“Anything” è il primo album degli Hiroshi


Disponibile sulle piattaforme digitali “Anything”, il debut album della band marchigiana degli Hiroshi: il disco fuori per Nufabric Records

Disponibile sulle piattaforme digitali "Anything", il debut album della band marchigiana degli Hiroshi: il disco fuori per Nufabric Records

“Anything” è il primo album degli Hiroshi. Nel suo nome possiamo ritrovare tutto ciò che c’è dietro all’album. “Anything” in inglese vuol dire ‘ogni cosa’ e ‘niente’, a seconda del contesto in cui la parola viene utilizzata.

“Anything” nasce come un collage di memorie infilate in una catena, il concept è quello del frammento. Come le foglie di un oracolo, che venendo spostate dal vento mostrano la multiformità delle parole e dei significati al viandante incerto.

“Anything” parla di crescita, di evoluzione. È qui che spunta l’anima più autobiografica di un gruppo di giovani, che alla fatidica soglia dei trenta si trova in bilico fra bilanci e nuove speranze, conscio che trovare un posto in quest’era di costante cambiamento può essere più complesso del previsto.
In questo scenario da racconto di formazione, le parti vocali e i testi (in inglese) si muovono tra l’autobiografico e l’immaginifico, non assumendo mai il centro della scena: rimangono soffusi, riverberati, uno fra i tanti strumenti che compongono il tutto.

La crescita e l’evoluzione si riflettono anche nella struttura evolutiva che caratterizza i brani, che difficilmente si presentano nella tradizionale forma strofa ritornello, pur avendo un testo, evolvono da un punto A ad un punto B, accompagnando l’ascoltatore in un viaggio, lo stesso vissuto da chi ha scritto il pezzo.

“Anything” costruisce la sua identità prendendo spunto da una vasta gamma di suggestioni musicali: dal mondo cinematografico allo shoegaze anni novanta, dal punk alla scena alternativa anni ‘80 fino all’elettronica dei primi Anni Zero, si pone come un mix dei background musicali dei singoli componenti degli Hiroshi, molto diversi fra di loro ma al contempo complementari.

Come in una strana premonizione l’album è nato e cresciuto sia in presenza che a distanza, è stato concepito separatamente, fra Italia, Olanda e Stati Uniti, abbozzato per corrispondenza, per poi essere totalmente stravolto e levigato fino all’ultimo dettaglio dalla band, una volta riunita in sala prove.

È stato infatti nell’amalgamare ogni componente, ogni sfumatura, ogni singolo beat la sfida più grande per un lavoro che trova nel contrasto un elemento chiave della sua genesi:

Elettronico vs Elettrico
Strumentale vs Cantato
Agilità delle chitarre vs Monoliticità delle drum machine
Mondo vs Marche

Ascolta il singolo DAYS