Entro il 2030 basta senzatetto nei Paesi dell’UE


Il Parlamento europeo intende porre fine al fenomeno dei senzatetto entro il 2030. Ecco quali sono le misure richieste ai singoli Stati

Il Parlamento europeo intende porre fine al fenomeno dei senzatetto entro il 2030. Ecco quali sono le misure richieste ai singoli Stati

In una risoluzione adottata nei giorni scorsi il Parlamento ha richiesto all’UE e agli stati membri di porre fine al fenomeno dei senzatetto entro il 2030. Gli eurodeputati raccomandano la creazione di un quadro comunitario di strategie nazionali (norme sugli aiuti statali, leggi fiscali, strategie ad hoc…) e richiedono agli stati membri di depenalizzare il fenomeno dei senzatetto e a continuare a mobilitare fondi per affrontare il problema.

Perché il fenomeno dei senzatetto è una questione fondamentale

L’accesso a un alloggio decoroso è uno dei diritti umani fondamentali. Ciononostante il Parlamento ricorda che ogni notte sono 700mila le persone che dormono per strada in Europa: negli ultimi 10 anni la cifra è aumentata del 70%.

In Italia le conseguenze della crisi finanziaria si sono riflesse nell’impoverimento di vari strati della popolazione, con una maggiore difficoltà nell’ottenere o nel mantenere un alloggio. Secondo un’indagine Istat sono 50.724 le persone senza dimora che nei mesi di novembre e dicembre 2014 hanno utilizzato almeno un servizio di mensa o accoglienza notturna in Italia. A questa cifra bisogna aggiungere il numero degli invisibili difficili da intercettare. Il profilo statistico maggioritario è di una persona di sesso maschile (85,7%), straniera (58,2%), sola (76,5%) e che vive al Nord (56%).

La crisi dovuta alle conseguenze di COVID-19 hanno aggravato la situazione già fragile delle persone senza fissa dimora, visto che soffrono di problemi di salute in misura maggiore e hanno difficoltà all’accesso a condizioni igieniche adeguate e all’assistenza sanitaria. Con l’attuale recessione economica e la perdita dei posti di lavoro la percentuale dei senza fissa dimora potrebbe aumentare.

Le persone senza fissa dimora sono spesso oggetto di violenza e di reati generati dall’odio, tra cui la stigmatizzazione sociale. Il profilo della popolazione europea dei senzatetto sta cambiando, con sempre più minori, migranti, minoranze, donne e famiglie per strada.

La soluzione del Parlamento europeo al fenomeno

Per risolvere la situazione è necessario prendere delle misure a livello nazionale e comunitario. Il Parlamento europeo vuole che gli stati membri garantiscano a tutti l’accesso a servizi pubblici come l’assistenza sanitaria, il diritto all’istruzione e i servizi sociali. L’inserimento e l’integrazione delle persone senza fissa dimora nel mercato del lavoro dovrebbe essere sostenuta attraverso programmi di occupazione e di formazione, anche su misura.

Oltre alle misure di prevenzione e sostegno, l’accesso alle strutture di emergenza (come i servizi di accoglienza notturna) dovrebbe essere sempre consentito ma anche considerato come soluzione ultima, dato che non possono sostituire le altre tipologie di aiuto che dovrebbero portare le persone senza fissa dimora a poter usufruire di una stabilità anche abitativa.

Inoltre il Parlamento europeo richiede che gli stati UE lavorino su una definizione comune del fenomeno, migliorino la raccolta dei dati e utilizzino un quadro coerente di indicatori per poter comprendere appieno il problema e valutare in quale misura intervenire.

A tutto questo si aggiunge la richiesta del Parlamento che gli stati membri adottino il principio dell’housing first (letteralmente ‘prima la casa’) già introdotto con successo in vari stati, tra cui l’Italia. A differenza di altri modelli utilizzati nel passato, l’housing first cerca come prima cosa di trovare un alloggio permanente a chi è senza fissa dimora e solo dopo passa ad affrontare gli altri problemi (mancanza di lavoro, isolamento sociale…).

La mancanza di alloggi a prezzi ragionevoli è un problema in crescita

Nonostante ci siano differenze sostanziali tra i vari stati membri dell’Unione europea, la mancanza di alloggi economicamente accessibili è un problema in netta crescita. I prezzi delle case sono aumentati del 5,2% nel secondo trimestre del 2020 rispetto a quello del 2019 nei 27 stati membri.

Questo rappresenta un problema per i proprietari e gli inquilini a basso reddito. Nel 2018 quasi il 38% delle famiglie a rischio povertà hanno speso più del 40% del loro reddito disponibile per l’alloggio, contro il 10,2% della media della popolazione UE.

Il Parlamento sta anche lavorando su delle proposte per alloggi decorosi ed economicamente accessibili, oltre che su un mercato immobiliare inclusivo.