Fibrosi cistica, fumo limita benefici farmaci modulatori


Fibrosi cistica: l’esposizione al fumo di tabacco limita i benefici dei farmaci modulatori della proteina CFTR secondo un nuovo studio

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L’esposizione al fumo di tabacco sembra inibire il beneficio terapeutico di farmaci modulatori della proteina CFTR in pazienti pediatrici affetti da fibrosi cistica. Questo il responso di uno studio presentato nel corso del congresso annuale dell’American Thoracic Society (ATS), tenutosi quest’anno in modalità virtuale causa Coronavirus.

Che il fumo di tabacco fosse in grado di ridurre l’espressione funzionale della proteina alla base del difetto della fibrosi cistica era cosa nota da tempo, essendo stata documentata in modelli animali.

Gli autori di questo studio hanno voluto approfondire l’argomento, proponendosi di verificare se l’esposizione al fumo di tabacco fosse anche in grado di inibire il beneficio clinico dei farmaci modultatori di CFTR (tezacaftor/ivacaftor, nello specifico).

A tal scopo, hanno condotto un’analisi retrospettiva dei dati residenti in un registro di pazienti Usa (the CF Foundation Patient Registry), mettendo a confronto le variazioni di funzione polmonare, le riacutizzazioni polmonari e le ospedalizzazioni dopo inizio della terapia con tezacaftor/ivacaftor in pazienti esposti o meno al fumo di sigaretta di età pediatrica (limitatamente alla fascia di età 12-18 anni).

L’esposizione al fumo è stata determinata annualmente e contestualizzata mediante modelli matematici, previa esclusione di alcuni fattori confondenti quali il sesso di appartenenza, l’etnia e il livello di istruzione dei genitori dei pazienti.

L’esposizione al fumo di sigaretta ha condizionato gli esiti del trattamento farmacologico
I ricercatori hanno passato al setaccio dal registro sopra indicato i dati relativi a 1.429 pazienti con FC, aventi un’età media di 14,7 anni, con una leggera prevalenza percentuale di pazienti di sesso femminile (54,6%) ai quali era stato prescritto un trattamento con tezacaftor/ivacaftor. Il valore medio percentuale della FEV1 predetta era pari, al basale, all’83,3%, mentre il 27,6% del campione era risultato esposto al fumo di sigaretta.

Dall’analisi dei risultati è emerso che il valore percentuale di FEV1 negli adolescenti non esposti al fumo è aumentato dello 0,72% (IC95%=0,03-1,41%), mentre quello di FEV1 negli adolescenti esposti è diminuito dell’1,03% (IC95%= -2,5%, +0.5%).

Mentre il trattamento con tezacaftor/ivacaftor ha contribuito ad un miglioramento della percentuale di FEV1 dello 0,5%  (IC95%= 0,08%-0,9%; p =0,017) negli adolescenti non esposti al fumo di sigaretta, al contrario non ha dato alcun beneficio negli altri (-0,44%; IC95%= -1,01%,  0,13; p =0,133).

Non solo: l’esposizione al fumo ha aumentato la probabilità di ricovero ospedaliero di questi pazienti di almeno 2 volte ogni anno, nonché di sperimentare almeno due riacutizzazioni ospedaliere di almeno 2 volte, rispettivamente, nel 31% (p=0,002) e nel 47% (p=0,03) dei casi.

Riassumendo
In conclusione, “in ragione dei costi elevati della terapia con modulatori di CFTR, occorre intraprendere qualunque iniziativa sia in grado di eliminare l’esposizione al fumo di sigaretta da un lato, e di massimizzare l’efficacia terapeutica dei farmaci aventi come bersaglio terapeutico la proteina CFTR dall’altro”.

Riferimenti

Oates GR, Baker E, Rowe SM, Rutland S, Fowler CM, Harris WT. Tobacco smoke exposure limits therapeutic benefit of a CFTR modulator in pediatric patients with cystic fibrosis. Am J Respir Crit Care Med. 2020;201:A2667. Leggi