Emofilia B: arriva terapia genica di CSL e uniQure


Emofilia B: CSL sigla un accordo dal valore potenziale di due miliardi di dollari con uniQure per lo sviluppo di una terapia genica

Emofilia B: CSL sigla un accordo dal valore potenziale di due miliardi di dollari con uniQure per lo sviluppo di una terapia genica

La società biotech olandese uniQure ha annunciato di aver stipulato un accordo di licenza con CSL Behring, concedendo a quest’ultima i diritti esclusivi globali della terapia genica sperimentale etranacogene dezaparvovec (nota anche con la sigla AMT-061) sviluppata per il trattamento dei pazienti affetti da emofilia B.

In base all’accordo, uniQure riceverà un pagamento anticipato in contanti di 450 milioni di dollari ed è autorizzata a ricevere fino a 1,6 miliardi di dollari in milestones e royalty a due cifre.

uniQure sarà responsabile del completamento dello studio HOPE-B, della convalida del processo di produzione e della fornitura di etranacogene dezaparvovec fino al suo trasferimento a CSL Behring. UniQure ha dichiarato che saranno rimborsati da CSL Behring i costi per lo sviluppo clinico e le attività regolatorie, mentre CSL Behring sarà responsabile della presentazione delle proposte regolatorie e della commercializzazione della terapia.

“Crediamo che attraverso questo accordo, siamo idealmente posizionati per fornire a livello globale la nostra innovativa terapia genica al più grande numero di pazienti affetti da emofilia B il più rapidamente possibile”, ha detto Matt Kapusta, il CEO di uniQure.

CSL ha detto che il farmaco potrebbe essere una delle prime terapie geniche a fornire benefici potenzialmente a lungo termine ai pazienti. L’azienda ha detto in una dichiarazione: “Una dose di AMT-061 ha dimostrato di aumentare i livelli plasmatici del Fattore 1X – la proteina coagulante del sangue che manca nelle persone affette da emofilia B – in misura tale da ridurre o eliminare la tendenza al sanguinamento per molti anni”.

CSL è già un importante fornitore di fattori di coagulazione derivati dal plasma sanguigno per i pazienti emofiliaci, con il nuovo farmaco che ha il potenziale di eliminare la necessità di terapie in corso per alcuni pazienti.

Questa acquisizione migliorerà anche le capacità di CSL Behring nel suo crescente portafoglio di terapie geniche. L’azienda sta attualmente sviluppando una terapia genica con cellule staminali (CSL200) per il trattamento dell’anemia falciforme e ha recentemente stretto un’alleanza con il Seattle Children’s Research Institute per sviluppare una terapia genica con cellule staminali per le malattie da immunodeficienza primaria, un’altra area di malattie rare in cui CSL Behring è leader.

L’accordo fornirà a uniQure ulteriori fondi per accelerare ed espandere la sua pipeline di terapie geniche. L’azienda prevede di portare avanti lo studio di Fase I/II sull’AMT-130 nella malattia di Huntington. uniQure ha recentemente annunciato che i primi due pazienti sono stati trattati nello studio e che spera di rilasciare i primi dati sulla sicurezza nella seconda metà del 2020 e i primi dati sull’efficacia nel 2021.

Emofilia B
L’emofilia B è una patologia ereditaria a trasmissione recessiva legata al sesso e provocata dalla carenza, sul piano quantitativo o funzionale, del fattore IX (FIX), una delle più importanti proteine coinvolte nel processo della coagulazione sanguigna. Sul piano clinico e diagnostico, l’emofilia B non si discosta troppo dall’emofilia A: pertanto si possono distinguere forme lievi, moderate o gravi, che si traducono in emorragie più o meno severe, trattabili con la somministrazione per via endovenosa dello stesso FIX (terapia sostitutiva).

La terapia genica di uniQure 
La terapia genica di uniQure, nota come AMT-061, utilizza un virus Adeno-associato (AAV), un virus comune che non causa alcuna malattia nell’uomo.
Gli scienziati modificano il Virus Adeno-Associato (AAV) togliendo il contenuto interno al suo capside (involucro esterno) e sostituendolo con una copia funzionante della variante Padova del gene del fattore IX, che comporta una maggiore funzionalità rispetto al fattore IX wild-type, che era presente nella versione precedente, AMT-060.
Per questo obiettivo la UniQure ha acquisito una famiglia di brevetti che copre ampiamente la variante F.IX-Padova e il suo utilizzo nella terapia genica. La variante del gene, denominata F.IX-Padua, esprime infatti una proteina con una singola sostituzione di aminoacidi capace di fornire un aumento approssimativo di 8 a 9 volte nell’attività F.IX rispetto al tipo nativo della proteina del FIX

Sviluppo clinico di AMT-061
Nel dicembre 2019 uniQure ha annunciato che i dati del suo studio di Fase 2b con AMT-061 hanno mostrato che tutti i pazienti hanno stabilizzato e sostenuto l’attività FIX a livelli funzionalmente elevati un anno dopo una singola dose, con un aumento dell’attività FIX fino al 50% del normale e una media del 41%. Questo supera i livelli considerati sufficienti per eliminare o ridurre significativamente il rischio di eventi emorragici.

Il farmaco è attualmente in fase III e lo scorso mese di marzo l’azienda aveva comunicato di aver arruolato i 54 pazienti previsti dal protocollo. L’obiettivo principale della sperimentazione, uno studio in aperto, è quello di determinare se una singola iniezione endovenosa di AMT-061 può migliorare l’attività di F.IX entro 26 settimane. Prima della somministrazione della terapia genica, i partecipanti sono stati seguiti per sei mesi per stabilire i valori basali mentre erano ancora sotto l’effetto di farmaci standard.

Gli end point secondari dello studio  includono la misurazione del numero di eventi emorragici annuali, noti come tasso di sanguinamento annualizzato, e la frequenza con cui i pazienti devono utilizzare una terapia sostitutiva FIX un anno dopo il dosaggio. I partecipanti saranno seguiti per cinque anni.