Dermatite atopica e Covid: le strategie per la fase II


Dermatite atopica, tra rischio Covid e necessità di cure. Le strategie per la fase II discusse in un webinair di OMAR, SIDEMAST e ANDEA

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La Dermatite Atopica è una malattia infiammatoria cronica che colpisce la cute del viso e del corpo di neonati, bambini e adulti. In Italia a soffrirne – secondo un’indagine dell’agenzia Stethos – sono più di 35mila persone e oltre l’8% delle persone adulte. Un vero record tra le nazioni europee, secondo lo studio pubblicato sulla rivista Allergy. Un numero rilevante se si considera che circa 8mila pazienti sono affetti dalla forma grave della patologia.

E proprio la dermatite atopica, unitamente alle problematiche emerse durante la pandemia, è stata al centro della discussione aperta al webinar “Dermatite atopica, tra rischio Covid e necessità di cure. Strategie per la fase II”, promosso da Osservatorio Malattie Rare con il patrocinio di SIDeMaST, Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse, e di ANDeA, Associazione Nazionale Dermatite Atopica e con il supporto non condizionato di Sanofi Genzyme.

Medico, sociale, organizzativo. Sono questi i punti di vista attraverso i quali si è cercato di illustrare l’impatto della crisi epidemiologica sulla vita delle persone con dermatite atopica. Si è parlato, infatti, delle difficoltà dei pazienti durante la fase I e di cosa si potrebbe invece fare a tal proposito in futuro, con l’obiettivo di garantire una continuità terapeutica nella fase II. La normativa relativa al rischio e il Codice V07 (per i certificati di malattia per i soggetti fragili), ma anche l’incidenza dello stress da pandemia sui malati e le relative ripercussioni sono le altre tematiche affrontate durante l’evento online.

“Il fattore psicologico ha una certa incidenza sui pazienti con dermatite atopica. Un impatto che si è accentuato ancora di più nel periodo del lockdown e che li ha portati a una maggiore condizione di isolamento – ha dichiarato Loredana Petrone, Psicologa e psicoterapeuta presso l’Università La Sapienza di Roma – Ma la componente psicologica non è da sottovalutare neanche per chi ha altre malattie della pelle: sono tanti i casi di bullismo e di isolamento lavorativo registrati nel tempo. Forme di isolamento, quindi, da considerare anche alla luce del distanziamento sociale”.

La pandemia COVID-19 e il lockdown hanno avuto un impatto significativo sulle persone con dermatite atopica. “Per questo motivo SIDeMaST ha messo a disposizione un servizio gratuito di video-consulto a distanza denominato ‘Atopia visita virtuale’ che sarà attivo fino a fine dicembre 2020, e che ha l’obiettivo di indirizzare il paziente presso un centro specialistico dedicato alle cure di tale patologia – ha spiegato nel corso del webinar Ketty Peris, Presidente SIDeMaST, Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse –  Oltre a questa iniziativa, sarà attivato a breve, per il secondo anno consecutivo, il servizio promosso dalla campagna ‘Dalla parte della tua pelle’ che prevede una giornata dedicata a consulti gratuiti, su prenotazione, in 30 centri ospedalieri-universitari in tutta Italia, durante la quale potranno essere fornite tutte le possibili indicazioni per un ottimale percorso diagnostico e terapeutico della dermatite atopica”.

Come è stato detto, la dermatite atopica è una patologia che può comportare conseguenze gravi anche in ambito lavorativo. “È stato dimostrato che i pazienti affetti da dermatite atopica hanno più probabilità rispetto alla popolazione sana di essere disoccupati e ciò implica costi sociali notevoli – ha affermato nel suo intervento Mario Picozza, Presidente ANDeA, Associazione Nazionale Dermatite Atopica – Questi ultimi, poi, aumentano se si considera il fatto che circa la metà dei malati presenta problemi di produttività lavorativa o assenteismo per via dello stress legato alla patologia e alla privazione di un adeguato riposo a causa del prurito incessante. Gli stessi sintomi della dermatite atopica possono provocare incidenti o infortuni lavorativi. Insomma, la quotidianità è compromessa e si notano evidenti limitazioni nella scelta dei percorsi di carriera o di studio da parte dei pazienti”.

Per quanto riguarda gli adolescenti la situazione non è delle migliori. Secondo una recente analisi pubblicata su The Journal of Allergy and Clinical Immunology, il 39% dei giovani tra i 14 e i 17 anni è stato bullizzato o preso in giro a scuola a causa della malattia. L’aggravamento della patologia, poi, ha avuto un impatto sul percorso scolastico del 46% degli adolescenti. “Se si considera che ogni anno, in tutto il mondo, i giovani affetti da dermatite atopica perdono dai 7 agli 11 giorni di scuola e che il 36% dei caregiver e dei ragazzi con la malattia soffre di ansia o depressione, si comprende che il quadro è più preoccupante di quanto si possa immaginare”, ha aggiunto Picozza.

È anche fondamentale che le misure di controllo della pandemia non comportino impedimenti nella continuità terapeutica dei pazienti con malattie croniche. Per la dermatite atopica, circa un anno fa, AIFA ha approvato l’uso di un nuovo farmaco. “Si tratta di dupilumab, un anticorpo monoclonale indicato per il trattamento della dermatite atopica e a carico del Servizio Sanitario Nazionale per il trattamento di adulti con la forma grave della patologia, come alternativa per tutti quei pazienti per i quali la terapia con ciclosporina e altre terapie standard non hanno avuto gli effetti desiderati – ha detto Sandra Petraglia, Dirigente Area Pre-Autorizzazione AIFA – Il farmaco viene erogato dalle farmacie ospedaliere e territoriali con la presentazione di una ricetta medica compilata da un dermatologo. Garantire ai pazienti un equo e rapido accesso ai farmaci più innovativi in modo omogeneo sul territorio nazionale, confermare la validità dei piani terapeutici e informare malati e personale medico sulle reali condizioni di rischio sono punti su cui bisogna assolutamente lavorare per la fase II, nell’ottica di aiutare le persone con malattie croniche, proprio come la dermatite atopica, che sono esposte a maggior rischio in caso di contagio da Covid-19”.

Al webinar, moderato da Ilaria Ciancaleoni Bartoli, Direttore Osservatorio Malattie Rare, hanno partecipato anche l’On. Vito De Filippo, Commissione XII Affari Sociali, Camera dei Deputati e Roberta Venturi, Responsabile Sportello Legale Osservatorio Malattie Rare.

La Dermatite Atopica è una malattia infiammatoria cronica che colpisce la cute del viso e del corpo delle persone di qualsiasi età. All’origine della patologia vi sono fattori immunologici e non immunologici: i primi sono costituiti da allergeni alimentari, inalanti o da contatto; i secondi da irritanti esterni, infezioni, disturbi neurovegetativi, disturbi del metabolismo lipidico, sudorazione e stress. I sintomi più comuni sono arrossamento, prurito intenso e persistente, desquamazione e lesioni cutanee a volte accompagnate da essudazione superficiale e infezioni. A causa del prurito e delle lesioni la Dermatite Atopica compromette pesantemente la qualità di vita dei pazienti, con disturbi del sonno e un aumento di casi di ansia e depressione. Il genere femminile è leggermente più colpito rispetto a quello maschile e i bambini nati da madri in fase avanzata della vita fertile presentano un rischio maggiore di quelli nati da madri più giovani.