Tonno rosso, WWF contro processo di certificazione


Il WWF ha presentato obiezione formale alla certificazione MSC (Marine Stewardship Council) di un’attività di pesca al tonno rosso dell’Atlantico

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Il WWF ha presentato obiezione formale alla certificazione MSC (Marine Stewardship Council) di un’attività di pesca al tonno rosso dell’Atlantico, in seguito a un processo di valutazione discutibile che ha ripetutamente ignorato le fragili condizioni dello stock.

L’associazione ha argomentato su come l’attuale certificazione di un’attività di pesca del tonno rosso abbia ignorato le migliori conoscenze scientifiche a disposizione e di conseguenza, abbia prodotto una valutazione eccessivamente positiva della fishery in questione che non rispecchia la condizione reale del mare.

Il WWF sta da tempo segnalando che il rigore scientifico che la certificazione MSC afferma di applicare per rispettarela sostenibilità degli stock ittici, è spesso lasciato in secondo piano durante i processi di certificazione [1]. Nel caso del tonno rosso dell’Atlantico orientale, una popolazione che è passata dall’essere largamente abbondante a gravemente sovrasfruttata e che è ancora ampiamente pescata in maniera illegale [2], dovrebbero essere state applicate valutazioni scientifiche rigorose e un approccio precauzionale. Questo purtroppo non è stato certo il caso.

Per dare conferma ulteriore della necessità metodologie di valutazione scientificamente valide, il WWF ha anche commissionato una seconda valutazione indipendente dell’attività di pesca del tonno rosso a un altro CAB (Conformity Assessment Body, ente di valutazione della conformità) accreditato da MSC, SAI-Global [4]. La sua valutazione ha riportato che “severe criticità sono state identificate e l’analisi preventiva ha previsto un completo fallimento del Principio 1 [5]. Lo stock di tonno rosso dell’Atlantico orientale e del Mediterraneo non si posiziona – ne fluttua attorno – ad un livello coerente con il Rendimento Massimo Sostenibile (MSY) [6].”

Il WWF si sta opponendo alla certificazione di due attività di pesca del tonno rosso: la Usufuku Honten con palangaro nel nord-est Atlantico e l’attività di pesca  francese con palangaro e lenza a mano Sathoan. Il WWF ritiene che indipendentemente dalla dimensione e tipologia dell’attività di pesca, le attuali misure di conservazione e gestione esistenti, non forniscono la garanzia che il tonno rosso dell’Atlantico sia pescato e commercializzato sostenibilmente. “Siamo seriamente preoccupati che il garantire una certificazione MSC alle attività di pesca al tonno rosso dell’Atlantico possa mandare un messaggio sbagliato ai consumatori che credono nel marchio MSC come prova di sostenibilità. Purtroppo questo non è sempre vero” conclude Di Carlo.

Note:

[1] Nel 2019 alcune attività di pesca certificate hanno avuto i loro certificati sospesi perché nuove evidenze  scientifiche hannodenunciato la condizione di sovrasfruttamento di alcuni stock (ad esempio le attività di pesca del merluzzo nel Mare del Nord, l’attività di pesca dell’aringa Western Baltic Spawning Spring e quella allo sgombro dell’Atlantico nord-orientale MINSA). Mentre queste sospensioni sono la risposta appropriata da parte di MSC e potrebbero portare incentivi per migliorare la gestione, questo mostra che le performance delle attività di pesca certificate possono essere messe in discussione. Si veda anche l’articolo di Jennifer Jacquet, Daniel Pauly e altri, che mostra che “Il principale sistema di certificazione per la pesca sostenibile orientato ai consumatori sta fallendo nel proteggere l’ambiente e necessita di riforme radicali”.

[2] L’Europol stima per il 2018 che l’ammontare di tonno rosso dell’Atlantico commercializzato illegalmente sia il doppio di quello legale (WWF media release)

[3] A febbraio, il WWF ha denunciato ufficialmente MSC per mancanza di imparzialità nel suo processo di valutazione (articolo WWF)

[4] A dicembre 2017 il WWF ha commissionato SAI Global (un CAB accreditato per gli standard MSC) a svolgere 3 pre-assessment dell’attività di pesca al tonno rosso dell’Atlantico nord-orientale e del Mediterraneo per valutare se fossero pronte per gli standard MSC. Nessuna delle attività considerate nei report pubblicati a giugno 2018 è giudicata in grado di ricevere un punteggio sufficiente per soddisfare il Principio 1 di MSC. Qui il riferimento  

[5] Come spiegato da MSC nel suo sito web, lo standard MSC per le attività di pesca prevede tre principi che ogni fishery deve rispettare. Il Principio 1 è riferito a “Stock ittici sostenibili: vengono lasciati abbastanza pesci nell’oceano? La pesca deve essere svolta ad un livello che assicuri la sua continuità e che la popolazione ittica possa rimanere produttiva e in salute.”

[6] MSY – Rendimento massimo sostenibile (MSY) è la quantità massima di pesce che può essere catturato sostenibilmente.