Tumore della prostata: nuove conferme per darolutamide


Tumore della prostata: nuove analisi confermano che darolutamide è ben tollerato al dosaggio raccomandato nei pazienti con malattia non metastatica

Tumore della prostata: nuove analisi confermano che darolutamide è ben tollerato al dosaggio raccomandato nei pazienti con malattia non metastatica

Darolutamide ha dimostrato tollerabilità favorevole al dosaggio raccomandato di  600 mg due volte al giorno per gli uomini con carcinoma della prostata non metastatico resistente alla castrazione (nmCRPC). Separatamente darolutamide è oggetto di valutazione nello studio DASL-HiCaP per determinare l’efficacia dell’aggiunta di Darolutamide alla terapia di deprivazione androgenica (ADT) e alla radioterapia (RT) nei setting di terapia primaria radicale o adiuvante per i pazienti con nuova diagnosi di tumore della prostata localizzato ad alto rischio. I poster sono stati presentati durante l’ESMO Virtual Congress 2020, che si è svolto dal 19 al 21 settembre 2020.

“Nei precedenti studi di Fase III con gli inibitori del recettore degli androgeni (ARis) la modifica del dosaggio e l’interruzione per eventi avversi (AEs) erano maggiori rispetto al braccio placebo,” afferma Karim Fizazi, M.D., Ph.D., Professor of Medicine presso l’Institut Gustave Roussy, Villejuif, Francia, e investigatore principale dello studio ARAMIS. “Questi nuovi risultati dello studio ARAMIS dimostrano il potenziale di darolutamide come opzione di trattamento maggiormente tollerabile e costituiscono uno stimolo per ulteriori ricerche nel setting di real-world rispetto ad altri recettori di androgeni (Aris).”

I dati dello studio di Fase III ARAMIS relativi agli uomini trattati con darolutamide e ADT sono stati analizzati per determinare la tollerabilità del farmaco, l’efficacia nel ridurre l’antigene prostatico specifico (PSA) come risposta al trattamento con darolutamide e ADT, e la sopravvivenza libera da metastasi (MFS). Darolutamide in associazione con ADT è risultato ben tollerato, con il 97,2% dei pazienti che hanno ricevuto il trattamento completo ad un follow-up mediano di 14,8 mesi. Inoltre, l’83,6% dei pazienti in trattamento con darolutamide e ADT ha ottenuto una risposta del PSA (≥50% di diminuzione dal basale) rispetto al 7,6% dei pazienti con placebo e ADT. Il calo medio di PSA dal basale per darolutamide e ADT era del 91,7%, rispetto al 31,9% per placebo e ADT. I modelli di farmacodinamica mostrano che la maggiore sopravvivenza libera da metastasi (MFS) era positivamente associata ad una maggiore diminuzione del PSA rispetto al basale. La maggior parte dei pazienti (circa il 95%) con la massima diminuzione di PSA dal basale (vale a dire una diminuzione maggiore del 90%) non presentava metastasi dopo un anno.

Pochi pazienti hanno dovuto modificare il dosaggio per qualsiasi ragione rispetto a quelli che ricevevano placebo e ADT (15,2% per darolutamide e ADT versus 9,7% per placebo e ADT). La modifica del dosaggio per eventi avversi (AEs) è stata osservata nell’84% dei pazienti nel braccio con darolutamide e ADT rispetto al 73,1% in quello con placebo e ADT. Da notare che quasi tutti i pazienti trattati con darolutamide e ADT a dosaggio modificato sono stati in grado di tornare alle dosi indicate rispetto a quelli trattati con placebo e ADT (91,7% versus 88,9%, rispettivamente). L’interruzione per progressione di malattia è risultata maggiore nel gruppo di placebo e ADT rispetto al braccio di darolutamide e ADT all’analisi primaria (23,3% versus 11,7%) e a quella finale (25,8% versus 12,6%).

Nel corso del meeting è stato anche presentato il disegno dello studio di Fase III DASL-HiCaP, che valuta la sopravvivenza libera da metastasi (MFS) dei pazienti trattati con darolutamide in associazione con ADT e radioterapia radicale o di salvataggio negli uomini con carcinoma della prostata localizzato ad alto rischio rispetto a sola ADT. Lo studio arruolerà 1.100 pazienti candidati a radioterapia con carcinoma della prostata localizzato ad alto rischio o con caratteristiche a rischio molto alto per persistenza o aumento del PSA a un anno dalla prostatectomia radicale (RP). I pazienti arruolati saranno randomizzati a ricevere 600 mg di darolutamide o placebo due volte al giorno per 96 settimane; riceveranno, inoltre, in entrambi i bracci un analogo dell’ormone di rilascio dell’ormone luteinizzante (LHRHA), farmaco che abbassa il livello di testosterone prodotto nei testicoli, e radioterapia alle settimane 8-24 dalla randomizzazione.

 

Lo studio ARAMIS

ARAMIS è uno studio randomizzato di fase III, multicentrico, in doppio cieco, controllato verso placebo per l’analisi della sicurezza e dell’efficacia di darolutamide per via orale nei pazienti con nmCRPC in trattamento con ADT e ad alto rischio di sviluppare metastasi. Nello studio clinico 1.509 pazienti sono stati randomizzati in rapporto 2:1 a ricevere 600 mg di darolutamide per via orale due volte al giorno, oppure placebo in associazione con ADT. I pazienti con una storia di convulsioni sono stati ammessi allo studio.

I risultati dello studio ARAMIS pubblicati in precedenza hanno dimostrato un miglioramento statisticamente significativo dell’endpoint primario di efficacia, la sopravvivenza libera da metastasi (MFS), con una mediana di 40,4 mesi per darolutamide e ADT rispetto a 18,4 per placebo e ADT (p<0,001).

Darolutamide ha inoltre migliorato in modo significativo la sopravvivenza globale (OS), mostrando una riduzione del 31% del rischio di morte (HR=0,69, 95% CI 0,53-0,88; p=0,003) in combinazione con ADT paragonato a placebo e ADT. Darolutamide ritarda lo sviluppo dei sintomi associati al tumore, riducendo al minimo la tossicità associata al trattamento degli uomini con nmCRPC.

 

Darolutamide

Darolutamide è sviluppato da Bayer in collaborazione con Orion Corporation, un’azienda farmaceutica finlandese che opera su scala mondiale. Il prodotto è stato approvato nel marzo 2020 nell’Unione Europea (EU) per il trattamento degli uomini con carcinoma della prostata non metastatico resistente alla castrazione (nmCRPC), ad alto rischio di sviluppare metastasi. Darolutamide ha inoltre ricevuto l’approvazione regolatoria in numerosi altri mercati mondiali, compresi Stati Uniti, Australia, Brasile, Canada e Giappone. Autorizzazioni sono in via di approvazione o programmate in altri Paesi.

Darolutamide è un inibitore orale del recettore degli androgeni (ARi) con una struttura chimica peculiare: si lega al recettore degli androgeni con un’elevata affinità e mostra una forte attività antagonista, inibendo la funzione del recettore e la crescita delle cellule di carcinoma prostatico. È inoltre in corso uno studio di Fase III (ARASENS) di darolutamide nel tumore della prostata ormono-sensibile metastatico. Informazioni sullo studio sono disponibili al sito www.clinicaltrials.gov.

 

Il carcinoma della prostata e Bayer

Bayer è impegnata a fornire soluzioni per una vita migliore sviluppando un portafoglio di trattamenti innovativi, che possano migliorare e prolungare la vita delle persone colpite da tumore. Il carcinoma prostatico è il secondo tumore più comunemente diagnosticato negli uomini[1] e rappresenta un settore chiave di interesse per Bayer. Il franchise aziendale comprende due molecole sul mercato (darolutamide e radio-223 dicloruro) e altri prodotti in corso di sviluppo, tra cui un approccio particolare di targeted alpha therapy (terapie emittenti radiazioni alfa molto mirate). Bayer è impegnata ad affrontare le particolari necessità dei pazienti con carcinoma prostatico, fornendo trattamenti che prolungano la loro vita durante le diverse fasi della malattia e dando loro la possibilità di continuare le attività di tutti i giorni, perché possano vivere meglio e più a lungo.

 

Bayer e Oncologia 

Il franchise aziendale comprende sei prodotti sul mercato per varie indicazioni e numerosi altri asset in varie fasi di sviluppo clinico. Bayer focalizza le attività di ricerca sull’innovazione prioritaria attraverso le seguenti piattaforme scientifiche: Segnalazione Oncogena, Terapie Mirate Alfa e Immuno-oncologia. Un elemento chiave è costituito dai trattamenti oncologici di precisione, con un inibitore di TRK approvato progettato esclusivamente per i tumori con fusione genica NTRK, il driver oncogeno di crescita e di diffusione del tumore, e un altro inibitore di TRK in sviluppo nella pipeline. L’approccio dell’azienda alla ricerca privilegia bersagli e processi che hanno il potenziale di influenzare il trattamento dei tumori.

GLOBOCAN 2018: Estimated Cancer Incidence, Mortality and Prevalence Worldwide in 2018. CA: A Cancer Journal for Clinicians. https://onlinelibrary.wiley.com/doi/epdf/10.3322/caac.21492.