Psoriasi, arriva la Carta delle priorità dei pazienti


Psoriasi: nasce la Carta delle priorità del malato psoriasico messo a punto da APIAFCO (Associazione Psoriasici Italiani Amici della Fondazione Corazza)

Psoriasi, nasce la Carta delle priorità dei pazienti

Inserire la psoriasi tra le patologie contemplate dal  Piano  nazionale   delle   cronicità,  tanto  per  iniziare,  senza  dimenticare l’importanza  di promuovere  un  approccio  sanitario  sempre  più  multidisciplinare,  così  come  l’urgenza  di implementare i PDTA, ovvero i Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali.

Sono alcuni dei punti chiave  contenuti  nella “Carta delle priorità del malato psoriasico”, documento  messo  a  punto da APIAFCO  (Associazione Psoriasici  Italiani  Amici della  Fondazione  Corazza), presentato durante l’evento digitale “La  pelle  vuole  sempre  dire  la  sua” e sul  quale  si  è  registrata  la  convergenza  di parlamentari di schieramenti diversi, nonché il sostegno del viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri: “Il lavoro svolto conferma l’importanza del ruolo delle associazioni di pazienti. Ai decisori politici rimane l’impegno dell’ascolto e di fornire risposte adeguate alle istanze di salute. Credo che da questa giornata debba venire uno sforzo comune per l’inserimento della psoriasi nel  Piano Nazionale  delle Cronicità  e  un  sostegno  forte  per  realizzare  i  dieci  punti  che  avete  individuato come esigenze prioritarie per i malati psoriasici”.

Un  impegno  corale,  quello  emerso  nel  corso  del digital talk,  che  si  concretizzerà  a  breve anche attraverso  la  presentazione  di  una  mozione  parlamentare  ad  hoc, come  definito al  termine  di  un dibattito  avviatosi sulla  base dei risultati  dell’indagine  Doxa “Il  paziente  con  psoriasi  oggi” commissionata da APIAFCO e realizzata con il sostegno non condizionato di Abbvie.

Indagine Doxa. La psoriasi -ha subito inquadrato l’istituto di ricerca -è una malattia della pelle che viene in molti casi sottovalutata. È infatti troppo spesso considerata un problema estetico, piuttosto che una malattia a 360° con importanti comorbidità (tra cui diabete e problemi cardiovascolari)che colpisce oltre 2 milioni di persone e nelle forme più gravi è fortemente invalidante. Nel corso degli ultimi anni, l’atteggiamento sia dell’opinione pubblica che della classe medica, nonché dei decisori, si è modificato ma non sufficientemente. È quanto confermato da un’indagine che APIAFCO ha affidato  alla DOXA.

Dall’indagine – condotta  su  un  campione  di  pazienti,  clinici  e  decisori  spesa -emergono dati e informazioni preoccupanti che obbligano tutti a un impegno maggiore. Dalla ricerca si evince che la psoriasi vive di contraddizioni: è una patologia cronica, ma non è nel piano delle cronicità; è una malattia che necessita dell’approccio multidisciplinare, ma nella realtà è scarsamente praticato; è curata con terapie completamente pagate dal SSN, ma molte spese per i  prodotti  coadiuvanti  rimangono  a  carico  del paziente;  i  PDTA  (Percorsi  Diagnostico  Terapeutici Assistenziali)esistono ma non sono sempre applicati. Consapevole di ciò, APIAFCO ha individuato delle esigenze prioritarie, riassunte nella “Carta delle priorità del malato psoriasico”, sulle quale è riuscita a sollecitare e far convergere l’impegno di tutti gli attori dell’“ecosistema psoriasi” per il miglioramento della qualità di vita e di cura del paziente: una vera e propria call to actiona medici, rappresentanti delle Istituzioni e operatori del settore.

La  Carta  delle  priorità. Le  esigenze  prioritarie individuate  da APIAFCO sono 10:  inserimento  della psoriasi  nel  Piano  nazionale  della  cronicità;  maggiore  coinvolgimento  dei  medici  di  Medicina generale  per  favorire  una  diagnosi  precoce;  presa  in  carico del  paziente  da  parte  di  strutture multidisciplinari; diritto all’accesso alle terapie innovative per tutti i livelli di gravità; sviluppo e l’implementazione dei PDTA per  una  gestione  ottimizzata  della  malattia;  supporto  per  favorire aderenza   della   terapia;   maggiori   informazioni   sulle   terapie   (ed   eventuali   switch);   supporto psicologico   per  migliorare   la   convivenza   con   la   patologia;   riconoscimento   economico   per   i trattamenti coadiuvanti; corretta informazione rispetto alle cure scientifiche, in modo da avere un paziente consapevole e capace di riconoscere proposte ingannevoli o dannose. “La psoriasi è una patologia ‘complicata’e ‘complessa’e vive contraddizioni importanti: la situazione non  è  drammatica  ma  molto  seria”, ha spiegato la presidente dell’associazione, Valeria Corazza, consapevole di “un  quadro  ulteriormente  complicato” a causa dei “molti  reparti  di  Dermatologia convertiti  alla  gestione delle emergenze  determinate  dal  Covid-19 che  solo  in  questi  giorni  stanno ritornando allanormalità”. “Eppure, dall’indagine Doxa–ha rimarcato -emerge anche la volontàdi tutte le componenti intervistate -payers, clinici, pazienti -di voler favorire migliori condizioni per un equo accesso alle migliori cure disponibili, alla diagnosi precoce, ad una terapia a misura di malato e all’indispensabile supporto psicologico. Ecco perché abbiamo portato avanti una ‘call to action’ –a cui hanno risposto positivamente tutti gli interlocutori coinvolti -per condividere il piano d’azione delineato nella ‘Carta delle priorità’”.

L’intesa. L’iniziativa di una mozione, “da  calendarizzare  al  più  presto”, che sintetizzi  i  punti  della Carta delle priorità proposta da APIAFCOeallo scopo di “sensibilizzare il Parlamento su un tema così importante”, è stata lanciata dal deputato Andrea Mandelli (commissione Bilancio). Un cambio di passo da inserire in contemporanea con un potenziale percorso di nuovi investimenti a favore del
Servizio  Sanitario  Nazionale,  condiviso  in  pieno  dalle  altre  due  parlamentari  intervenute, Maria Teresa  Baldini(commissione  Attività  Produttive)  e Rossana  Boldi(vicepresidente  Commissione Affari    Sociali).

La  prima ha inoltre puntato  l’attenzione  sull’importanza dell’approccio multidisciplinare per un miglior coordinamento della gestione del paziente, mentre la seconda si è concentrata anche sulla figura del medico di Medicina generale, che come una sorta di “playmaker” di una squadra di basket sappia “per primo prendere in carico i pazienti e indirizzarli al meglio verso i migliori centri” specializzati del territorio. Concetto ripreso e amplificato da Luigi Tramonte, responsabile nazionale dell’area dermatologica SIMG -Società Italiana di Medicina Generale e delle cure primarie, convinto che il medico di famiglia possa avere  un  ruolo  importantissimo  nella  diagnosi  e  nella  gestione  del  paziente  per  il  piano terapeutico,  risvolti  psicologici  compresi.  A  chiedere  che  venga “tenuto  in  conto  di  più  il  nostro punto  di  vista” è Francesco  Cusano,  presidente  ADOI  (Associazione  Dermatologi  Venerologi Ospedalieri  Italiani  e  della  Sanità  Pubblica),  secondo  il  quale uno  dei  problemi  da  affrontare  con celerità  è  la “burocratizzazione,  che  ci  sta  distruggendo e  che  si  è  ulteriormente  aggravata  con l’emergenza del Covid.

Ma anche la regionalizzazione che determina una gestione della psoriasi non univoca sul territorio nazionale”. Infine, Ketty Peris, presidente SIDeMaST (Società Italiana di Dermatologia   medica,   chirurgica,   estetica   e   delle   Malattie   Sessualmente   Trasmesse),   ha sottolineato che “negli ultimi anni si son perse l’attenzione e l’informazione sulla psoriasi e questo non aiuta un corretto percorso terapeutico. Per esempio, mi ha colpito il numero di pazienti che usa  ancora  farmaci  obsoleti.  Ed  è  poi  fondamentale incentivare l’assistenza  a  distanza,  nei  casi meno gravi, grazie alla telemedicina e questo per favorire la presa in carico dei casi più gravi”.