Gastroenterite: probiotici inefficaci sui bambini


Gastroenterite: l’uso di probiotici per ripristinare la flora batterica intestinale, non ha alcun effetto migliorativo sui bambini secondo uno studio

Gastroenterite: probiotici inefficaci sui bambini

Dolori addominali, nausea, diarrea sono questi i sintomi che accompagnano la gastroenterite, problematica infettiva molto frequente nei bambini in età scolare. Cosa fare? Oltre ai consigli basilari di bere molto, evitare cibi poco digeribili o latticini, i medici tendono a prescrivere l’assunzione di probiotici. Un recente lavoro pubblicato sul New England Journal of Medicine evidenzia che l’assunzione di tali micro-organismi benefici, per ripristinare la flora batterica intestinale, non ha alcun effetto migliorativo sull’evoluzione e la durata della gastroenterite.

La gastroenterite pediatrica rappresenta circa 1,7 milioni di visite al pronto soccorso negli Stati Uniti ogni anno.
Diversi studi riportano evidenze dell’efficacia dei probiotici per varie malattie tra cui stipsi, colon irritabile, eradicazione dell’h. pylori (insieme agli antibiotici).

Non esistono ad oggi dati a supporto del loro utilizzo nel migliorare la gastroenterite pediatrica anche se il loro uso a tale scopo è alquanto diffuso.
Per tale motivo è stato condotto uno studio randomizzato in doppio cieco che ha coinvolto 886 bambini di età compresa tra i 3 e i 48 mesi con gastroenterite che si erano presentati presso sei pronto soccorso pediatrici in Canada.

I partecipanti hanno ricevuto 5 giorni di una combinazione di prodotti probiotici contenenti Lactobacillus rhamnosus R0011 e L. helveticus R0052, alla dose di 4,0 × 109 unità formanti colonia, due volte al giorno o placebo.

L’outcome primario era la gastroenterite da moderata a grave, che è stata definita in base a un punteggio ottenuto dopo l’arruolamento nello studio sulla scala Vesikari. Tale punteggio doveva essere pari o superiore a 9 (i punteggi vanno da 0 a 20, con punteggi più alti che indicano una malattia più grave).

Gli outcome secondari includevano la durata della diarrea e del vomito, la percentuale di bambini portati in urgenza dal medico e la presenza o assenza di eventi avversi.

I risultati hanno mostrato che i pazienti che mostravano gastroenterite da moderata a grave entro 14 giorni dall’arruolamento erano 108 su 414 partecipanti (26,1%) ed avevano ricevuto un trattamento con probiotici e 102 su 413 partecipanti (24,7%) che avevano, invece, assunto placebo (odds ratio, 1,06, intervallo di confidenza del 95% [CI], da 0,77 a 1,46; p=0,72).

Dopo aggiustamento per sito dello studio, età, rilevamento di rotavirus nelle feci e frequenza di diarrea e vomito prima dell’arruolamento, è stato evidenziato che l’appartenenza a uno dei due gruppi dello studio non prediceva l’evoluzione della gastroenterite da moderata a grave (odds ratio, 1,06, IC 95%, 0,76-1,49; p=0,74).

Non sono state evidenziate differenze significative tra il gruppo probiotico e il gruppo placebo nella durata mediana della diarrea (52,5 ore [intervallo inter quartile, da 18,3 a 95,8] e 55,5 ore [intervallo interquartile, da 20,2 a 102,3], rispettivamente p=0,31) o del vomito (17,7 ore [intervallo interquartile, da 0 a 58,6] e 18,7 ore [intervallo interquartile, da 0 a 51,6], p=0,18), nelle percentuali di partecipanti con visite non programmate presso il proprio medico (30,2% e 26,6%, odds ratio, 1,19, IC 95%, 0,87-1,62, p=0,27) e nella percentuale di partecipanti che avevano riportato un evento avverso (34,8% e 38,7%, odds ratio, 0,83, IC 95%, 0,62-1,11, p=0,21).

In conclusione, questo studio evidenzia che nei bambini che vengono accompagnati dai genitori al pronto soccorso per gastroenterite, la somministrazione due volte al giorno di una combinazione di probiotici, L. rhamnosus e L. helveticus, non impedisce lo sviluppo della stessa gastroenterite da moderata a grave entro 14 giorni dall’assunzione degli stessi.