Location nel verde e urne a cuore: come sono cambiati i funerali


Come cambiano i funerali nell’era Covid-19 con le restrizioni: location nel verde, urne a cuore e letture poetiche e filosofiche tra le novità

Location nel verde e urne a cuore: come sono cambiati i funerali

Una gallery fotografica di relais immersi nel verde e nel silenzio, location di campagna rilassanti alle porte di Roma; una terrazza sul lago. Cerimoniere, rito chiavi in mano con letture poetiche e filosofiche, urne cinerarie a forma di cuore, colorate e glitter, magari rosso laccato, o a forma esotica di conchiglia. E’ la morte moderna, il nuovo rito di saluto al caro estinto, che si può anche pre-organizzare, quando l’addio si avvicina, e che alla Dire (www.dire.it) ha descritto Tommaso Compagnone, titolare dell’agenzia funebre Funet.

Il funerale laico, “sempre più richiesto”, quello Covid dal “saluto rapido” e infine la cremazione e la riduzione dei corpi, scaduti i 30 anni di sepoltura, con la paura che i propri cari finiscano smembrati nell’illegalità, a colpi di accetta, come accaduto nel recente scandalo che ha visto coinvolti alcuni dipendenti Ama, in combutta con impresari di pompe funebri, immortalati nei video shock al cimitero di Prima Porta, a Roma. E’ una carrellata per non superstiziosi, per conoscere da vicino la clientela che si rivolge oggi ad un’agenzia di servizi funebri, con gusti ed esigenze nuove, che si possono scoprire anche spulciando online alla ricerca del miglior rito per il proprio addio o quello dei propri cari, con tanto di book di camere “ardenti”: blu, rosse, dorate, con accessori religiosi o senza, barocche o essenziali.

“CASSA CHIUSA IMMEDIATAMENTE, NESSUNA VESTIZIONE”

“La profilassi Covid prevede che il corpo venga chiuso in una duplice barriera protettiva con un telo in goretex che impedisca il contagio. Le procedure di confezionamento e preparazione del feretro avvengono quindi nell’immediato. La cassa può essere consegnata e chiusa senza attendere il tempo di osservazione di 24 ore, ma già a 6 ore dalla morte. Le persone non possono più rivedere la persona cara”. E’ il racconto di uno dei tanti funerali Covid, celebrati durante i giorni più duri della pandemia, con quel “saluto rapido” come lo ha definito Tommaso Compagnone, da anni nel settore. A morire di Covid, in questo caso, descritto nelle procedure, una donna di 73 anni che aveva contratto il virus in una clinica romana. Eravamo ad aprile e in quei mesi sono stati tanti i funerali così, soprattutto di persone anziane.

Il corpo del defunto deve esser nudo se morto di Covid?

“Deve essere- spiega Compagnone- nelle condizioni nelle quali avviene il decesso. Non può essere svolta alcuna operazione di tanatoprassi, né di igienizzazione o vestizione”.

FUNERALE LAICO: “SEMPRE PIU’ RICHIESTO, SI BANCHETTA NEL VERDE”

“Arrivano sempre di più le richieste di funerali acattolici. In questo caso non è previsto il rito religioso, ma c’è un cerimoniere, di cui noi siamo dotati, che si occupa di narrare la vita della persona defunta”. E’ un servizio completo, chiavi in mano, che può essere offerto alle persone che non intendono dire addio al mondo tra le preghiere, di qualsiasi fede religiosa si tratti. “Ci siamo dotati- racconta il titolare di Funet- di diverse location, immerse nel verde, alle porte di Roma, dove organizziamo le cerimonie funebri e le persone possono parlare, condividere, anche banchettare e tutto questo aiuta l’elaborazione del lutto nel rispetto di quelle che sono state le convinzioni della persona defunta”.

E’ cambiato il senso della morte?

Il vissuto della morte nei due tipi di funerali “è differente” chiarisce Compagnone, “in quello religioso forse c’è maggiore consolazione”. Ma ribadisce: “Noi siamo aperti a tutti, senza pregiudizi e anche per questo nel nome dell’agenzia non ci sono, ad esempio, santi di fede cattolica”.

CREMAZIONE A 30 ANNI. CASO PRIMA PORTA HA LASCIATO “PAURA TRA I CLIENTI”

“Le pratiche legate alle operazioni cimiteriali di cremazione per gli eredi del defunto sono a pagamento in base all’esito della raccolta dei resti mortali e si assolvono a 30 anni dalla concessione della tomba”, quindi dalla sepoltura. Tommaso Compagnone spiega alla Dire in cosa consista la ‘riduzione’ dei corpi per la nuova tumulazione dopo anni, come previsto dalla legge. “Quanto accaduto a Prima Porta- chiarisce- con la compiacenza di operatori dell’AMA e di agenzie funebri permetteva di evitare la pratica della cremazione, riducendo meccanicamente e manualmente i resti indecomposti dei defunti. Se il corpo non è decomposto infatti si deve procedere pagando una tassa di cremazione con il ripristino di un nuovo feretro oppure bisogna dare al corpo altri cinque anni di sepoltura a terra per attendere il processo di decomposizione” ricorda Compagnone. Stando all’accaduto invece “gli operatori evitavano ai familiari di sostenere una spesa di cremazione e facevano risultare la salma come correttamente decomposta”. Tutto questo unito “alla non conoscenza di alcune pratiche cimiteriali ha messo in dubbio- ammette Compagnone- la naturale legalità delle pratiche di cremazione e le persone hanno avuto bisogno di maggiori rassicurazioni sia sulla cremazione immediata dei propri cari, sia a 30 anni”, lasciando comunque paura e preoccupazione perché che sia moderno, glitterato o laico, resta intatto il dolore dell’addio.