Il digitale trampolino di lancio per l’export: consigli di business


Il digitale come trampolino di lancio per l’export: dallo studio del mercato e del target di riferimento alla traduzione dei contenuti ecco alcuni consigli di business

Il digitale come trampolino di lancio per l'export: alcuni consigli di business

Il tessuto imprenditoriale italiano è caratterizzato da una possente presenza di piccole e medie imprese, che lo compongono al 92% e che danno un impiego all’82% dei lavoratori d’Italia. L’obiettivo principale di queste aziende, secondo uno studio commissionato da Google, è far crescere il proprio giro d’affari, individuando nuovi clienti ancor più che fidelizzando quelli attuali.

Una grande opportunità per allargare il proprio business è l’internazionalizzazione: il 70% delle imprese italiane genera la maggior parte del proprio fatturato in Italia, lasciando quindi ampio spazio di manovra a chi volesse cimentarsi nell’esportazione dei propri servizi o prodotti. Senza considerare poi che sul web negli ultimi anni si è registrata una forte crescita della ricerca di prodotti Made in Italy, un aumento del 56% che potrebbe essere facilmente colto e sfruttato, specie in Brasile, Portogallo, India, Stati Uniti, Francia, Germania e Regno Unito.

Per questi motivi, puntare sull’internazionalizzazione della propria azienda potrebbe nascondere potenzialità molto allettanti per una crescita del business.

Come puntare sull’internazionalizzazione?

Cominciare a investire sull’export non è di certo un processo semplice: ci si affaccia su mercati nuovi e mai toccati con mano prima, influenzati da abitudini e regole locali che spesso sono anche molto diverse da quelle del mercato italiano. Sarà quindi necessario seguire alcuni passaggi fondamentali nel percorso per internazionalizzare la propria azienda. Eccone tre:

1) Studiare il mercato di riferimento e il target. È il primissimo passo da fare, per capire nel dettaglio il mercato in cui si vogliono inserire i propri servizi e prodotti; mai sottovalutare questo importante passaggio, perché rappresenta la base per capire in che modo comportarsi verso la potenziale clientela, in base alla concorrenza esistente.

2) Adeguarsi alle norme locali. “Paese che vai, usanza che trovi” è un detto che vale anche in questo caso: se si vogliono evitare guai con la legge (che possono pesare anche molto sul bilancio annuo, in particolar modo in fase di avvio), sarà meglio studiare a fondo le normative del paese di interesse prima di avventurarsi nell’export, facendosi affiancare da un legale esperto e di fiducia.

3) Curare la traduzione dei contenuti. L’affidabilità è uno dei fattori che influenza maggiormente un consumatore che si avvicina a un nuovo brand, e degli annunci o addirittura dei contenuti pubblicati sul sito web che contengono errori grammaticali sono sintomo di scarsa professionalità. Affidarsi a degli esperti di lingue straniere è la soluzione migliore, richiedendo servizi di traduzione professionale come quelli proposti dall’agenzia Global Voices per avere una resa ottimale dei contenuti ed evitare figuracce.

Naturalmente questi tre punti chiave andranno poi a toccare altri aspetti che andranno curati con altrettanta attenzione, ma rappresentano dei punti di partenza imprescindibili per chi vuole espandere il proprio business oltreconfine.

Gli strumenti digitali per l’export

Come succede in tanti altri campi, anche quando si parla di internazionalizzazione a venire incontro alle imprese è il digitale, con alcuni strumenti che agevolano e semplificano questa operazione di per sé sicuramente complessa.

Come detto, un’analisi dettagliata del mercato di destinazione è il primo passo da compiere e, in questo senso, si rivelano molto utili i Web Analytics, che danno una lettura panoramica del comportamento dei potenziali clienti su internet: tra i più utili possiamo trovare Google Trends, che analizza le ricerche di termini su Google e la maturità di uno specifico bisogno nei diversi mercati; Facebook Audience Insights, che fornisce le caratteristiche demografiche e non solo di chi interagisce con i contenuti pubblicati sul social network più famoso del mondo; Google Consumer Barometer, su cui si trovano moltissimi dati e informazioni sui principali mercati di sbocco.

Anche la costruzione del sito vetrina o dell’e-commerce su cui proporre i propri servizi è fondamentale e necessita di contenuti che siano impeccabili dal punto di vista linguistico; in più, sarebbe il caso di operare a fondo sulle attività SEO adatta al Paese di destinazione, coinvolgendo dunque un esperto del settore che sia in grado di dare maggiore visibilità al sito e, di conseguenza, alla propria attività.