Le donne vogliono una moda sostenibile e inclusiva


Le donne vogliono una moda sostenibile e inclusiva secondo una ricerca di QVC: tra le consumatrici la preferenza è per il Made in Italy

Le donne vogliono una moda sostenibile e inclusiva

Qvc Italia, il canale di shopping e intrattenimento presente sul digitale terreste e sul satellite, ha presentato in occasione dell’evento “Ripensare la sostenibilità nel fashion” organizzato dall’hub dell’innovazione Fashion Technology Accelerator, ha presentato una ricerca che dimostra come i temi della sostenibilità ambientale, sociale e culturale non siano più appannaggio di pochi, ma rappresentino un vero e proprio stile di vita.
Realizzata in collaborazione con Human Highway, la ricerca ha raccolto le percezioni di un campione di donne tra i 18 e i 65 anni di età e con l’abitudine a connettersi alla rete almeno una volta alla settimana. Dall’indagine emerge che tra tutte le tendenze il fashion inclusivo è uno di quelli a cui le consumatrici sono più sensibili.

Oltre il 70% delle intervistate, spiega Garantitaly, dichiara che si può essere trendy e alla moda ad ogni età, anche nei contesti quotidiani e che non esiste un modello unico di bellezza. Oltre il 60% afferma inoltre che la moda deve essere per tutti, non solo per le modelle e deve avere un prezzo accessibile.

Rispetto alla moda sostenibile, il 76% del campione sostiene l’esigenza di processi di produzione etici per l’ambiente e la società, con l’obiettivo di ridurre gli sprechi d’acqua, l’uso di sostanze chimiche e di risorse non rinnovabili. Questa percentuale sale all’82% nel segmento di popolazione dai 18 ai 24 anni, a dimostrazione di una maggiore sensibilità alle tematiche green delle più giovani.

Nella scelta di un prodotto fashion, il Made in Italy ricopre un ruolo nevralgico per le intervistate, tanto che nel 67% dei casi il campione è disposto a pagare di più per averlo, così come può spendere di più se ha la garanzia di standard dignitosi per i lavoratori (62%), per materiali ecologici (58%) e per prodotti da imprese di piccole dimensioni (50%) o start-up (43%).