Diabete, mortalità ridotta con più fibre nel piatto


Diabete, mortalità ridotta con una dieta ricca di fibre ma gli alimenti non devono essere troppo trasformati: a rivelarlo sono due studi di un team neozelandese

Diabete, mortalità ridotta con una dieta ricca di fibre ma gli alimenti non devono essere troppo trasformati: a rivelarlo sono due studi di un team neozelandese

Nei pazienti con prediabete e diabete, una maggiore assunzione di fibre alimentari migliora l’aspettativa di vita, ma è importante privilegiare i cibi meno trasformati per non vanificarne gli effetti benefici. È quanto emerge da due studi di un team neozelandese pubblicati di recente sulle riviste Plos Medicine e Diabetes Care.

Studi controllati hanno confermato il potenziale di un’assunzione di carboidrati relativamente elevata rispetto a un apporto ridotto per ridurre i livelli di emoglobina glicata, migliorare i profili glicemici i livelli di colesterolo totale e LDL nelle persone con diabete, hanno premesso gli autori. Tuttavia, questi benefici erano evidenti solo quando si trattava di carboidrati ricchi di fibre alimentari.

«Per questo motivo abbiamo effettuato una revisione sistematica e una metanalisi sull’utilità delle fibre alimentari nella gestione del diabete» hanno scritto. «L’inclusione di ulteriori studi ci ha permesso di valutare se le fibre alimentari possono migliorare il controllo glicemico nel diabete di tipo 1 e nel prediabete e influenzare favorevolmente una gamma di fattori di rischio cardiometabolico oltre al controllo glicemico. Inoltre ci ha consentito di esaminare se questi benefici si traducono in una riduzione della morbidità e della mortalità».

Con più fibre benefici come con i farmaci
La metanalisi ha considerato i dati relativi a 8.300 adulti con diabete di tipo 1 o 2 per dimostrare che l’assunzione di una quantità elevata di fibre con la dieta comporta una riduzione significativa della mortalità prematura rispetto al consumo di una quantità ridotta di fibre.

Come riferito dal primo autore dello studio Andrew Reynolds della National Heart Foundation, rispetto all’assunzione media in Nuova Zelanda di 19 grammi di fibre al giorno, aumentare il consumo a 35 grammi ha comportato una riduzione del 35% del rischio di incorrere in una morte prematura. Da qui il suo consiglio di aumentare l’assunzione di fibre mangiando più cereali integrali, legumi, verdure e frutta intera.

«Le persone dovrebbero provare modi diversi per aumentare l’assunzione di fibre e capire cosa funziona meglio per loro. Se mangiano pane o panini bianchi raffinati, dovrebbero passare a quelli integrali, provare il riso e la pasta integrali, o aggiungere mezza scatola di legumi ai loro pasti» ha affermato. «Come anche provare ad aggiungere una verdura al pasto principale, non importa se fresca, congelata o in scatola, sono tutte delle buone scelte».

I ricercatori hanno anche analizzato 42 studi che hanno coinvolto 1789 partecipanti in cui agli adulti con prediabete, diabete di tipo 1 o di tipo 2 sono stati somministrati più fibre e cereali integrali per almeno sei settimane. In questi soggetti hanno riscontrato miglioramenti consistenti nel controllo della glicemia, nei livelli di colesterolo e nella riduzione del peso corporeo.

«Quando i nostri studi controllati hanno confermato i benefici di una dieta ricca di fibre quattro decenni fa, non pensavamo di ottenere risultati così impressionanti» ha affermato l’autore senior Jim Mann, direttore della Healthier Lives National Science Challenge, che ha condotto i primi studi controllati sulle diete ad alto contenuto di fibre nel diabete negli anni ’70. «Ci sono voluti quarant’anni di ricerche e queste meta-analisi per essere in grado di dimostrare che questo regime dietetico può avere un effetto sorprendente tanto quanto quello che si può ottenere con i farmaci».

«Le diete ad alto contenuto di fibre sono una componente importante della gestione del diabete, con conseguenti miglioramenti nelle misure di controllo glicemico, lipidi ematici, peso corporeo e infiammazione, nonché una riduzione della mortalità prematura» hanno concluso i ricercatori. «Sulla base dei risultati, aumentare l’assunzione giornaliera di fibre da 15 a 35 g potrebbe essere un obiettivo ragionevole che dovrebbe ridurre il rischio di mortalità prematura negli adulti con diabete».

No ai cereali integrali troppo trasformati
Nel secondo studio, lo stesso team di ricerca ha coinvolto soggetti adulti con diabete di tipo 2 per valutare gli effetti della trasformazione degli alimenti sui benefici per la salute dei cereali integrali scoprendo che, pur essendo un’importante fonte di fibre, i loro benefici possono essere ridotti dai processi di trasformazione industriale a cui sono sottoposti.

I partecipanti hanno assunto alimenti integrali minimamente trasformati come avena integrale e pane integrale con farina a grana grossa per due settimane, poi, dopo un periodo di washout, alimenti integrali più elaborati come avena istantanea e normale pane integrale per altre due settimane. «I cibi integrali sono ampiamente percepiti come salutari, ma ormai sono sempre di più i prodotti disponibili sugli scaffali dei supermercati che vengono ultraelaborati» ha affermato Mann.

I ricercatori hanno utilizzato dispositivi di monitoraggio del glucosio per registrarne i livelli ematici dei partecipanti durante il giorno e la notte nel corso dei due periodi di intervento bisettimanali. Hanno riscontrato un miglioramento della glicemia post-prandiale e una ridotta variabilità giornaliera del glucosio in quanti avevano consumato cereali integrali minimamente trasformati. I risultati migliori sono stati osservati in particolare dopo la colazione, il pasto in cui si verificava il maggior consumo di cereali integrali.

Il risultato inaspettato è stato che, sebbene ai partecipanti fosse stato chiesto di non perdere peso mangiando meno durante lo studio, il loro peso medio è aumentato lievemente dopo le due settimane di consumo di cereali integrali molto trasformati, mentre è leggermente diminuito dopo aver assunto cereali integrali minimamente trasformati.

Questi due studi, insieme a diverse ricerche precedenti, confermano che una maggiore assunzione di cibi ricchi di fibre come cereali integrali, frutta intera, verdure a foglia verde o legumi è una buona scelta valida per tutti, che ha importanti risvolti positivi per la gestione di malattie come il diabete di tipo 1 o di tipo 2.

«Stiamo cominciando a comprendere l’importanza del modo in cui gli alimenti vengono trasformati, come nel caso dei cereali integrali, che possono perdere i loro benefici se vengono macinati troppo finemente», ha concluso Reynolds.