Pride by your side: la mostra si arricchisce di opere


Prosegue e cresce la mostra Pride by your side alla FMB Art Gallery: 30 gli artisti, 210 le opere sull’amore LGBT+, tra corpi e passioni

Pride by your side mostra

Una mostra online per raccontare l’amore LGBT+, sia fisico che spirituale, attraverso l’arte: prosegue sino al 20 settembre la collettiva “Pride by your side”, all’interno di Artspace, spazio che la galleria online FMB Art Gallery di Francesco Maria Boni (www.fmbartgallery.com) dedica agli eventi speciali. L’esposizione, partita il 20 giugno con diciannove artisti e più di cento opere, è cresciuta ulteriormente: sono trenta gli artisti ora in mostra, italiani e con “incursioni importanti” da Spagna, Israele, Russia, Giappone e Inghilterra. Circa duecentodieci, invece, le opere presenti, tra fotografia e pittura, street art e illustrazione. I ricavati della galleria saranno devoluti a due associazioni LGBT italiane: Casa Famiglia Refuge LGBT e Plus – Persone LGBT+ sieropositive.

L’EVENTO COME UN’ONDA PRIDE – Il tema del progetto “Pride by your side” riguarda il mondo LGBT e punta a mettere in evidenza l’orgoglio della diversità di ogni singolo individuo che si manifesta nel rapporto intimo che ha non solo con se stesso, ma anche con il mondo esterno con il quale si relaziona. Le opere raccontano orgoglio, identità, unicità, sesso e sessualità. Un viaggio alla scoperta del proprio io, un percorso per riscoprire l’amore e il sesso come espressione del proprio essere.

GLI ARTISTI IN MOSTRA – L’elenco completo degli artisti, in ordine alfabetico: Connor Addison, Emiliano Alfonsi, Alberto Alicata, Alessia Babrow, Thomas Bires, Keith Buswell, Cinzia Carbonelli e Adriana Seganti, Lidia Cestari, Stefano Cipollari, Stefano Coviello, Bianca Demo, Yasmine Elgamal, Yisrael Dror Hemed, Salvador Manzano Carabante, Ernesto Notarantonio, Gonzalo Orquin, Stefano Pallara, Grigorii Pavlychev, Massimo Perna, Nadir Pecvik, Paola Di Valentini, Paolo Pilotti, Irene Poli, Stefano Regondi, Francesco Ruspoli, Kou Shou, Fabio Turri, Marko Tubic, Alberto Torres Hernandez, Richard Wallace.

“Penso che il nudo sia sempre rivoluzionario – spiega Francesco Maria Boni, ideatore dell’iniziativa – perché espone la parte più intima e vera di ognuno di noi. Un corpo nudo non ha barriere né sovrastrutture. Semplicemente è quel che si vede, nel bene e nel male, nel bello o nel brutto. Ed è proprio questa la sua forza: mostrare la propria verità con orgoglio e coraggio senza timore del giudizio altrui. Compito dell’artista è prendere in consegna quel corpo, con la sua storia annessa, e riuscirla a raccontare dando valore all’intimo umano, reinterpretandolo con i propri strumenti. Per mostrare quello che si cela dietro una forma, una posa, una staticità apparente. Nella ‘banalità’ dell’essere, noi siamo i nostri corpi”.