Lupus: anticorpo monoclonale BIIB059 promettente


Lupus eritematoso sistemico: l’anticorpo monoclonale BIIB059 promettente secondo i risultati di uno studio di fase II

Lupus eritematoso sistemico: l'anticorpo monoclonale BIIB059 promettente secondo i risultati di uno studio di fase II

BIIB059, farmaco sperimentale per il lupus in corso di sviluppo clinico, sembra essere superiore al placebo nel ridurre l’attività di malattia articolare in pazienti affetti da lupus. Il trattamento, inotre, si è dimostrato anche sicuro, con un tasso di eventi avversi seri e di infezioni simile al placebo.

Sono queste le conclusioni dello studio di fase 2 LILAC, presentato nel corso dell’ultimo Congresso ACR, a distanza di un anno dalla presentazione dei primi risultati positivi del trial in questione  sull’impiego del nuovo farmaco nel trattamento di questa condizione clinica.

Razionale dello studio
BIIB059, dal punto di vista farmacologico, è un anticorpo monoclonale umanizzato che ha come bersaglio l’antigene 2 delle cellule dendritiche, un recettore esclusivamente espresso in un sottogruppo di cellule del sistema immunitario (le cellule dendritiche plasmacitoidi). Il recettore in questione sarebbe in grado di ridurre la produzione di citochine infiammatorie da parte di queste cellule del sistema immunitario.

“Esistono tre tipi di interferoni (di tipo 1, 2 e 3) – hanno ricordato i ricercatori nel presentare lo studio al Congresso  – e gli interferoni di tipo 1, a loro volta suddivisi in 5 sottotipi – giocano un ruolo chiave nella patogenesi del lupus. Alcune evidenze suffragano questa associazione, includendo livelli elevati di interferone nei pazienti lupici e i dato di un recente trial clinico che dimostrano l’efficacia clinica di anifrolumab, un anticorpo monoclonale che inibisce il pathway degli interferoni bloccando, nello specifico, il recettore dell’interferone di tipo 1”.

“Le cellule dendritiche plasmacitoidi – continuano – responsabili della produzione massiva di interferone di tipo 1 nel lupus, sono particolarmente presenti a livello della cute dei pazienti lupici. Una proteina specifica prodotta da queste cellule è nota come “antigene delle cellule dendritiche nel sangue” (BDCA2). Quando BIIB059 si lega a BDCA2, quest’ultima viene internalizzata dalle cellule e, in tal modo, viene inibita la produzione di interferone di tipo 1, di citochine e di chemochine”.

Obiettivi e disegno del trial
Per esaminare la sicurezza e l’efficacia di BIIB059 nei pazienti con LES e in quelli affetti da lupus eritematoso cutaneo è stato condotto lo studio LILAC, diviso in 2 parti.

Nel corso del Congresso, i ricercatori si sono focalizzati sulla parte A dello studio, che riguardava i pazienti affetti da LES.

A tal riguardo, erano stati reclutati 120 pazienti adulti che soddisfacevano 4 degli 11 criteri aggiornati di classificazione ACR del 1997, con almeno 4 articolazioni dolenti e tumefatte, sulla base della valutazione canonica fatta su 28 articolazioni, come pure con malattia cutanea attiva in base all’indice SLEDAI-2K e con positività agli anticorpi ANA o con livelli elevati di anticorpi anti-dsDNA.

I partecipanti allo studio erano stati randomizzati, secondo uno schema 1:1, a trattamento con BIIB059 450 mg (n=64) o a placebo (n=56), somministrati sottocute a cadenza mensile per 20 settimane, come pure a una dose aggiuntiva alla seconda settimana dall’inizio del trattamento.

La terapia concomitante per il LES doveva risultare iniziata da almeno 12 settimane – e rimanere stabile per almeno un mese – prima del reclutamento nello studio e della randomizzazione sopra indicata.

Al contempo. Il protocollo del trial prevedeva che la somministrazione di corticosteroidi orali fosse limitata a 20 mg/die di prednisone – o equivalenti – con l’obbligo di ridurre progressivamente il dosaggio a partire dalla quarta settimana dopo la somministrazione della dose iniziale della terapia in studio.

L’endpoint primario era rappresentato dalla variazione della conta totale di articolazioni attive – definita dalla somma delle articolazioni dolenti e tumefatte – dal basale a 24 settimane.

Gli endpoint secondari hanno messo a confronto le proporzioni di partecipanti al trial con un miglioramento del 50% del punteggio CLASI-A rispetto al basale, nonché le proporzioni di partecipanti allo studio che avevano raggiunto una risposta SRI-4 a 24 settimane.
Il trial, infine, prevedeva anche la valutazione della safety del trattamento.

Risultati principali
Il 90,6% e l’89,3% dei partecipanti allo studio dei gruppi BIIB050 e placebo, rispettivamente, hanno completato il trattamento previsto dal protocollo.

Dai risultati è emersa una differenza significativa delle variazioni quadratiche medie assolute, rispetto al basale, della conta delle articolazioni attive tra il gruppo placebo (-11,6) e il gruppo BIIB059 (-15) (p=0,037).

Inoltre, è stata documentata una differenza di 26 punti percentuali (IC95%= 9,46-43,24) in termini di tasso di risposta SRI-4 tra il gruppo BIIB059 e il gruppo placebo a 24 settimane.

Infine, per quanto il gruppo BIIB059 abbia mostrato tassi di risposta CLASI-50 superiori rispetto a quanto osservato nel gruppo placebo, la differenza non ha raggiunto la significatività statistica.

Da ultimo, per quanto riguarda la safety, il 67,9% dei pazienti del gruppo placebo e il 59,2% dei pazienti trattati con BIIB059, rispettivamente, ha sperimentato degli eventi avversi.

Riassumendo
In conclusione, i risultati della parte A dello studio LILAC presentati al Congresso hanno dimostrato come la somministrazione di BIIB059 fino a 20 settimane sia risultata associata ad una riduzione significativa della conta totale di articolazioni attive, un miglioramento significativo del tasso di risposta SRI e una percentuale più elevata di pazienti che ha raggiunto una risposta CLASI-50.

Lo studio, insieme al buon profilo di safety, suffraga la continuazione del programma di studi clinici sull’impiego di BIIB059, finalizzato alla registrazione auspicata, se confermata dai dati, di una nuova opzione terapeutica a disposizione nel trattamento di questi pazienti.

Bibliografia
Furie R et al. Efficacy and Safety Results from a Phase 2, Randomized, Double-Blind Trial of BIIB059, an Anti-Blood Dendritic Cell Antigen 2 Antibody, in SLE. ACR 2020; Abs. 935