Allarme della Caritas: emergenza casa dopo il lockdown


Allarme della Caritas: emergenza casa dopo il lockdown. A Milano in 300 hanno perso l’alloggio, 600 non riescono più a pagare affitto e utenze

Allarme della Caritas: emergenza casa dopo il lockdown. A Milano in 300 hanno perso l'alloggio, 600 non riescono più a pagare affitto e utenze

Una situazione drammatica. Un’emergenza, quella abitativa, che dopo i mesi di lockdown preoccupa sempre di più. A fotografarla è la Caritas, in un indagine condotta tra i suoi operatori: in cinque mesi a Milano 300 persone hanno perso la casa, 600 non riescono più a pagare l’affitto e le utenze. I senzatetto aumentano.

“Siamo consapevoli che quest’anno la situazione potrebbe essere più difficile rispetto al passato. L’affronteremo e cercheremo di trovare una soluzione. Certamente, allargare la rete di aiuto all’intera area metropolitana sarebbe utile”, spiega alla ‘Dire’ l’assessore alle Politiche sociali e abitative, Gabriele Rabaiotti, parlando del ‘Piano Freddo’. Aiuti concreti, per chi non ha più nulla e non sa dove poter trascorrere la notte. L’obiettivo, però, è anche far in modo che sempre meno persone si ritrovino in una condizione di questo tipo. Risolvere il problema alla radice, garantendo una casa anche a chi non può permettersela. “Oggi abbiamo la necessità di strutturare interventi che siano coordinati tra le varie istituzioni: comuni, regioni e governo”, suggerisce Stefano Chiappelli, segretario generale, fino a febbraio provinciale, del Sindacato degli inquilini della Cgil Sunia.

“Durante il periodo dell’emergenza Covid-19, l’assessore milanese Rabaiotti ha approvato una delibera per sostenere i cittadini nel pagamento dell’affitto. Sono arrivate 17mila domande, ma l’amministrazione comunale aveva i soldi per accettarne soltanto 4mila”. Tredicimila persone non hanno potuto accedere a questa forma di sostenamento. Servono interventi statali: “Da soli i comuni non possono farcela”, chiosa Chiappelli.

In tutta Italia sono 650.000 le richieste di alloggi popolari. “Abbiamo bisogno di risorse. Una parte dei fondi del Recovery Fund dovrebbe essere utilizzata per finanziare l’edilizia pubblica. I nuovi poveri hanno bisogno di affitti a canone sostenibile”, incalza Chiappelli.

Il Sindacato degli inquilini, spiega la Dire (www.dire.it), aveva chiesto a Palazzo Chigi di poter avere 300 milioni da utilizzare nel Fondo di sostegno per l’affitto. “Ad oggi ne abbiamo ricevuti 160”, aggiunge Chiappelli. Un primo passo, che, affinchè risulti efficace, deve essere “solo l’inizio di una serie di interventi più strutturati”.