Pancreatite cronica: un aiuto dalla cannabis medica


Per lenire il dolore da pancreatite cronica può essere utile la cannabis medica secondo uno studio pubblicato su Clinical Gastroenterology and Hepatology

Dolore da pancreatite cronica? Per lenirlo può essere utile la cannabis

La cannabis medica potrebbe essere un’efficace terapia aggiuntiva per il trattamento del dolore associato a pancreatite cronica. E’ quanto emerge da un recente lavoro pubblicato su Clinical Gastroenterology and Hepatology.

La pancreatite cronica è una malattia dovuta a un’infiammazione del pancreas di lieve entità ma prolungata nel tempo. Il peggioramento è progressivo comportando la sostituzione del tessuto pancreatico normale con altro fibroso non funzionante.

Le cause sono molteplici tra cui l’assunzione di alcolici, l’ostruzione dei dotti pancreatici oltre a cause genetiche.

Il dolore è l’aspetto più preoccupante della pancreatite cronica, hanno sottolineato gli autori del lavoro tra cui Timothy B. Gardner della sezione di gastroenterologia ed epatologia del Dartmouth-Hitchcock Medical Center.

Tale dolore può essere cronico o ricorrente e poco responsivo agli antidolorifici.
Come evidenziato nel lavoro la gestione clinica della pancreatite cronica dolorosa include l’astinenza da alcol e prodotti a base di tabacco, farmaci analgesici (inclusi gli oppioidi), farmaci antidepressivi e sostituzione di enzimi pancreatici.

La cannabis medica è stata proposta come terapia per il dolore cronico e ha mostrato una certa efficacia nel dolore neuropatico e oncologico.”
I ricercatori hanno condotto uno studio di coorte retrospettivo comprendente 53 pazienti che erano stati trattati con oppioidi attivi per la pancreatite cronica dolorosa.

I pazienti sono stati separati in gruppi in base al fatto che si trovassero in un programma di cannabis terapeutico sponsorizzato dallo stato.
Per valutare le differenze nel controllo del dolore nei due gruppi, gli investigatori hanno usato misure oggettive di dolore come il ricovero in ospedale e la quantità di oppiaceo usato in quel momento convertito in dosi equivalenti di morfina (MED).

I pazienti nel gruppo cannabis terapeutica (n=34) hanno manifestato una diminuzione del consumo medio giornaliero di oppiacei (126,6±195,6 MED) rispetto ai pazienti che non stavano usando cannabis medica (183,5±284,5 MED).

L’uso della cannabis è stato anche associato a una riduzione dei ricoveri ospedalieri e delle visite al pronto soccorso nell’ultimo anno solare. Tuttavia, le differenze non hanno raggiunto la significatività statistica.

Gardner e colleghi hanno precisato che le limitazioni nello studio, inclusa la piccola dimensione del campione, hanno contribuito alle differenze non significative e richiesto ulteriori indagini.

In conclusione, gli autori sottolineando i limiti e le dimensioni ridotte del campione, evidenziando che questo studio dovrebbe fungere da piattaforma per future indagini su questo argomento. Questi risultati suggeriscono anche che la cannabis medica può essere un’efficace terapia aggiuntiva nel trattamento del dolore associato a pancreatite cronica e sostituire o ridurre al minimo la necessità di terapia cronica con oppiacei.