A tu per tu con il lupo: il vademecum del WWF Abruzzo


Arriva un vademecum del WWF Abruzzo sulla convivenza tra uomini e lupi: WWF Chieti-Pescara lo ha inviato anche al sindaco Diego Ferrara

Partito il primo Piano nazionale di monitoraggio del Lupo, il Wwf: "Bisogna lavorare di più nelle aree di nuova colonizzazione per favorire la coesistenza"

Il WWF Abruzzo ha predisposto, con l’aiuto dei suoi esperti, un vademecum con una serie di consigli utili per favorire una tranquilla coesistenza tra l’uomo e il lupo. L’animale legato anche alla figura di San Francesco, protetto in Italia dal 1971, sta infatti progressivamente riconquistando spazi dai quali era da molti decenni scomparso per mano dell’uomo, anche in aree di pianura e litoranee, spesso prossime a piccoli e grandi nuclei urbani. Una realtà ben evidenziata, ad esempio, dai continui avvistamenti in Val Pescara l’estate scorsa e, più recentemente, nelle aree peri-urbane di Chieti. Una situazione nuova che comporta l’esigenza di informare sui buoni comportamenti chi a questa presenza non è abituato. Il WWF ha per questo predisposto un proprio vademecum (in allegato) che sarà diffuso sui social, a disposizione di chiunque voglia avere qualche consiglio sui comportamenti da attuare.

«Un vademecum – spiega Filomena Ricci, delegato regionale del WWF Abruzzo – che elenca prima norme cui tutti dovremmo attenerci, poi va oltre indicando utili cautele rispettivamente a chi si muove nel territorio, agli allevatori, a coloro che vivono nelle città e, infine, a sindaci e amministratori locali, cui spetta l’onere di informare i cittadini e di coordinarne i comportamenti: nonostante non rappresenti un pericolo per l’incolumità delle persone, visto che da secoli non si registrano casi di attacchi all’uomo, il ritorno del lupo impone comunque semplici attenzioni per favorire una tranquilla coesistenza».

Tra i consigli del WWF il primo riguarda gli scarti di cibo e i rifiuti (ma anche gli alimenti per cani e gatti vaganti), che non vanno mai abbandonati nell’ambiente. Il secondo gli eventuali incontri a breve distanza: occorre fermarsi, evitare sia i movimenti bruschi che di richiamare l’attenzione del lupo, ad esempio fischiando, e aspettare. Se tarda ad allontanarsi si può invece fare rumore battendo le mani o parlando ad alta voce. In ogni caso si deve evitare di correre e allontanarsi invece lentamente. Il lupo inoltre non va seguito, né a piedi né in auto, neanche per scattare foto e video, e anzi è bene mantenere sempre una distanza di almeno 100 metri, per la propria sicurezza e per non creare disturbo all’animale.

«Abbiamo inviato il vademecum – aggiunge Nicoletta Di Francesco, presidente del WWF Chieti-Pescara, la struttura locale dell’associazione del Panda che più spesso in questi ultimi mesi riceve segnalazioni sulla presenza di lupi – anche al dr. Diego Ferrara, sindaco di Chieti, la città nella quale sono attualmente più frequenti le segnalazioni. Nella lettera abbiamo ribadito i consigli dei nostri esperti, maturati da decenni di studi e dalla pluriennale convivenza tra attività antropiche e fauna selvatica nelle nostre Oasi, abbiamo suggerito alcuni facili interventi che, anche attraverso una eventuale ordinanza, potrebbero risultare molto utili, a cominciare dall’obbligo di conferire rifiuti organici e indifferenziati per la raccolta porta a porta chiusi negli appositi bidoncini e non con la sola busta. Una cautela opportuna in tutta la città e che andrebbe comunque attuata subito almeno nei quartieri più vicini alle zone di avvistamento dei lupi».

Il WWF ABRUZZO ricorda infine che non c’è nulla di “misterioso” nella presenza dei lupi in aree peri-urbane: seguono le prede, soprattutto i cinghiali ma anche gli altri ungulati, e hanno una funzione ecologica fondamentale controllando le popolazioni degli erbivori, con una grande utilità pure per l’uomo che, proprio grazie ai lupi, può contare sulla riduzione dei danni arrecati alle coltivazioni. Un ruolo che i cacciatori, “colpevoli” peraltro della immissione a fini venatori dei cinghiali, non hanno mai ottenuto nonostante decenni di pericolosa pressione venatoria.