Neutropenia febbrile: bene terapia con pegfilgrastim


Neutropenia febbrile in pazienti trattati con chemioterapia citotossica: la terapia con pegfilgrastim è efficace e sicura

Neutropenia febbrile in pazienti trattati con chemioterapia citotossica: la terapia con pegfilgrastim è efficace e sicura

E’ disponibile in Italia una nuova formulazione di pegfilgrastim per il trattamento dei pazienti che ricevono chemioterapia citotossica. Si tratta del primo iniettore pre-riempito di pegfilgrastim, reso disponibile dall’azienda farmaceutica Accord Healthcare Italia.

Grazie alle sue caratteristiche tecniche, il device permette l’autosomministrazione del farmaco da parte del paziente con maggiore praticità e in piena sicurezza. Rimborsato in classe A, il medicinale è soggetto a prescrizione medica limitativa ed è dispensabile su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti.

Quando si usa pegfilgrastim
L’iniettore pre-riempito di pegfilgrastim è indicato per il trattamento della neutropenia, ovvero la riduzione del numero di neutrofili circolanti, a seguito del trattamento chemioterapico citotossico. La più rilevante complicanza della neutropenia è la neutropenia febbrile ancora oggi associata a importante morbilità/mortalità e a costi elevati legati al rischio di ospedalizzazione Il rischio diretto di mortalità associato a neutropenia febbrile è stimato del 9,5%.

Vantaggi di pegfilgrastim rispetto a filgrastim
Per il trattamento della neutropenia si utilizza il fattore di crescita mieloide. Quello attualmente disponibile in Italia per uso clinico è il G-CSF. Esistono diverse formulazioni del fattore di crescita ricombinante, una di queste è il pegfilgrastim di cui dal 2019 è disponibile il biosimilare.

Pegfilgrastim supporta una migliore aderenza alle linee guida cliniche rispetto all’utilizzo di filgrastim (la versione giornaliera e non pegilata del fattore di crescita).

Studi osservazionali hanno dimostrato che, a differenza del G-CSF giornaliero, pegfilgrastim viene somministrato secondo le linee guida cliniche italiane (entro 24-72 ore dopo la fine della chemioterapia) in oltre il 90% dei cicli, mentre il filgrastim in meno del 60% dei cicli.
Inoltre, pegfilgrastim aiuta i pazienti a rispettare il regime di trattamento chemioterapico programmato e a mantenere la dose intensity, quindi mantenere la giusta cadenza della terapia.

Il nuovo device di pegfilgrastim
Secondo uno studio pubblicato nel 2018 sull’European Journal of Oncology Pharmacy, l’86% degli oncologi, ematologi e infermieri afferma di aver incontrato pazienti con la paura dell’ago. La belonefobia, o la paura morbosa nei confronti di aghi e siringhe, è un disturbo che può essere responsabile di episodi di ansia e chi ne soffre può sperimentare un forte disagio nel caso si debba sottoporre a una banale iniezione. Se non opportunamente gestita dal punto di vista terapeutico, la belonefobia può sfociare anche in attacchi di panico.

L’iniettore pre-riempito di pegfilgrastim può aiutare a superare la paura dell’iniezione da parte del paziente, in quanto presenta una punta dell’ago nascosta che aiuta a combattere la paura di inserire un ago visibile.

Il device permette un’iniezione semplice e pratica, grazie alla sua ergonomicità e alla possibilità di modulare la velocità di iniezione. La forma del device facilita la somministrazione senza la necessità di trovare un angolo di iniezione specifico e un “click” udibile e una banda gialla visibile garantiscono la completa somministrazione.

Perché Patient friendly? Secondo i risultati dello studio pubblicato su EJOP, circa il 97% dei pazienti intervistati ritiene il device una soluzione pratica.