Sclerosi tuberosa complessa: meno crisi epilettiche con vigabatrin


Sclerosi tuberosa complessa: il trattamento preventivo con vigabatrin riduce il rischio di crisi epilettiche secondo una nuova ricerca

Sclerosi tuberosa complessa: il trattamento preventivo con vigabatrin riduce il rischio di crisi epilettiche secondo una nuova ricerca

Nei pazienti con sclerosi tuberosa complessa (TSC), il trattamento preventivo con vigabatrin è sicuro e cambia la storia naturale delle convulsioni, secondo una ricerca presentata al Conjoint Meeting CNS-ICNA 2020 (Child Neurology Society/International Child Neurology Association), tenutosi quest’anno in modalità virtuale. Questa strategia di trattamento riduce il rischio e la gravità dell’epilessia, secondo I ricercatori.

Fino al 90% dei pazienti con TSC soffre di epilessia. Le convulsioni generalmente iniziano durante l’infanzia e spesso sono resistenti ai farmaci. I medici sono sempre più in grado di diagnosticare la TSC prenatale, creando così un’opportunità per perseguire strategie preventive.

Vigabitrin è un farmaco anticonvulsante che inibisce il catabolismo del GABA, agendo come substrato suicida sulla GABA-transaminasi, l’enzima responsabile della degradazione del GABA, principale neurotrasmettitore di tipo inibitorio.

Il disegno dello studio multicentrico EPISTOP
Nello studio multicentrico EPISTOP, Katarzyna Kotulska, direttrice della Neurologia ed Epilettologia presso il Children’s Memorial Health Institute di Varsavia, e colleghi hanno confrontato l’efficacia e la sicurezza del trattamento preventivo con vigabatrin con quelle del trattamento convenzionale con vigabatrin nei neonati con TSC.

I ricercatori hanno seguito 94 bambini con TSC e senza storia di convulsioni mediante video EEG mensile. Il trattamento convenzionale è stato iniziato dopo il primo attacco elettrografico o clinico mentre il trattamento preventivo è stato somministrato quando le scariche epilettiformi erano visibili all’EEG ma prima che si manifestasse il primo attacco.
Sei centri hanno assegnato in modo casuale i pazienti al trattamento in gruppi uguali in uno studio randomizzato e controllato.

In altri quattro centri l’assegnazione al trattamento è stata fissata in uno studio in aperto. Tutti i pazienti sono stati seguiti fino all’età di 2 anni. L’endpoint primario dello studio era il tempo alla prima crisi clinica.

Un totale di 53 pazienti hanno partecipato allo studio randomizzato e controllato e 41 hanno partecipato allo studio in aperto; 79 pazienti hanno completato lo studio.

Di questo gruppo, 25 hanno ricevuto un trattamento preventivo, 25 un trattamento convenzionale e 22 pazienti hanno avuto convulsioni prima che l’attività epilettiforme fosse rilevata all’EEG. Sette pazienti non hanno manifestato né convulsioni né anormalità all’EEG.

Tempo alla prima crisi più lungo rispetto alla terapia convenzionale
Il tempo alla prima crisi clinica è stato significativamente più lungo nei pazienti che hanno ricevuto un trattamento preventivo, rispetto a quelli che hanno ricevuto il trattamento convenzionale.

Nello studio randomizzato e controllato il tempo alla prima crisi è stato di 364 giorni nel gruppo con trattamento preventivo e di 124 giorni nel gruppo con trattamento convenzionale. Nello studio in aperto, il tempo alla prima crisi è stato di 426 giorni nel gruppo con trattamento preventivo e di 106 giorni nel gruppo con trattamento convenzionale.

Un’analisi aggregata ha indicato che, a 24 mesi, il trattamento preventivo ha ridotto significativamente il rischio di convulsioni cliniche (odds ratio, 0,21), epilessia farmaco-resistente (OR, 0,23) e spasmi infantili (OR, 0). I ricercatori, inoltre, non hanno registrato alcun evento avverso correlato al trattamento preventivo.