Dieta vegana: benefici per chi è obeso o in sovrappeso


Riduzione del peso e benefici metabolici con la dieta vegana in pazienti obesi o sovrappeso secondo uno studio statunitense pubblicato su JAMA Network Open

Riduzione del peso e benefici metabolici con la dieta vegana in pazienti obesi o sovrappeso secondo uno studio statunitense pubblicato su JAMA Network Open

Nei soggetti in sovrappeso o obesi una dieta a base vegetale a basso contenuto di grassi ha consentito di perdere mediamente quasi 6 kg di peso nel corso di 16 settimane e ha comportato numerosi benefici metabolici. È quanto emerge dai risultati di uno studio statunitense pubblicato sulla rivista JAMA Network Open.

«Il sovrappeso e le malattie a esso associate, in particolare il diabete di tipo 2 e la sindrome metabolica, rappresentano delle sfide a livello globale», hanno premesso gli autori. «C’è un bisogno urgente di interventi dietetici per affrontare questi problemi e di una migliore comprensione di come funzionano i diversi approcci nutrizionali».

In trial clinici precedenti le diete basate su alimenti di origine vegetale hanno permesso di perdere peso, un risultato spiegato dal fatto che un’alimentazione ricca di fibre e povera di grassi comporta una ridotta assunzione energetica e aumenta l’effetto termico del cibo, che rappresenta circa il 10% del dispendio energetico totale.

Alcuni studi hanno riportato che le persone che seguono una dieta vegana hanno concentrazioni inferiori di lipidi intramiocellulari rispetto a quelle con un’alimentazione onnivora, ipotizzando che queste modifiche possano portare a un aumento dell’attività mitocondriale e del metabolismo postprandiale. Un cambiamento particolarmente importante perché l’accumulo di lipidi nelle cellule muscolari ed epatiche può anche essere associato alla resistenza all’insulina e al diabete di tipo 2.

Scopo del presente studio era misurare gli effetti di una dieta vegana a basso contenuto di grassi su peso corporeo, resistenza all’insulina, metabolismo postprandiale e livelli di lipidi intramiocellulari ed epatocellulari negli adulti in sovrappeso.

Uno studio su soggetti obesi o in sovrappeso
La ricerca ha coinvolto un totale di 224 adulti di età compresa tra 25 e 75 anni con un indice di massa corporea (BMI) da 28 a 40. Metà dei partecipanti sono stati randomizzati a seguire una dieta vegana a basso contenuto di grassi composta da circa il 75% di carboidrati, il 15% di proteine ​​e il 10% di grassi tramite l’assunzione di verdure, cereali, legumi e frutta, senza prodotti animali o grassi aggiunti. Hanno inoltre assunto 500 μg al giorno di vitamina B12. I partecipanti al gruppo di controllo sono stati invece istruiti a seguire la loro dieta abituale. Entrambi i gruppi avevano potevano assumere un massimo di una o due bevande alcoliche al giorno, rispettivamente per le donne e per gli uomini.

Come era prevedibile, il gruppo vegano ha incrementato l’assunzione media di carboidrati e fibre, associato a una diminuzione del consumo di grassi, proteine ​​e colesterolo. Anche se a questi pazienti era consentito di mangiare quanto desideravano, hanno ridotto il loro apporto energetico complessivo, un risultato coerente con quanto già emerso in studi precedenti sulle diete vegane.

Calo ponderale e altri benefici con la dieta vegana
Gli adulti in sovrappeso o obesi che sono stati randomizzati a una dieta vegana a basso contenuto di grassi hanno perso una media di quasi 6 kg (p<0,001) nel corso di 16 settimane, hanno riferito il primo autore Hana Kahleova e colleghi del Physicians Committee for Responsible Medicine in Washington, D.C, mentre i controlli che non hanno modificato la loro alimentazione hanno mantenuto il loro peso durante i 4 mesi dello studio.

I partecipanti sottoposti alla dieta vegana hanno ottenuto molti altri benefici, come un aumento di oltre il 14% (p<0,001) nel dispendio energetico postprandiale, misurato tramite la calorimetria indiretta nelle 3 ore successive a una colazione liquida standard che apportava 720 calorie. I cambiamenti dietetici hanno aumentato il predicted insulin sensitivity index (PREDIM) (p<0,001), che è stato correlato negativamente con una diminuzione del peso corporeo (r = -0,43, p<0,001) e al contempo hanno ridotto l’homeostasis model assessment index (p<0,001).

Utilizzando la spettroscopia protonica di risonanza magnetica (H-MRS), un esame diagnostico non invasivo che permette di individuare i livelli di alcuni metaboliti in specifiche strutture anatomiche sulla base del loro caratteristico spettro di risposta a sequenze di impulsi di risonanza magnetica, i ricercatori hanno anche riscontrato una significativa diminuzione dei livelli di lipidi nel gruppo vegano. In particolare la dieta ha aiutato gli adulti in sovrappeso a raggiungere una diminuzione del 34,4% dei livelli di lipidi epatocellulari e una diminuzione del 10,4% dei livelli di lipidi intramiocellulari, entrambi correlati positivamente con i cambiamenti nella resistenza all’insulina (r = 0,51, p=0,01).

«I cambiamenti in questi livelli lipidici specifici sono clinicamente importanti» hanno sottolineato gli autori, spiegando come «i lipidi epatocellulari e intramiocellulari svolgono un ruolo centrale nell’insulino-resistenza rispettivamente epatica e muscolare, come anche nel diabete di tipo 2».

Bibliografia

Kahleova H et al. Effect of a Low-Fat Vegan Diet on Body Weight, Insulin Sensitivity, Postprandial Metabolism, and Intramyocellular and Hepatocellular Lipid Levels in Overweight Adults: A Randomized Clinical Trial. JAMA Netw Open. 2020 Nov 2;3(11):e2025454. 

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