Stop a combustibili fossili per 47 istituzioni religiose


Sono 47 le istituzioni religiose cattoliche, protestanti ed ebraiche di 21 Paesi che hanno annunciato il proprio disinvestimento dai combustibili fossili

Sono 47 le istituzioni religiose cattoliche, protestanti ed ebraiche di 21 Paesi che hanno annunciato il proprio disinvestimento dai combustibili fossili

47 istituzioni religiose hanno annunciato il proprio disinvestimento dai combustibili fossili. Nella lista istituzioni cattoliche, protestanti ed ebraiche di 21 Paesi.

A livello europeo, spiega l’agenzia di stampa Dire (www.dire.it), la Commissione delle conferenze episcopali dell’Ue (Comece) ha annunciato il proprio impegno. Padre Manuel Enrique Barrios Prieto, segretario generale della Comece ha affermato in una nota: “Ci uniamo al movimento cattolico per il disinvestimento dai combustibili fossili. Incoraggiamo anche altri a unirsi per prendere misure concrete per risolvere la crisi climatica. Gli impegni per l’accordo sul clima di Parigi sono importanti e il Green Deal europeo è un modo per implementarli. Ora più che mai è necessaria un’azione decisiva”.

In Italia, aderiscono all’annuncio il Forum internazionale azione cattolica, la Commissione giustizia, pace e integrità del Creato dell’unione Superiori generali (Usg) e dell’Unione internazionale delle superiore generali (Uisg) e l’Unione mondiale delle organizzazioni femminili cattoliche.

Questo annuncio è il primo da quando il Vaticano ha incoraggiato tutti i cattolici a disinvestire dai combustibili fossili come parte della sua guida operativa sull’ecologia. In merito, Enrico Giovannini, portavoce dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile ha commentato: “L’Asvis sostiene questa campagna che invia un forte segnale di cambiamento, particolarmente rilevante nel contesto di pandemia. Abbiamo bisogno di soluzioni concrete e riorientare i finanziamenti per le fonti inquinanti in direzione dello sviluppo sostenibile è un atto fondamentale per la creazione di un mondo più giusto, equo e inclusivo”.

Tanto più che il governo italiano ospiterà il G20 nel 2021 e organizzerà in partnership con il Regno Unito la conferenza sul clima, Cop 26. “Il mondo religioso – si legge nella nota – osserverà attentamente la gestione italiana di questi processi politici e se la risposta Covid è in linea con gli impegni del governo ai sensi dei trattati internazionali sul clima”. A livello europeo, tutti gli occhi sono puntati sul dibattito sugli obiettivi dell’Ue per il 2030.

Intanto, leader nazionali e internazionali hanno accolto con favore l’annuncio di oggi. Inger Andersen, sottosegretario generale delle Nazioni Unite e direttore esecutivo del Programma ambientale dell’Onu, ha dichiarato: “Il potere economico delle istituzioni religiose, rivolto agli investimenti responsabili e all’economia verde, può essere un importante motore di cambiamento positivo e un’ispirazione per altri a fare lo stesso, in uno sforzo comune di ricostruzione”.

Dal 19 al 21 novembre, poi, si terrà la conferenza Economia di Francesco – convocata dal Pontefice – che esplorerà i modi innovativi per la promozione di un’economia sostenibile.