Conversione termochimica per la plastica in mare


La conversione termochimica delle microplastiche visibili e invisibili presenti nelle acque dei nostri mari: il progetto del Cnr-Ias

La comunità scientifica marina del Consiglio Nazionale delle Ricerche, in particolare quella del neo-nato Istituto per lo studio degli impatti antropici e sostenibilità in ambiente marino (Cnr-Ias), si occupa dell’inquinamento marino da plastiche (la Plastic Marine Litter) con un approccio trasversale, in collaborazione con Istituti di ricerca e università nazionali ed internazionali, mirando a studiare origine, dimensione, effetti e possibili soluzioni tecnologiche innovative.

Per rispondere a questo problema ambientale a carattere globale e cercare di sviluppare soluzioni, l’Unione Europea ha finanziato nell’ambito del Programma Horizon 2020 “Ricerca ed Innovazione” il progetto CLAIM (Cleaning Marine Litter by Developing and Applying Innovative Methods).

Il Progetto CLAIM-CLean is the AIM! ha avuto inizio a novembre 2017, durerà fino a ottobre 2021 e coinvolge 19 partner da 13 paesi europei, Tunisia e Libano, con il coordinamento dal greco Hellenic Centre for Marine Research (HCMR). CLAIM mira alla prevenzione e gestione in situ dei rifiuti plastici marini visibili e invisibili (macro-micro-nanoplastiche) che costantemente finiscono in mare attraverso lo sviluppo di sistemi innovativi e focalizza la sua attenzione su due principali sorgenti di arrivo in mare della plastica: le foci dei fiumi e gli scarichi degli impianti di trattamento dei reflui urbani.

La sede genovese del Cnr-Ias è l’unico partner di ricerca italiano del Consorzio con IRIS Srl, una Pmi innovativa basata nell’area industriale di Torino e specializzata nello sviluppo di tecnologie innovative per l’economia circolare, che ha sviluppato un sistema sicuro, compatto ed efficiente per la conversione termochimica del marine litter. È una tecnologia che consente di recuperare energia elettrica dal rifiuto, senza alcun residuo da smaltire né emissioni nocive durante l’avvio, la conduzione e lo spegnimento dell’impianto. L’impianto di trattamento da 100 kg/d è molto compatto, può essere facilmente montato a bordo di piccole imbarcazioni e ottiene un syngas ricco di idrogeno (>40%) facilmente convertibile in energia elettrica. La tecnologia può anche essere usata per il trattamento di altri rifiuti non riciclabili, per il recupero di energia da scarti di lavorazione e di materie prime ed energia da matrici di rifiuto multimateriale.

Le prove sperimentali finali che consentono di validare la conversione termochimica sino alla maturità TRL7 (su una scala di 9) si sono svolte nei giorni scorsi alla Stazione Marina Sperimentale del Cnr situata nel Porto di Genova: l’obiettivo è poter commercializzare tale tecnologia a partire dal 2021.