“L’Angelo della gravità” si dibatte tra follia, grottesco e senso di colpa


Convincente allestimento del testo di Sgorbani al teatro della Limonaia di Sesto, con Fabio Mascagni diretto da Alvia Reale

Angelo della Gravità
Fabio Mascagni in “Angelo della gravità” foto Paride Scuffi

Un monologo drammatico, con punte di tragedia, che a tratti diventa luccicante come le luci del cabaret, paradossale e grottesco. “Angelo della gravità. Un’eresia” è il secondo spettacolo presentato a Intercity 2020, il festival teatrale della Limonaia di Sesto Fiorentino che quest’anno ha puntato i riflettori sull’Italia. Ed è un testo italiano di Massimo Sgorbani quello scelto dalla regista Alvia Reale per l’edizione numero trentatré della rassegna sestese, affidando il ruolo di protagonista all’attore Fabio Mascagni. 

Per questo “Angelo della gravità” Sgorbani ha preso spunto da un fatto di cronaca, un detenuto nel braccio della morte che non viene giustiziato per la sua obesità. Troppo grasso per essere impiccato insomma, esecuzione rinviata. Il testo racconta in forma di monologo le parole del detenuto in attesa dell’esecuzione. La storia vera diventa lo spunto per disegnare il personaggio di un uomo con grossi problemi, di disordine alimentare ovviamente ma anche di immaturità psicologica. Famiglia disfunzionale alle spalle, papà che tradisce la madre, questa che si ammala e muore mentre l’uomo si risposa. Nessun dialogo familiare, solo le domeniche all’oratorio dove i compagni lo sfottono, “cicciobomba” e “grassone”, e lui trova sempre più rifugio nel cibo. E ingrassa, giorno dopo giorno, sognando torte di compleanno con la panna. L’educazione, sentimentale e civile, è svolta dalla televisione, da una copia della Bibbia, come anche dalle riviste pornografiche comprate di soppiatto, in una spirale di incontinenza alimentare e frenesia sessuale, condita da una bella spruzzata di consumismo virata sul cibo, che occhieggia colorato e invitante dalle pubblicità.

La regista ha pensato a una scena nuda, una semplice panca di metallo ora sedia ora parete alla quale accucciarsi. Sul fondo scena una scintillante tenda di paillettes, che contrasta con il grigio scuro scenografico, e che detta il cambiamento di registro nella narrazione. Mentre il detenuto snocciola la sua storia, del suo viaggio in America, la terra delle porzioni doppie, di come ha desiderato e poi ucciso, pur inconsapevolmente, una prostituta e una povera donna conosciuta al supermercato, si sdoppia come in due personaggi diversi. Ora è il ragazzone obeso in procinto di essere giustiziato, ora il maestro di cerimonie del cabaret, che esce dalla tenda di paillettes ad imbonire il pubblico ai tavoli, mentre dagli altoparlanti risuona la musica originale di Roberto Piazzolla. Alvia Reale spinge il pedale del grottesco, imbastendo questo cabaret macabro che risulta assolutamente azzeccato. Più che il dolore viene fuori la schizofrenia, l’inconsapevolezza di un adulto mai cresciuto. E la morte a questo punto è attesa come catarsi, come liberazione dalla gravità che ti costringe a terra, è librarsi in aria come un aquilone. Diventare un angelo della gravità.    

Fabio Mascagni affronta questo testo in stato di grazia, un ruolo che lo inchioda a una realtà fisica tanto lontana da lui e che gli permette di volare alto, di crescere. Non c’è spazio per narcisismi e autocompiacimenti in questo detenuto obeso prossimo alla morte. Quando racconta con candore la sua storia, di come ha ucciso e delle motivazioni che l’hanno spinto a farlo, sembra che il suo corpo gravi sulla scena come una zavorra, un fardello che si trascina pesantemente dietro. Mentre il momento successivo, quello della musica e dell’intrattenimento, delle paillettes, ecco l’attore tornato all’improvviso alla sua forma abituale, smagliante e disinvolto. Un cambiamento che poi è solo verbale e di postura, senza trucchi e costumi, ed è l’essenza stessa del teatro. 

Il prossimo appuntamento con il festival Intercity è con il testo di Marco Calvani, “La seconda volta”, con Domenico Cucinotta e Maria Russo, in scena il 26 e 27 settembre.