-positivo, HER2-negativo con da uno a tre linfonodi positivi e un RS di 25 o inferiore possono evitare di ricevere la chemioterapia adiuvante». ha spiegato Kevin Kalinsky, del Glenn Family Breast Center del Winship Cancer Institute of Emory University di Atlanta. «Invece, le pazienti in pre-menopausa con carcinoma mammario HR positivo, HER2 negativo con da uno a tre linfonodi positivi e un RS ≤ 25 dovrebbero ricevere la chemioterapia adiuvante: in questo gruppo, il tasso IDFS è migliorato di oltre il 5% con la chemioterapia».

Nel dettaglio, nelle 3350 pazienti in post-menopausa (il 67%) con RS ≤ 25, non vi era alcuna differenza nell’IDFS a 5 anni tra quelle trattate con la chemioterapia e quelle no: 91,6% contro 91,9% (HR 0,97; IC al 95% 0,78-1,22; P = 0,82).

Invece, nelle 1665 pazienti in pre-menopausa (il 33%) con RS ≤ 25, l’IDFS a 5 anni è risultata del 94,2% per quelle che hanno ricevuto la chemioterapia, contro l’89% per le donne non trattate con regimi chemioterapici (HR 0,54; IC al 95% 0,38-0,76; P = 0,0004).

I dati hanno anche mostrato un vantaggio statisticamente significativo di OS, con una riduzione del rischio di decesso del 53% (HR 0,47; IC al 95% 0,24-0,94; P = 0,032) nelle pazienti in pre-menopausa, sebbene questo risultato sia condizionato dal numero limitato di eventi al momento della valutazione. I risultati sono apparsi simili nelle donne in pre-menopausa con RS da 0 a 13 e in quelle con RS da 14 a 25.

In conclusione
«Sulla base dell’RS, esiste una significativa differenza nel beneficio della CT per le donne in pre-menopausa rispetto alle donne in post-menopausa, che richiede l’effettuazione di analisi separate», ha commentato Kalinsky.

«I dati attuali mostrano che la terapia adiuvante può essere ridotta alla sola ET nelle pazienti post-menopausali con RS < 25 e da uno a tre linfonodi positivi. Tuttavia, vi è un forte vantaggio di IDFS per la CET nelle pazienti in pre-menopausa, con una prima indicazione di un miglioramento dell’OS», ha concluso l’autore.

Riferimenti:
Kalinsky, et al. First results from a phase III randomized clinical trial of standard adjuvant endocrine therapy (ET) +/- chemotherapy (CT) in patients (pts) with 1-3 positive nodes, hormone receptor-positive (HR+) and HER2- negative (HER2-) breast cancer (BC) with recurrence score (RS) < 25: SWOG S1007 (RxPONDER). SABCS 2020; abstract GS3-00. Link