Emofilia A: Fda boccia la terapia genica di BioMarin


Terapia genica dell’emofilia A, l’agenzia statunitense Fda non approva il farmaco di BioMarin Pharmaceutical

Terapia genica dell'emofilia A, l'agenzia statunitense Fda non approva il farmaco di BioMarin  BioMarin Pharmaceutical ha reso noto che la Fda ha emesso una “complete response letter” in merito a una richiesta di approvazione della terapia genica per l’emofilia A grave a base  valoctocogene roxaparvovec. In sostanza, l’agenzia americana non ha approvato il farmaco.

“Siamo sorpresi e delusi che la Fda abbia introdotto nuove aspettative per la prima volta nella lettera di risposta completa”, ha osservato l’amministratore delegato di BioMarin, Jean-Jacques Bienaimé.

Alla notizia, le azioni di BioMarin sono scese del 28%, con una perdita di oltre 5 miliardi di capitalizzazione. Con un costo della terapia stimato in $2-3 mln, l’approvazione avrebbe fatto da propellente alla biotech californiana BioMarin Pharmaceutical, che non è stata redditizia in 21 dei suoi 23 anni di attività, nonostante abbia portato sul mercato sette farmaci.

La domanda di registrazione si è basata sui dati provvisori dello studio in corso di Fase III (studio 270-301), nonché sui risultati triennali dello studio di Fase I/II 270-201. Tuttavia, nella sua lettera di risposta completa, la FDA ha richiesto i dati a due anni dello studio 270-301 in corso per fornire prove sostanziali di un effetto duraturo utilizzando il tasso di sanguinamento annualizzato (ABR) come endpoint primario.

Secondo BioMarin, l’ultimo paziente completerà i due anni di follow-up nel novembre 2021. Nerlla migliore delle ipotesi, il farmaco potrà essere approvato solo nel 20202, con un ritardo di due anni che porrà BioMarin nella posizione di dover rincorrere le terapie geniche di Sangamo/Pfizer e Roche/Spark.

La preoccupazione dell’agenzia americana risiede nella durata nel tempo del’effetto della terapia genica. I dati a tre anni  sui tassi di sanguinamento (ADR), hanno confermato che si sono mantenuti a livelli molto bassi, mentre è stata meno forte l’efficacia sui livelli del fattore VIII, che risultano inferiori rispetto ai dati a due anni.

Biomarin aveva dichiarato che i livelli di fattore VIII rilevati con il test cromogenico alla fine del terzo anno dalla somministrazione avevano una media e una mediana rispettivamente di 32,7 UI/d e 19,9 UI/dl, rispetto ai dati al termine del secondo anno di 36,4 UI/dl e 26,2 UI/dl. Otto pazienti del gruppo hanno comunque raggiunto livelli di almeno 40 UI/dl dopo 23-26 settimane, soddisfacendo i criteri prestabiliti per sottoporre il progetto per l’approvazione.

BioMarin le cui azioni sono scese fino al 21% sulle notizie, ha detto che “prevede di incontrarsi con l’agenzia nelle prossime settimane per allinearsi sui prossimi passi per ottenere l’approvazione”.