Per i negozi di moda conto salato con il lockdown


I negozi di moda hanno pagato il prezzo più alto con il lockdown e i dati del mese di aprile saranno ancora peggiori

Per i negozi di moda conto salato con il lockdown

I numeri del commercio al dettaglio diffusi da ISTAT relativi allo scorso mese di marzo, primo mese di emergenza sanitaria e di avvio del lockdown a partire dal giorno 12, indicano che le diminuzioni maggiori riguardano le vendite di abbigliamento e pellicceria (-57,1%), giochi, giocattoli, sport e campeggio (-54,2%) e calzature, articoli in cuoio e da viaggio (-54,1%). Ovviamente, il calo minore si registra per i prodotti farmaceutici (-6,3%).

Altrettanto certo, spiega Garantitaly, è che i dati del mese di aprile saranno ancora peggiori, visto che la chiusura dei negozi è stata di 30 giorni su 30.

L’agenzia Reuters ha invece descritto l’andamento delle vendite al dettaglio nella zona euro e la stima è che abbiano subito il peggior calo storico a marzo: -11,2% rispetto a febbraio. E anche a livello continentale il settore moda è quello che patisce il risultato peggiore con un crollo del -38,9% rispetto al mese precedente e con un -41,6% in confronto allo stesso mese del 2019. I dati sono forniti dall’agenzia statistica europea Eurostat. Nel dettaglio, a marzo le vendite di moda in Spagna sono scese del -53%, nel Regno Unito del – 34,4% e negli USA del -50%.

In Germania, per il mese di aprile, stimano una perdita del -75% del fatturato del fashion: a preoccupare però è che i negozi tedeschi sono stati i primi a riaprire all’inizio di maggio, ma non si è registrata alcuna corsa agli acquisti.

Anzi, un sondaggio somministrato a 120 retailer sull’andamento delle vendite nei giorni successivi alla riapertura non riporta notizie di revenge spending e al calo verticale di aprile non sta seguendo un recupero altrettanto rapido.

Ricordiamo che il 2019 si era chiuso per il segmento con un giro d’affari complessivo di 281 miliardi di euro: a seconda dell’andamento dell’emergenza sanitaria, gli esperti stimano che le perdite per il 2020 si attesteranno in una forbice tra il -20 e il -35%, scendendo cioè in valore assoluto ad una cifra tra i 180 e 220 miliardi complessivi.