Sifilide e Hiv: la trasmissione è più facile


La sifilide è un’infezione genitale che causa ulcere ed escoriazioni e facilita la trasmissione dell’Hiv: ogni stadio ha sintomi diversi

La sifilide è un’infezione genitale che causa ulcere ed escoriazioni e facilita la trasmissione dell’Hiv: ogni stadio ha sintomi diversi

La sifilide è un’infezione genitale che causa ulcere ed escoriazioni e facilita la trasmissione dell’Hiv. Si sviluppa in diversi stadi, ciascuno caratterizzato da sintomi e decorso diverso. Dal momento che alcune fasi della malattia hanno un lungo decorso senza manifestazioni cliniche evidenti, è possibile un’evoluzione progressiva in assenza di diagnosi e terapia.

L’infezione, spiega la Dire Giovani (www.diregiovani.it) in un approfondimento, può interessare inizialmente i genitali esterni e/o più raramente la vagina e la cervice (sifilide primaria) dando in seguito origine ad un atipica lesione (sifiloma primario) nodulare- ulcerativa. Se non correttamente trattata o se non diagnosicata può estendersi ad altre zone anche a distanza di anni (sifilide secondaria e terziaria). Inoltre, se non è curata adeguatamente, la sifilide può causare danni al sistema nervoso e ai vasi arteriosi, disordine mentale e morte.

La sifilide si trasmette di persona in persona direttamente attraverso le ferite e le ulcere che si formano nelle zone genitali, rettali e sulla bocca a seguito di contatto sessuale. Può facilmente essere trasmessa fin dal primo stadio, spesso da individui ignari della propria malattia. Al contrario, non si trasmette in modo indiretto attraverso il contatto con oggetti, stoviglie o indumenti utilizzati da un soggetto infettato. Una donna in gravidanza malata può trasmettere l’infezione al feto. Secondo i Cdc americani, il rischio di trasmissione del virus Hiv è da 2 a 5 volte più elevato quando è presente anche una infezione da sifilide.

Come tutte le infezioni sessualmente trasmissibili, la sifilide può essere trasmessa solo da un partner infetto a uno non infetto durante l’atto sessuale. Una buona misura di prevenzione è quindi l’uso di preservativi. Tuttavia, nel caso della sifilide, le ferite e le ulcere cutanee possono trasmettere l’infezione anche durante il sesso orale o qualunque altro contatto cutaneo con le zone infette. È dunque necessario fare attenzione a qualunque sintomo visibile. La scomparsa dei sintomi non è però indice dell’assenza di malattia, che anzi può essere in una fase progressiva verso lo stadio latente. Solo un’efficace azione di educazione a comportamenti sessuali responsabili e il ricorso ai servizi di salute per una diagnosi e trattamento precoci possono prevenire la trasmissione dell’infezione stessa.

Per identificare i partner a rischio, i Cdc raccomandano di considerare i tre mesi precedenti la comparsa dei sintomi della sifilide primaria e/o i sei mesi precedenti la comparsa dei sintomi di quella secondaria e almeno un anno per la sifilide latente. Tutti i pazienti cui è stata diagnosticata la sifilide devono sottoporsi al test per il virus Hiv.

Lo sapevi che…

La sifilide deve il suo nome al medico-filosofo-poeta, Girolamo Fracastoro che nel 1530 ne conia il termine prendendo come spunto il mito del pastorello Sifilo, che per aver offeso Apollo fu da questi punito con quella terribile malattia che ricopriva tutto il corpo di ulcere.

Fra le vittime illustri dell’infezione troviamo, Beethoven, Schumann, Schubert, Paganini, Donizetti, Nietzsche, Oscar Wilde.

Nel film “La vera storia di Jack lo squartatore” è sostenuto che i delitti del mostro sarebbero stati commessi per coprire il matrimonio cattolico di Alberto Vittorio, nipote della regina Vittoria, con una prostituta, da cui sarebbe nata una figlia. La regina avrebbe quindi dato incarico ad uno dei suoi ministri di porvi rimedio, risolvendo il potenziale scandalo attraverso intrighi con la massoneria inglese e un frammassone (Jack, appunto) che compie cinque delitti rituali per uccidere tutte le testimoni della relazione tra il rampollo della famiglia regnante e l’ex prostituta, inoltre si sottolinea che il duca abbia contratto, da queste relazioni con le prostitute, la sifilide. Nel film trapela l’ipotesi dell’odio, del serial killer, verso questa categoria di donne portatrici e divulgatrici dell’infezione.