Malattia di Basedow-Graves: sintomi e come si cura


Intervenire sugli “occhi sporgenti” nella malattia di Basedow-Graves: ecco i principali sintomi di questa malattia e le terapie migliori

Malattia di Basedow-Graves: sintomi e come si cura

La malattia di Basedow-Graves è una patologia autoimmune che colpisce la tiroide: chi ne soffre sviluppa ipertiroidismo, gozzo, alterazioni agli occhi e alla pelle.  L’ipertiroidismo consiste in un ‘super-lavoro’ patologico della tiroide, che porta a sintomi come irritabilità, debolezza muscolare, disturbi del sonno, un battito cardiaco accelerato e perdita di peso. Il tipico sintomo è l’esoftalmo (chiamato anche oftalmopatia di Graves oppure orbitopatia basedowiana), una alterazione morfologica in cui il bulbo oculare viene spinto verso l’esterno provocando i tipici ‘occhi sporgenti’.

Il trattamento di questa malattia richiede la collaborazione e la sinergia di diversi esperti, che possano occuparsi sia della tiroide (da cui origina la patologia) sia dei sintomi che si sviluppano, primi su tutti quelli agli occhi. In particolare, per conoscere il percorso di cura dei sintomi oculari nella malattia di Basedow-Graves, parla all’ufficio stampa del Policlinico di Milano Claudio Guastella, referente insieme a Mario Salvi del Centro di riferimento per la diagnosi e la cura dell’orbitopatia basedowiana.

Quali sono le cause di questa patologia?

Le cause esatte in realtà non sono ancora del tutto chiare: si pensa siano coinvolti sia fattori genetici che fattori ambientali, e si sa che ci sono più probabilità di ammalarsi se un familiare ne ha già sofferto. La malattia di Basedow-Graves colpisce 1 persona su 200 ed è molto più frequente nelle donne rispetto agli uomini, con un esordio dei sintomi che spesso si verifica tra i 40 e i 60 anni. Sappiamo che la malattia può rimanere silente finché non si verifica una ‘causa scatenante’, che può essere un evento stressante, un’infezione o una gravidanza; sappiamo anche che il fumo di sigaretta aumenta il rischio di ammalarsi, e può peggiorare la sintomatologia oculare.

Perché la malattia causa anche gli ‘occhi sporgenti’?

L’esoftalmo compare in circa il 10-45% dei pazienti con morbo di Basedow e lo stiramento del nervo ottico, con alterazione della visione è presente nel 4-8% dei casi, ancora non è nota la relazione fra l’ipertiroidismo e l’esoftalmo. Dato che la malattia di Basedow-Graves è autoimmune, sappiamo che il sistema immunitario del paziente ‘aggredisce’ la sua tiroide con degli specifici anticorpi; un’ipotesi è che questi stessi anticorpi colpiscano anche i muscoli degli occhi (così come il grasso e il tessuto connettivo che lo circondano)provocandone l’infiammazione e l’ingrossamento, e di conseguenza anche lo spostamento del bulbo oculare. Questo spostamento a sua volta può provocare strabismo, diplopia (visione doppia) e a volte la retrazione delle palpebre, che può arrivare ad impedirne la chiusura completa.

Il grado di coinvolgimento delle strutture oculari nell’orbitopatia di Graves è molto variabile: può essere molto lieve (rilevabile solo con un attento esame clinico) ma può arrivare anche a condizioni particolarmente serie, che comportano gravi disturbi della funzione visiva e importanti alterazioni del volto.

Si può prevenire e curare questo esoftalmo che porta agli ‘occhi sporgenti’?

Purtroppo, non conoscendo le cause della malattia non è al momento possibile prevenire l’esoftalmo. Abbiamo però diverse armi a disposizione per controllare i sintomi che ne derivano. E’ di fondamentale importanza sottoporsi a visite specialistiche costanti, perché solo così si può tenere sotto controllo la patologia, ma soprattutto si può intervenire al momento giusto. Quando il coinvolgimento degli occhi è ancora allo stadio iniziale può essere utile proteggerli dal sole e dal vento, così come fare uso di lacrime artificiali o gel lacrimali.

Quando invece i muscoli degli occhi risultano già infiammati oppure compare la diplopia, e cioè una ‘visione doppia’, è prevista una terapia immunosoppressiva con farmaci corticosteroidi. Questa terapia può migliorare i sintomi e prevenire la comparsa  dell’oftalmopatia.

Nelle fasi più avanzate è possibile che l’ingrossamento dei muscoli oculari e lo spostamento del bulbo comprimano anche il nervo ottico, causando anche gravi alterazioni alla vista: in questi casi si deve procedere con un intervento chirurgico di decompressione orbitaria, per evitare alterazioni oculari più gravi che possano portare addirittura alla cecità.

Come viene effettuato l’intervento di decompressione orbitaria?

L’orbita, e cioè lo spazio in cui è ospitato il bulbo oculare, è costituito da pareti ossee per cui in presenza di ingrossamento dei muscoli estrinseci oculari e del grasso orbitario, durante la malattia di Basedow,  il bulbo viene spinto anteriormente verso l’esterno creando l’esoftalmo. L’intervento chirurgico allarga lo spazio in cui è contenuto il bulbo ocluare, riposizionando l’occhio nella sua sede, ciò permette anche di ridurre lo stiramento del nervo ottico con miglioramento visivo, evitando talvolta conseguenze più gravi come la cecità

Perché talvolta è necessario effettuare la chirurgia palpebrale?

In molti casi all’esoftalmo si associa la retrazione palpebrale, che non si corregge con l’intervento di decompressione orbitaria ma necessita di un ulteriore intervento, che viene effettuato in anestesia locale, senza ricovero, per riposizionare la palpebra nelle sede originaria.

Qual è il percorso di cura attivo al Policlinico di Milano?

Il Centro di riferimento per la diagnosi e la cura dell’orbitopatia basedowiana del Policlinico si avvale di vari specialisti, endocrinologi, chirurghi orbitari-otorinolaringoiatri, oftalmologi che effettuano una valutazione multidisciplinare, impostando trattamenti precoci e su misura per ogni paziente.

L’équipe è specializzata nel trattamento della patologia tiroidea ed orbitaria (sia negli adulti che nei bambini) e in particolare nell’eseguire interventi di decompressione orbitaria, chirurgia palpebrale e chirurgia dello strabismo.