Bene atogepant per la prevenzione dell’emicrania


Prevenzione dell’emicrania: atogepant, nuovo antagonista CGRP, raggiunge l’endpoint primario in uno studio di fase 3

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Atogepant, nuovo antagonista orale del gene correlato alla calcitonina (CGRP), ha raggiunto l’endpoint primario in uno studio di fase 3 per la prevenzione dell’emicrania. L’annuncio viene da AbbVie, l’azienda che ha sviluppato il farmaco.

I risultati “Topline” dallo studio ADVANCE, che ha valutato atogepant al dosaggio di 10, 30, e 60 mg, ha mostrato che tutte e tre le dosi sono state associate a una significativa riduzione rispetto al basale nei giorni medi di emicrania mensile a confronto del placebo. Ci sono stati anche miglioramenti significativi in tutti e sei gli endpoint secondari con le due dosi più elevate.

I dati dello studio ADVANCE e di una precedente sperimentazione di fase 2/3 saranno la base per le domande di registrazione agli enti normativi negli Stati Uniti e in altri paesi, ha riferito AbbVie.

Diminuiti i giorni mensili di mal di testa
La fase 3, multicentrica, randomizzata, in doppio cieco, controllata con placebo, a gruppi paralleli, è stata progettata per valutare l’efficacia, la sicurezza e la tollerabilità di atogepant orale per la prevenzione dell’emicrania in coloro che avevano sperimentato da 4 a 14 giorni di emicrania al mese.

Un totale di 910 pazienti sono stati randomizzati a uno dei quattro gruppi di trattamento: 10 mg, 30 mg, o 60 mg di atogepant una volta al giorno o placebo. Le analisi di efficacia si sono basate sulla popolazione di 873 pazienti con metodo intention-to-treat modificato.

L’endpoint primario è risultato cambiato dal basale come media di giorni di emicrania mensile durante il periodo di trattamento di 12 settimane. Tutti i gruppi di dose atogepant hanno incontrato l’endpoint primario e hanno dimostrato diminuzioni significativamente maggiori nei giorni medi di emicrania mensile rispetto al placebo.

I giorni medi di emicrania mensile sono stati ridotti di 3,69 giorni con la dose da 10 mg, di 3,86 giorni con la dose da 30 mg e di 4,2 giorni con la dose da 60 mg di atogepant rispetto a una riduzione di 2,48 giorni di emicrania nel gruppo placebo (P < 0,0001, in tutti i gruppi vs placebo).

Un endpoint secondario chiave ha misurato la percentuale di pazienti che hanno ottenuto almeno una riduzione del 50% dei giorni medi di emicrania mensile nell’arco di 12 settimane. Questo esito si è verificato nel 55,6% del gruppo atogepant 10 mg, nel 58,7% del gruppo 30 mg e nel 60,8% del gruppo 60 mg, rispetto al 29% del gruppo placebo (P <0,0001, in tutti i gruppi di dosi vs placebo).

Miglioramenti significativi anche negli endpoint secondari
Gli endpoint secondari aggiuntivi misurati durante il periodo di trattamento di 12 settimane includevano il cambiamento rispetto al basale nei giorni medi mensili di cefalea, i giorni di utilizzo mensile di farmaci per le crisi acute, la media mensile dei punteggi dei domini sulle performance nelle attività quotidiane e il decadimento fisico sul Migraine-Diary (AIM-D) e il cambiamento rispetto al basale nel punteggio del Migraine-Specific Quality of Life Questionnaire (MSQ) Role Function-Restrictive alla settimana 12.

Il trattamento con le dosi da 30 mg e 60 mg ha portato a miglioramenti significativi in tutti gli endpoint secondari, e il trattamento con la dose di 10 mg ha portato a miglioramenti significativi in quattro dei sei endpoint secondari.

L’azienda produttrice ha affermato che non sono stati osservati nuovi rischi per la sicurezza rispetto al profilo di sicurezza di atogepant osservato nelle sperimentazioni. Gravi eventi avversi si sono verificati nello 0,9% dei pazienti del gruppo atogepant 10 mg rispetto allo 0,9% dei pazienti nel gruppo placebo. Nessun paziente nei gruppi atogepant 30 mg o 60 mg ha sperimentato un grave evento avverso.

Gli eventi avversi più comuni (segnalati in almeno il 5% dei pazienti e almeno in un gruppo atogepant, e a un tasso superiore al placebo), in tutte le dosi rispetto al placebo, sono stati costipazione (6,9-7,7% contro 0,5%), nausea (4,4-6,1% contro 1,8%) e infezione del tratto aereo superiore (3,9-5,7% contro 4,5%).

La maggior parte dei casi di costipazione, nausea e infezione delle vie respiratorie superiori erano di gravità lieve o moderata e non hanno portato all’interruzione del trattamento. Non sono stati identificati problemi di sicurezza epatici nello studio. La società ha comunicato che i risultati completi dei dati saranno presentati in un prossimo congresso medico e/o pubblicati in una rivista peer-reviewed.