Tumore al seno: dieta vegetale alleata della terapia ormonale


Tumore al seno: la dieta semi-digiuno a base vegetale alleata della terapia ormonale secondo uno studio italiano coordinato da IFOM Milano e dal Policlinico Universitario San Martino di Genova

Tumore al seno: dieta semi-digiuno alleata della terapia ormonale

La dieta potrebbe avere un ruolo chiave nel trattamento del tumore al seno. La notizia arriva da uno studio internazionale coordinato da IFOM Milano e dal Policlinico Universitario San Martino di Genova, con il sostegno di AIRC, appena pubblicato sulla rivista Nature, in cui una dieta ipocalorica a base vegetale è stata testata per determinare il suo effetto sulla crescita del tumore in combinazione a terapia ormonale nei topi e nelle pazienti. Le donne in terapia ormonale in Italia sono circa 400 mila, cioè tre su quattro di quelle che ricevono diagnosi di carcinoma mammario.

I dati raccolti su 36 pazienti in due studi clinici condotti all’Ospedale Policlinico San Martino di Genova e all’Istituto Nazionale Tumori di Milano da Filippo De Braud e Claudio Vernieri mostrano che cicli di dieta protratti per una media di circa sei mesi riducono alcuni fattori di crescita che contribuiscono a favorire la proliferazione cellulare e possono influenzare la crescita tumorale.

Un risultato incoraggiante, perché mostra che anche negli esseri umani, come negli esperimenti condotti in cellule in coltura e in topolini con tumore al seno, questo effetto metabolico potrebbe associarsi a una minor progressione del cancro, a un potenziamento dell’efficacia delle terapie e a un recupero della sensibilità al trattamento nei casi in cui si sia instaurata una resistenza ai farmaci. Tuttavia, i dati sono preliminari e devono essere confermati in studi clinici più ampi. Inoltre sia i cicli di dieta, sia le settimane di intervallo prevedono protocolli precisi e devono avvenire sotto stretto controllo medico.

Non è perciò consentito un approccio “fai da te” che aumenterebbe il rischio di malnutrizione, una condizione che nei pazienti oncologici può essere molto pericolosa, minando l’esito delle terapie.

“La dieta che abbiamo sperimentato, valutandone gli effetti clinici per la prima volta in donne con tumore della mammella anche metastatico in terapia ormonale, è un regime alimentare vegano ipocalorico che induce nel corpo gli effetti metabolici del digiunare, e per questo è stata chiamata “mima-digiuno” – spiega Alessio Nencioni, del Dipartimento di Medicina Interna del Policlinico San Martino – Università di Genova, coordinatore dello studio assieme a Valter Longo dell’IFOM (Istituto FIRC di Oncologia Molecolare) di Milano – Nei topi, la dieta mima digiuno non solo ha rallentato la crescita tumorale, ma ha fatto regredire i tumori anche dopo l’acquisizione di resistenza alle terapie farmacologiche standard – aggiunge Valter Longo, che da 15 anni studia l’effetto del digiuno contro i tumori.

“Le pazienti con tumore della mammella in terapia ormonale hanno seguito i cicli di questa dieta per una media di circa 6 mesi, senza mostrare effetti collaterali consistenti, ma soltanto fastidi lievi e transitori come mal di testa e debolezza” – continua Nencioni –  “Alcune di loro assumono la terapia per cicli mensili da quasi due anni senza alcun problema, è perciò un intervento ben tollerato se adeguatamente pianificato. La dieta ipocalorica abbinata alle terapie ormonali ha ridotto i livelli di glucosio in circolo ma soprattutto la leptina, l’ormone che regola la sazietà, l’insulina e il fattore di crescita insulino-simile (IGF1), tutte proteine che favoriscono la proliferazione delle cellule di tumore della mammella.”

“Le modifiche metaboliche indotte dalla dieta mima-digiuno sono associate a effetti antitumorali positivi, che peraltro vengono mantenuti a lungo nel tempo – riprende Nencioni – Ciò significa che questo regime di restrizione dietetica potrebbe essere un’arma in più per combattere il tumore della mammella nelle donne in terapia ormonale, senza il rischio di effetti collaterali seri. Abbiamo infatti osservato che il protocollo non compromette lo stato nutrizionale delle pazienti, se fra un ciclo di dieta e l’altro si prescrive un’alimentazione adeguata per evitare malnutrizione e perdita di peso. Inoltre, se si prevede un regime di attività fisica leggera/moderata fra un ciclo e l’altro, le pazienti mostrano anche un miglioramento della composizione corporea, con una riduzione della massa grassa e un aumento della massa magra. Tutti elementi che indicano come i cicli di dieta ‘mima-digiuno’, sotto controllo dello specialista, possano avere effetti positivi senza pericoli consistenti per la salute delle pazienti, aiutandole a orientarsi nelle terapie complementari per evitare errori e migliorarne i risultati. Si tratta ovviamente di risultati iniziali ma, se saranno confermati da ulteriori studi clinici con numeri più ampi di pazienti, potrebbero aprire la strada a nuovi scenari nell’ambito delle terapie oncologiche integrate, diventando una strategia da abbinare alle consuete cure” conclude Nencioni. Infatti, poche settimane fa in collaborazione con Longo un gruppo di centri oncologici olandesi ha pubblicato uno studio clinico su 125 pazienti in cui la dieta mima digiuno aumentava l’efficacia della chemioterapia contro il cancro alla mammella.

“In futuro, suggerisce Longo, sarà importante capire anche che tipo di nutrizione sia più opportuno adottare tra un ciclo di mima-digiuno e l’altro per combattere il cancro”.